Rassegna storica del Risorgimento

BOVIO GIOVANNI; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1980>   pagina <183>
immagine non disponibile

Giuseppe Mazzini e Giovanni Bovio 183
restò soddisfatto per l'intervento di Bovio. g Questi, infatti, nel rispondere al De Sanctis, espose nuovamente le teorie che già conosciamo sulle tre formule (di De Maistre, Hegel e Mazzini) nate dall'esperienza della rivoluzione francese, ribadì che sul finire della vita l'Apostolo era rimasto isolato, e contro di lui si era affermata VInternazionale (di cui delineò a suo modo dottrina e scopi), fini, in sostanza, col condividere le riserve desanctisiane.12) Di lì a poco, nel celebrare il secondo anniversario della morte di Mazzini, lo definì uno degli uomini fa-stici , uno dei conlinciatori di civiltà , con Socrate e Cristo, iniziatore della civiltà moderna, in cui si delinea la figura intera dell'uomo, che diventa individuo civile. Insistendo nell'audace paragone Bovio proclamava: Socrate compendiò la vita nella massima: Sii giusto e muori; Cristo: Siate fanciulli; Mazzini: Pensiero e Azione. Sistemare quel gran pensiero è già determinare l'azione continuava Bovio . Egli sembra non averlo sistemato, né poterlo, e negli ultimi anni lo disse agli amici, e guardava attorno con occhio cupido di luce, cercando i migliori che raccogliessero questa eredità faticosa e immor­tale . ,3>
Quest'ultima affermazione era assolutamente gratuita, che Mazzini non pen­sava di aver lasciato non sistemato il suo pensiero, né aveva delegato altri a com­pletarlo. Bovio, d'altronde, non sarebbe stato l'uomo adatto allo scopo, dal momento che intendeva presentarsi come pensatore originale, non coìrne disce­polo e continuatore di chicchessia.,4) Tuttavia, come abbiamo visto, riconosceva la necessità di approfondirne l'insegnamento. Nel 1891 fu questo il motivo een-
H) Bovio espose la sua critica al De Sanctis in un articolo che inviò con una lettera al Quadrio. Questi, come risulta da una sua lettera al Lacerenza, passò lo scritto al giornale L'Italia del Popolo di Torino, da poco trasferitosi a Roma, riservandosi di farvi un cap­pello e delle note, ma il giornale lo pubblicò senza attendere il commento. Quadrio, quindi, per rispondere in modo, a suo parere, più adeguato al De Sanctis fece apparire su L'Eman­cipazione una serie di venti articoli, presentati come lettere di giovani mazziniani, col titolo Giudizio del prof. De Sanctis intorno a Giuseppe Mazzini e le sue dottrine. Lettere al prof. Giovanni Bovio', cfr. A. SCIROCCO, Maurizio Quadrio e L'Emancipazione e A. PIBAINO, Maurizio Quadrio ed una poco nota confutazione del giudizio di De Sanctis su Mazzini, en­trambi in AA.VV., Atti del secondo convegno su Mazzini e i mazziniani dedicato a Maurizio Quadrio* Pisa, Domus Mazziniana, 1978.
121 L'Italia del Popolo, a. II. nn. 35 e 36, del 26 e 27 febbraio 1874; abbiamo ripor­tato in Appendice il testo del secondo articolo.
,3) Il discorso fu pubblicato ne L'Italia del Popolo (nel frattempo ritrasferitosi a Torino), a. II, n. 44, del 16 marzo 1874. È nella rubrica Lettere /Va politane, e figura come appendice di una lettera in cui il noto esponente democratico Giovanni Pantaleo fa al Quadrio il resoconto della commemorazione tenuta presso l'Associazione Democratica di Napoli. Voi, venerando Maurizio Quadrio scrive, tra l'altro, il Pantaleo >, troverete in esso, non solo allogato ancora una volta al suo vero posto nobilissimo nella storia il grande apostolo, ma tanto da non più impensierirvi, come ho veduto da una vostra lettera all'amico Lacerenza, sui principii razionalisti e materialisti che Bovio professa, poiché, ad onta di essi, e dentro e al di sopra di essi, voi troverete nelle parole del forte tranese il rispetto e l'amore come religione verso i precursori di libertà e verso i forti e i grandi tutti, e specialmente verso il vivissimo estinto ... x>,
M) In occasione delle elezioni del 1876 il giornale napoletano La Voce Pubblica (a. I, n. 23 del 29 ottobre 1876) pubblicò un'ampia e circostanziata biografia di Bovio. Nel profilo conclusivo si sottolinea che Bovio e proclama un'etica tutta nuova, che si diffe­renzia essenzialmente da quella stessa mazziniana , non per desiderio di novità, ma perché la desume dal processo travaglioso, compiuto dalla sua mente traverso i sistemi filosofici e le leggi della Storia .