Rassegna storica del Risorgimento
BOVIO GIOVANNI; MAZZINI GIUSEPPE
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1980
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Alfonso Scirocco
dialetticamente e compendiando le varie ideologie, consentisse l'unificazione degli sparsi drappelli dell'Estrema Sinistra parlamentare ed extraparlamentare. Compendio del suo pensiero furono nel 1873 i Discorsi politici in cui spiegava storicamente le ragioni per cui era stata la (monarchia a compiere l'unità; ora la missione della monarchia era esaurita, ed occorreva passare alla repubblica, per ottenere l'eguaglianza non formale, ma sostanziale tra i cittadini, uguaglianza non dinanzi alla legge, ma dentro la legge, uguaglianza non solo penale, ma civile e politica. Le speranze dei monarchici risiedevano nella divisione dei repubblicani, classificati da Bovio in quattro gruppi: gli unitari, stretti al programma di Mazzini, i federalisti, fedeli al programma di Cattaneo, gli internazionalisti, che alla rivoluzione politica prepongono la rivoluzione economica , i fautori dell'aristocrazia elettiva, che prepongono la rivoluzione politica all'economica. Queste quattro gradazioni del partito repubblicano discordavano le prime due sulla forma della repubblica, le altre due sulla sostanza della medesima.
Secondo Bovio, tra esse non c'era disparità irriducibile. Considerato lo Stato come termine medio tra il passato e l'avvenire, e la storia come un duello senza tregua, del quale arbitro eterno è lo Stato , appariva necessaria conseguenza dello sviluppo storico in Italia l'avvento della repubblica. In essa, come precisò in altri scritti, tutti sarebbero stati elettori, ma gli eleggibili sarebbero stati pochi, scelti tra i più distinti per capacità e moralità e nominati con iman-dato temporaneo e revocabile, in modo che lo Stato fosse guidato da una ristretta aristocrazia dell'ingegno. Al culmine della vita sociale Bovio poneva l'Ateneo, centro della libera cultura, espressione delle forze progressive, contrapposto alla Chiesa, fulcro delle forze conservatrici.9*
Si trattava di una costruzione tutta intellettuale ed artificiale, in cui l'amore per la sintesi rendeva inadeguata l'analisi dei gruppi repubblicani e metteva in ombra i profondi motivi delle divisioni, non riconducibili soltanto a dissensi ideologici. Ai fini del nostro discorso, osserviamo che era carente l'esame del mazzinianesimo, di cui non si diceva che cosa fosse vitale e recuperabile.
L'occasione per riparlare di Mazzini si offrì a Bovio nel '74. In un corso sulla letteratura italiana nel secolo XIX tenuto nell'università napoletana, Francesco De Sanctis dedicò alcune lezioni a Mazzini, pubblicate dal 15 febbraio '74 dal Roma.10) De Sanctis trovava molti punti deboli nel pensiero e nell'azione di Mazzini; in particolare riteneva finita col '48 la parte costruttiva della sua attività, e lo giudicava mi precursore uno dei tanti uomini di valore, i quali, chi in un modo, chi in un altro, chi con maggiore, chi con minore efficacia scrivono alcune linee dell'avvenire, credendo che la pagina sarà compiuta secondo quelle linee, sicuri che l'avvenire sarà secondo quelle previsioni. Invece l'avvenire è creato da leggi storiche e naturali . Essere stato il precursore nel programma di unità e di libertà nazionale, era la vera importanza e la vera gloria di Mazzini .
Ancora da Napoli si insinuava il dubbio sull'attualità di Mazzini. Maurizio Quadrio, il discepolo più fedele alla memoria del Maestro, fu lieto che dallo stesso ambiente napoletano partisse la confutazione del critico irpino, ma non
9) G. Bovio, Discara politici, Napoli, Tipografia dell'Industria, 1873; e Corso di Scienza del Diritto, Napoli, Jovene, 1877.
1<D F. DE SANCTIS, La letteratura italiana nel secolo decimonono, voi. III, Mazzini e la scuola democratica, a cura di C. MUSCETTA C G-. CANDELORO, Torino, Einaudi 1951, capp. Ili, IV e V; cfr. E. MORELLI, De Sanctis e il mazzinianesimo, in AA.VV., De Sanctis e il realismo, Napoli, Giannini, 1978.