Rassegna storica del Risorgimento

GIANNELLI PIETRO; NUNZIATURE APOSTOLICHE NAPOLI 1859-1860
anno <1980>   pagina <172>
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172 Raymond L. Cummings
tempo del celebre Re Ruggero .l09) Piò tardi, dopo aver ricevuto informazioni che, a Gaeta, alcuni ecclesiastici erano passati dalla parte della rivoluzione, egli commentava, con una punta- di amarezza, che, quanto accadeva, inclusa l'approvazione di decreti contro la Chiesa, era solo una ripetizione di quanto la rivoluzione stava producendo altrove. Poi aggiungeva: Meno gli scandali di una porzione del clero, che sembrano, se non prendo equivoco, una dolorosis­sima specialità del Regno delle Due Sicilie specialmente nella parte al di là dello Stretto.110)
Nonostante le connessioni che il Giannelli sospettava esistessero tra il ministero e la stampa (De Martino negava che L'Italia fosse una pubblicazione ministeriale), e nonostante il fatto che il Giannelli vedesse malvolentieri che De Martino avesse molto poco tempo da dedicare a lui e potesse, invece, stare a lungo con la principessa Rospigliosi; sebbene i ministri fossero ora piuttosto cauti nei loro colloqui e sebbene egli stesso credesse che le trattative con Torino richiedessero da Napoli concessioni che non portavano a vantaggi reciproci,lin tuttavia il Nunzio non solo continuava ad appoggiare il Ministero, ma addirit­tura ai prodigava in suo favore. L'eventuale caduta del Gabinetto avrebbe, in­fatti, posto senz'altro il Governo nelle mani degli ultra-liberali. Così, quando il 5 agosto, sembrava che i ministri stessero sul punto di dimettersi, il Nunzio fece pressione presso lo Spinelli affinché non permettesse che tal cosa potesse accadere.112*
Secondo Nicola Nisco, che in quel momento lavorava per conto di Cavour a favore della rivoluzione nel Regno delle Due Sicilie, il Giannelli avrebbe contribuito a sventare la cospirazione che il conte d'Aquila sarebbe stato accu­sato di aver ordito contro il Ministero, nell'interesse della reazione. H Nisco inoltre riferiva che il Nunzio (che egli soleva considerare una volta amicis­simo >) gli avrebbe confidato di essere riuscito a far promettere al Re con la croce nelle mani di non lasciarsi influenzare dallo zio.ll3) Le notizie che giungevano da Napoli rendevano sempre più tetro il panorama degli eventi in Italia. A luglio, il cardinale diceva al Nunzio che non si poteva fare altro che pregareU4) e, riferendosi ai dispacci del Giannelli, alla fine di luglio, scri­veva: Da qual tristezza io ne sia preso Ella non può abbastanza immaginar-
,w> Giannelli ad Antonelli, 9 agosto, n. 8708, Ivi, f- 121.
1K Giannelli ad Antonelli, 2 ottobre, n. 16, A.S.V., SdS, 1860, r. 165, pacco 34, f. 160. In un dispaccio del 23 giugno, il Giannelli riferiva che le indagini condotte scagio­navano i monaci del monastero della Gancia dall'accusa di complicità nella rivolta del­l'aprile a Palermo (n. 8646, AJ3.V., SdS, 1860, r. 165, pacco-35, ff. 118-120). Tuttavia, il 10 settembre, si vide costretto in contrasto con l'attitudine laudatoria tenuta verso l'alto clero di Napoli a biasimare la condotta di molti ecclesiastici e frati (senza n., A.S.V., SdS, 1860, r. 165, pacco 37, f. 19).
1) Giannelli ad Antonelli, 1 agosto, n. 8688, A.S.V., SdS, 1860, r. 165, pacco 36, ff. 94-97; Giannelli ad Antonelli, 4 agosto, n. 8692, Ivi, ff. 104-106.
H2) Giannelli ad Antonelli, 6 agosto, n. 8678 (il n. di questo dispaccio è fuori posto), Ivi, f. 108.
M3) Nisco a Cavour, senza data [13 agosto 1860], in La liberazione del Mezzogiorno cit., voi. II, p. 76, n. 614.
,14) Antonelli a Giannelli, n. 12684, brutta copia, A.S.V., SdS, 1860, r. 165, pacco 35, f. 168. L'AnloncIli si rammaricava che la rivoluzione stesse avanzando verso Napoli e che, una volta raggiunto il successo in quella città, la stessa sorte sarebbe toccata ai territori papali (Altomonte a De Martino, 21 luglio, 1860, in E. CIPOLLETTA, Memorie politiche sulla restaurazione e decadenza del governo di Pio IX..., Napoli, 1862, p. 104, n. XC1II.