Rassegna storica del Risorgimento
GIANNELLI PIETRO; NUNZIATURE APOSTOLICHE NAPOLI 1859-1860
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Raymond L. Cummings
Genova, egli esprimeva anche la speranza che esse non approdassero in Sicilia, dove persisteva un certo stato di inquietudine e bande di ribelli scorrazzavano per le montagne, nelle vicinanze di Palermo. *5> Quando, poi, in effetti, Garibaldi vi fu sbarcato, il Nunzio confuse talento con devozione e lealtà e si profuse in lodi per il suo vecchio amico, il gen. Lanza. Costui era pronto a dirigersi verso la Sicilia e contrariamente alle aspettative del Giannelli, avrebbe ben presto sorpreso il mondo con la sua inettitudine. Durante la seconda metà di maggio, il Giannelli come tutti del resto sarebbe stato tratto in inganno da falsi resoconti di vittorie borboniche. Per quanto si riferisce alla drammatica asserzione del Thayer circa la speranza del Nunzio e di Bermudez de Castro di vedere il movimento nazionale soffocato nel sangue, è lecito affermare che i due uomini, assieme ai rappresentanti di altri paesi conservatori, desideravano ardentemente la sconfìtta di Garibaldi. Abbiamo conferma delle parole del Thayer solo nel resoconto dell'Inviato sardo, in data 31 maggio, in cui si riferisce il desiderio del Nunzio e del ministro austriaco che fosse continuato il bombardamento.67) È della stessa data il dispaccio del Giannelli in cui dice di appoggiare la proposta del Governo borbonico, secondo la quale i consoli delle Grandi Potenze erano autorizzati ad intervenire per ottenere il ritiro delle truppe regie incolumi, in cambio della cessazione del bombardamento. P
Le reazioni del Giannelli e dell'inviato austriaco Emerico Szechenyi. agli sforzi del Governo borbonico per salvare se stesso, sia mediante concessioni, sia per mezzo dell'intervento francese, presentano un interessante contrasto. Gli accalorati resoconti del Brenier circa l'opposizione che gli era giocoforza affrontare non riflettono, invero, tale discordanza. Il 12 giugno, Brenier riferiva che l'Inghilterra, nella persona di Sir Henry Elliot, si opponeva alla mediazione francese (il che era vero), mentre il Nunzio ed il ministro austriaco erano deci* samente contrari perfino all'idea di rilasciare delle concessioni sotto la pressione di una rivolta (e questo, invece, era in gran parte falso). Era pur certo che Szechenyi giudicava deplorevole la situazione in cui Francesco II era stato spinto dagli eventi. Egli si lamentava del fatto che i capi napoletani avessero talmente perso la testa da vedere la protezione europea come unica via di
65) Giannelli ad Antonelli, 8 maggio, n. 8586, Ivi, f. 24.
66) Giannelli ad Antonelli, 16 maggio, n. 8598, brutta copia, A.S.V., Arch. Nunz., Napoli, r. 268, Pos. 3 Inc. 14.
P) Villamarina a Cavour, 31 maggio 1860, n. 14, in La liberazione del Mezzogiorno e la formazione del Regno d'Italia. Carteggio di Camillo Cavour con Villamarina, Scialoja, Cordova, Farini, ecc., ed. Commissione Editrice, Bologna, 1949-1954, voi. I, p. 153. Le parole di Thayer sono quelle di Nicomede Bianchi che egli cita. Vedi N. BIANCHI, Storia documentata della diplomazia europea in Italia dall'anno 1814 all'anno 1861, Torino, 1872, voi. Vili, p. 295.
tf) Giannelli ad Antonelli, 31 maggio, n. 8619, A.S.V., SdS, 1860, r. 165, pacco 35, ff. 75*76. Carafa propose che i ministri scrivessero ai loro consoli affinché si fossero interposti fra le parti combattenti all'oggetto che le Reali Truppe avessero desistito dalla osti-lità ed i Ribelli le avessero lasciate partir tutte liberamente cogli onori militari (Ibidem). Il rappresentante austriaco pensava che la richiesta di intervento straniero fosse umiliante per i Borboni e persuase Bermudez de Castro ad adoperarsi per evitare che il Governo seguisse tale iniziativa (Szechenyi a Rechberg, 4 giugno 1860, n. 3À in Le, relazioni diplomatiche eh., voi. II, pp. 138-142, n. 108).
W Brenier a Thouvenel, 12 giugno 1860, n. 54, A.M.A.E., CP., 1860, voi. 193,
f. 122.