Rassegna storica del Risorgimento

BOVIO GIOVANNI; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1980>   pagina <180>
immagine non disponibile

Alfonso Scirocco
Questo ritiro faceva oscuro e desolato l'animo del vecchio, a cui pareva che man-casse il fondamento della Legge, del dovere, d'ogni vincolo domestico, nazionale, umano. La Necessità naturale di Bruno, geometrica di Galileo, storica di Vico, superando l'ostacolo precario della Santa Alleanza, ed esplicandosi nel razionalismo presente, trovavano di fronte il Dio di Mazzini. La lotta cominciò ed ostinata e implacabile, ma non lunga, né dubbia. La scienza profferì condanna irrevocabile e Mazzini maledisse alla presente scienza. Non fu maledizione veramente, ma gemito profondo e disperato. Questa necessità inesorata ogni giorno gli toglieva un discepolo ed il vecchio se ne accorava più che di figlio perduto. Previde che i negatori sarebbero stati anche troppi e divenne tristo sino alla morte.
Dio e popolo è la grande utopia, la grande contraddizione di Mazzini incalza Bovio . Ma non gli dico ingiuria se dico contraddizione: dico che fu quel che poteva, quel che doveva quando sorse, quando espresse il tempo in cui sorse, quando in lui assommò la contraddizione più stupenda del suo tempo. Ogni presente è lotta; ogni sommo è la sintesi di questa lotta. Dante cattolico protestava; Machiavelli non credente nel diritto proclamava la Nazione; Bruno che celebra l'infinita Natura non disconosce il soprannatu­rale; Vico che intravede la necessità, ammette la vecchia provvidenza; gli Enciclopedisti che santificano la ragione apparecchiano la tirannia dell'arbitrio; Mazzini solleva il popolo e lo piega innanzi a Dio. Sono le due coscienze d'ogni persona che fanno la tenzone tra il vecchio ed il nuovo uomo: tenzone che genera gli spasimi fecondi degl'ingegni meditativi e sovrani. Non la intende il volgo e la chiama contraddizione senza più: ma chi se ne può trar fuori? Un solo l'ha osato, proclamandosi infallibile; ma fu danno per lui: che traendosi fuor della contraddizione invece di farne un grande uomo ne fanno un Ponte­fice. Io noi dissi infallibile e non aspetto chi gli somigli.
Non l'aspetto: ho veduto Cavour prima piemontese e poi italiano; ho veduto Gio­berti prima neoguelfo e poi neoghibellino ; in poco d'ora ho veduto travestire sembianze e visaggi: ma quarantanni di questa vita, che in tutti i toni grida un solo pensiero è miracolo non trovabile negli uomini di Plutarco! Gli italiani che sono intorno a quest'urna lo sentono e questa tomba saluteranno prima tribuna. Riposa! La parte di te che spet­tava a Dio, giacerà; quella che al popolo, sarà tramandata come decalogo che comincia e finisce nello Amore. Nello Amore non dei cheti, che è paura; ma nell'Amor vero che s'immedesima col destino della storia ed è lotta che non passa mai e risorge dopo i Fati. Abbiamo compito alto dovere: lo compiano l'Europa, il mondo.
* * *
L'alto dovere compiuto da Bovio era come si vede, una celebrazione fu* nebre, non un'esaltazione politica quale volevano i mazziniani. Dio, fondamento del pensiero di Mazzini, secondo Bovio era negato dalla scienza moderna. La grande intuizione dell'Apostolo era stata l'esaltazione del popolo, e solo questa parte della sua missione restava viva, ima andava affidata ad altre mani. Mazzini aveva esaurito il suo compito già prima della morte, e lui stesso ne aveva avuto la dolorosa percezione.
Bovio apriva coraggiosamente il discorso sulla eredità di Mazzini. Un discorso complesso, che travagliò anche i discepoli più vicini al Maestro (si pensi all'aspra polemica sulla opportunità di scindere le premesse religiose dal programma politico che contrappose Federico Campanella a Quadrio e Saffi), e si incentrò per un ventennio sul contrasto tra astensionisti e partecipazionisHfi
6) Sui mazzinianesimo da Porta Pia alla fine del secolo ricordiamo solo G. SPADO­LINI, / repubblicani dopo l'Unità, U ediz., Firenze, Le Monnier, 1963; A. COMBA, / repub­blicani alla ricerca di un'identità (1870-1895), in AA.W., Mazzini e i repubblicani ita­liani, Torino, Comitato di Torino dell'Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, 1976; A. SCIROCCO, Uassociazionismo mazziniano da Porta Pia alla fondazione del partito sociali-
180