Rassegna storica del Risorgimento

GIANNELLI PIETRO; NUNZIATURE APOSTOLICHE NAPOLI 1859-1860
anno <1980>   pagina <169>
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La nunziatura di Napoli 1859-60
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rione... . * Tutto ciò non significa, comunque, che anche lui non fosse in stato di apprensione. Dubitava, infatti, che i nuovi ministri sapessero realizzare qualcosa di positivo ed, in particolare, temeva che le loro trattative con i Pie­montesi potessero portare a patti sfavorevoli alla S. Sede. Per questo diceva allo Spinelli che Napoli non dovrebbe neppure prendere in considerazione
perché assolutamente inammissibile I la richiesta di Torino di non opporsi
all'annessione della Romagna e di far de* buoni officfi presso la Santa Sede per una conciliazione e forse un Vicariato sulla -Romagna... . Il Nunzio rife­riva di essere molto preoccupato di ciò, perché veggo che il Real Governo è compreso da sommo timore, riguarda il Trattato come Punica speranza di salute, e il timore è sempre un pessimo consigliere .9,) E chiedeva consiglio all'Anto-nelli, come aveva fatto in altre occasioni.
H cardinale condivideva le preoccupazióni del Giannelli ed i suoi fre­quenti messaggi a Napoli erano, soprattutto, esortazioni a continuare la difesa degli interessi della Religione e dei diritti della Santa Sede.92) Inoltre, seb­bene egli pure credesse che il Re si fosse in realtà sporificato , 93> tut­tavia lodava gli sforzi del Nunzio nel tentare di consolare il giovane monarca.W) Il pessimismo e l'inquietudine creati dalla nuova linea di condotta a cui era stato forzato Francesco II portarono l'Antonelli a comunicare al Giannelli Popi nione dello stesso Napoleone III nei riguardi delle riforme effettuate a Napoli. Secondo l'Imperatore francese si era ecceduto in dette riforme, sicché ora l'An­tonelli esortava il Nunzio ad insistere fermamente affinché il Governo non com­mettesse un atto scandaloso nel cooperare, anche se indirettamente, allo spoglio della Chiesa.95) Il Giannelli si attenne ai consigli ricevuti. Quando gli inviati raggiunsero Torino, il Nunzio fece notare che a suo giudizio il Piemonte si stava adoperando per fa sì che il Governo sacrificasse il suo onore tentando di fargli, se mai fosse possibile, passare sopra ai doveri di giustizia e di coscienza . Tutto ciò non sarebbe valso, peraltro, a mantenere sul trono la dinastia.96*
Al precipitare della situazione, egli non trasse alcun conforto dal presenziare come infatti fece, il 15 di luglio alle dimostrazioni dei soldati fedeli alla dinastia. Costoro davano sfogo alla loro delusione per il nuovo regime liberale correndo per le vie al grido di Viva il Re . I cittadini erano forzati a seguirne l'esempio, cosi si distruggevano le vetrine dei negozi ed in particolare quelle che esibivano immagini di Vittorio Emanuele e di Garibaldi. Il Nunzio, pur riconoscendo che le truppe avevano dovuto tollerare ripetute provocazioni, giu­dicava tuttavia il loro operato cosa assai riprovevole. Poiché erano in molti
50) Giannelli ad Antonelli, 3 luglio, n. 8655, Ivi, f 140. Szechenyi aveva chiamato la scelta dello Spinelli le seni clément satisfaisant contenu dans Tatto (Szechenyi a Rechberg, 27 giugno 1860, n. 7C, in Le relazioni diplomatiche citi voi, II, p. 155,
n. 118).
91) Giannelli ad Antonelli, 4 luglio n. 8656, A.S.V., SdS, 1860, r. 165, pacco 35,
f. 144.
92) Antonelli a Giannelli, 4 lugdio, n, 12387, brutta copia, Ji, f. 139.
9 Antonelli a Sacconi, 7 luglio 1860, n. 12433 in M. GABRIELE, op. afe, voi. II,
p. 543, n. 394.
M) Antonelli a Giannelli, 4 lugdio, n. 12387, brutta copia, A.S.V., SdS, 1860, r. 165,
pacco 35, f. 139.
95) Antonelli a Giannelli, 6 luglio, n. 12432, brutta copia, /, fi. 146-147.
96) Giannelli ad Antonelli, 12 luglio, n. 8662, Ivi, fi. 161-162.