Rassegna storica del Risorgimento

GIANNELLI PIETRO; NUNZIATURE APOSTOLICHE NAPOLI 1859-1860
anno <1980>   pagina <167>
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La nunziatura di Napoli 1859-60 167
a quel tempo comunicava con Roma quasi giornalmente. Nel suo dispaccio del 2 luglio, descriveva così il suo abboccamento con il Re:
Trovai Sua Maestà mediocremente in salute, di animo molto preoccupato ed af­flitto, M> specialmente per gli eccessi che tutti deplorano avvenuti in questi ultimi giorni, e volle tessermi la storia di quanto era passato in tempo della Sua malattia circa il cambia­mento della forma di Governo, bramando che lo rassegnassi alla Eminenza Vostra Rev.ma, e che giungesse così a notizia del S. Padre. Privo, Egli mi diceva, di ogni appoggio da parte delle grandi Potenze, compresa la Russia e l'Austria, delle quali e segnatamente della seconda molto dolevasi: minacciato dalla rivoluzione interna e molto più dalle invasioni esterne mercé le quali già erasi perduta la Sicilia: mosso dall'avviso manifestato dai membri della Real Famiglia, e da quasi tutti i Ministri e Consiglieri di Stato, aveva dovuto prendere il noto partito proposto dalla Francia, e sul quale questo Sigr barone Brenicr insisteva nel modo il più vivo per una pronta e decisiva risposta. Intanto Sua Maestà dolevasi pro­fondamente pel timore di aver con questa Sua risoluzione potuto recare imbarazzo al governo di Sua Santità, e dal vedere che non sembra almeno ancora raggiunto lo scopo di fortificare il proprio Governo essendosi dovuto per estrema necessità ricorrere allo stato d'assedio con grande apparato di truppe, che notte e giorno percorrono in tutte le vie questa stessa capitale, onde comprimere in qualche modo gli eccessi che ciononostante si sono in parte commessi e ohe si minacciano. Ed in quanto alle trattative, che ora si stanno facendo sia in Parigi sia in Torino per arrestar le mosse del Dittatore Garibaldi e di tutti gli altri esteri, ohe tutto giorno in gran copia partono da gli Stati Sardi, Sua Maestà mi soggiungeva di ritenere assai dubbio e difficile il buon risultato...
Udito il surriferito discorso procurai di far coraggio all'ottimo Sovrano, giungendo perfino a dichiarargli che, postò in quelle circostanze, ancor io avrei dato lo Statuto onde non assumere altrimenti una grande responsabilità, e Lo animai a percorrere il nuovo si­stema governativo con tutta franchezza congiunta però con altrettanta fermezza ed accennai ancora a taluni punti relativi all'accordo col Governo sardo. E su tutto ciò Sua Maestà mi rispose esser decisa di compiere esattamente le Sue promesse, soggiungendomi in quanto alli rapporti col Governo sardo, che non si sarebbe perciò mai allontanato da quanto la Religione e la devozione alla S. Sede richieggono.85)
Il Giannelli si vedeva ora costretto ad integrare la sua attività religiosa con quella politica: era infatti chiamato a consolare un figlio della Chiesa tor­mentato da dubbi e recriminazioni. Una settimana dopo la menzionata conver­sazione, egli parlò di nuovo al Re ebe trovò ancora più agitato e di nuovo cercò di consolare ed incoraggiare.
IL 7 luglio, il Nunzio scriveva:
Nella stessa serata di ieri mi procurai l'onore di abboccarmi con Sua Maestà, gio­vandomi della clemenza con cui si è degnata sempre dar ordini, che io passi sempre libe­ramente a qualunque ora. Lo stato di salute della Maestà Sua vedo con dolore essere notabilmente deteriorato dacché vi fui l'ultima volta nello scorso sabato, ed il suo animo è tanto oppresso, che mi disse chiaramente: io muoio od impazzisco. Oso ripetere tali parole perché la stessa Maestà Sua così comandava, onde il S. Padre sia inteso di tutto.
Il Re non sa lasciar di dolersi, che la Costituzione accordata non è stata, quasi general­mente parlando, bene accolta dalla massa delle popolazioni, perché non la cercavano, fino al punto che in qualche città è stata trascinata a terra e calpestata la Bandiera tricolore; che non si mostra un partito costituzionale rimarchevole su cui possa poggiarsi; che infine da moltissima gente la Costituzione e presa per libertinaggio, per vendette private, e vio-
84) Vedi anche l'appunto che Francesco II scrisse il 1 luglio in R. MOSCATI, La fine
cit., p. 88.
85) Giannelli ad Antonelli, 2 luglio, n. 8654, brutta copia, A.S.V., SdS, 1860, r. 165, pacco 35, S. 135-136.