Rassegna storica del Risorgimento

FERRARI GIUSEPPE; LOVETT CLARA MARIA SCRITTI
anno <1980>   pagina <288>
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288 Giuseppe Monsagrati d
ad essa che tutte le situazioni dell'era moderna vengono rapportate, è la storia francese che gli ispira quella sinistra nozione del popolo eletto 14 che, con strani riecheggiamenti giobertiani o mazziniani, svolge la missione di diffon­dere il principio in tutto il mondo e di farlo accogliere dai popoli inferiori . E pur quando riconosce un primato inglese di circa 19 anni in media sulla data d'inizio di ogni periodo, Ferrari propone sempre la Francia come modello relativo per tutti i popoli del mondo latino : Parigi osserva è il giusto mezzo della terra, se non nel senso che ne sia il centro, almeno nel senso che inferiore di 19 anni agli Inglesi riesce superiore di circa altrettanti anni alle altre nazioni ;151) mentre forse sarebbe stato più esatto dire che una delle cause di maggior frustrazione per la Francia era stato quel suo inseguire per quasi un secolo il cuore del mondo senza mai raggiungerlo, perché sempre le era mancato il pieno controllo dell'economia mondiale, e di nessun compenso era la faraonica pretesa, che era stata di Napoleone III, di regolare politicamente le sorti dell'Europa: un'idea che aveva fatto il suo tempo ma alla quale Fer­rari il Ferrari col viso rivolto all'indietro, non quello pensoso delle masse e delle loro magnifiche sorti e progressive continuava a restare abbarbicato.
Per finire, non ci si può esimere da una valutazione di tutto questo gio­care con i numeri, dato che non è affatto convincente la giustificazione che ne dà lo stesso Ferrari quando in chiusura del suo trattato scrive che la seconda vista dataci dal periodo in quattro tempi ci mette in grado
innanzi tutto di scoprire a quale generazione noi apparteniamo, se proponiamo, o se prò* clamiamo un principio, se siamo nelle angoscie di una prova o nel contento di una solu­zione: in una parola il periodo ci dice chi siamo, dove siamo nei 125 anni correnti, e se in questi limiti può dirsi piuttosto microscopio che telescopio, nondimeno il periodo solo risponde all'iperbolica epigrafe di Herder: nosce qua parte locatus es in re, e solo interpreta il motto di Delfo: nosce te ipsum. 152>
Ma a cosa ci serve sapere che in questo momento secondo le teorie di Fer­rari saremmo nella quarta fase, quella della risoluzione? Anch'egli aveva vissuto gli anni della sua generazione politica durante la risoluzione cominciata nel 1848 con Napoleone HI, ma il fatto di esserne consapevole non lo aveva sal­vato, come qualunque altro comune mortale, dai suoi errori: Ferrari era d'al­tronde il primo ad ammettere eccezioni alle sue statistiche,154) e il fatto di prò-
149> Cfr. le pp. 363-365 ove vengono richiamate le 72 mitiche rivoluzioni che pre­sero ispirazione in Europa da quella del '48 (ricordate in più punti da Ferrari, per esem­pio nel discorso parlamentare del 26 marzo 1862, in A. LEVI, II pensiero politico... cit., p. 374, e nei Disastri della Francia, in SP, p. 976).
*5Q) Quest'espressione compare nel sommario del capitolo I della parte IV della Teoria dei periodi politici cit., p. 363.
,51J Ivi, p. 455. Il riconoscimento del primato inglese è puramente formale, stando almeno a quel che Ferrari dice in un altro passo definendo l'Inghilterra barbara, corrotta e cinicamente iniqua nelle sue stesse libertà e soggiungendo: ce Nessuna eguaglianza, una stomachevole aristocrazia, dei privilegi infami nel sistema elettorale, i voti venduti nelle elezioni, nel parlamento, nomine che costano dei milioni, e le inchieste, i reclami senza risultato (ivi, p. 276).
152) Ivi, p. 511.
1) Ivi, p. 184.
154) S vedano le osservazioni nei capitoli sulle e Mutazioni in più tempi (ivi, pp. 26-32) e su a Gli uomini dalle due vite (ivi pp. 74-82).