Rassegna storica del Risorgimento

GIANNELLI PIETRO; NUNZIATURE APOSTOLICHE NAPOLI 1859-1860
anno <1980>   pagina <157>
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La nunziatura di Napoli 1859-60 157
nuovo ministro non era dovuto al conservatorismo di costui, bensì al fatto che Scorza era in buone relazioni con i vescovi, mentre gli altri candidati ispira­vano poca fiducia . Bisogna, inoltre, tener presente che il Nunzio era al cor­rente di quanto l'opinione pubblica richiedesse ministri di valore, ed egli stesso vedeva la necessità di circondare il giovane Re di uomini abili. Poiché preve­deva che l'Inghilterra sarebbe scesa a patti con un ministro che ispirasse fidu­cia, si decise ad offrire il suo appoggio incondizionato affinché il gen. Filan­gieri fosse assunto alla Presidenza del Consiglio.21) Il Filangieri, da parte sua, si era guadagnata la stima dell'esercito; egli accettava di guidare lo svolgersi natu­rale degli eventi, ma si opponeva alle riforme radicali. La sua politica di neutra­lità e di opposizione ad una costituzione coincideva con l'opinione del Re, che era poi anche quella del Nunzio.225 In tal modo il Giannelli era portato a credere che il Filangieri sarebbe stato capace di tener lontano il Paese da complicazioni sia interne sia esterne. P) Sebbene avesse usato i termini delicati e rispet­tosi nel descrivere all'Antonelli i suoi sforzi in favore del nuovo ministro, aveva poi, invece, riferito al barone Brenier ministro francese di recente giunto a Napoli di avere energicamente insistito perché il generale fosse eletto. E, dopo la nòmina, aveva continuato ad appoggiarlo.24) Durante i primi mesi del regno di Francesco II, la stabilità del Governo e l'appoggio del Napo­letano alla Santa Sede costituivano le due maggiori preoccupazioni sia del Giannelli, sia dell'Antonelli. Con il passare del tempo, poi, Roma si considerò soddisfatta della semplice esistenza di un regime borbonico fidato, e non accampò più speranze di ulteriori aiuti. Al principio, però, la profonda religiosità del Re e le sue parole avevano fatto sì che l'Antonelli aspettasse aiuti materiali da Napoli. Pio IX ne avrebbe avuto particolare bisogno, nel giugno del 1859, per placare l'insurrezione provocata dal ritiro delle truppe austriache dai suoi ter­ritori. Il 17 giugno, conversando con il Giannelli, Francesco II aveva detto che poneva a disposizione del Santo Padre quanto era in sua facoltà, e, per così dire, perfino la sua Casa . Quattro giorni più tardi, però, la richiesta di tre reggimenti26) fatta dal Papa a Napoli rivelò chiaramente quanto il desiderio del Governo borbonico di tenersi lontano dal conflitto, che ancora imperversava nel Nord, fosse più forte di ogni promessa di aiuto. L'armistizio di Villafranca, tuttavia, venne a creare nuove speranze di cooperazione tra le due Corti. Se­guendo le istruzioni dell'Antonelli in data 16 luglio, il Giannelli cercava di son­dare quali fossero le intenzioni del Re in merito allo sviluppo di una linea d'azione comune con Roma.
Durante il corso della loro conversazione, Francesco II espresse vivamente
20) Giannelli ad Antonelli, 9 giugno, n. 8178, Ivi, f. 30.
21) JV{, f. 29; Giannelli ad Antonelli, 4 giugno, n. 8166, Ivi, f. 24.
22) Per quanto riguarda i timori nutriti dal Giannelli che Francesco II fosse costretto a dare una costituzione di stile inglese, vedi Giannelli ad Antonelli, 14 agosto, n. 8286,
Ivi, f. 58.
23) Giannelli ad Antonelli, 9 giugno, n. 8178, Ivi, f. 30.
24) Brenier a Walewski, 29 giugno, 1859, n. 8, Archives da Ministère des Affaìres étrangères, Correspondance politique (d'ora in poi abbreviato A.M.A.E., C.P.) 1859, Napoli,
voi. 190, f. 225.
25) Giannelli ad Antonelli, 18 giugno, n. 8198, brutta copia, A.S.V., Archivi di Nun­ziatura (d'ora in poi abbreviato: Arch. Nunz.), Napoli, 1859-1860, r. 268, Pos.' 3 Inc. 3.
26) A. ZAZO, La politica estera del regno delle Due Sicilia nel 1859-1860, Napoli, 1940, p. 144, a. 3.