Rassegna storica del Risorgimento
FERRARI GIUSEPPE; LOVETT CLARA MARIA SCRITTI
anno
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1980
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pagina
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290
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290
Giuseppe Monsagrati
Non si può d'altro canto dimenticare che, dopo l'Unità, di legge agraria Ferrari non aveva più fatto parola, non solo, ma aveva trovato il modo di affermare che, a voler fare la rivoluzione, sul popolo si poteva contare quanto su Dio, cioè nulla, perché tardo, pesantissimo nei suoi moti e scellerato nelle suo giravolte , chiosando subito dopo :
il popolo obbedisce a meccaniche leggi, esattamente come il cavallo e vi porta o vi getta a terra non pensando che a se stesso. Inutile è il lottare contro la natura umana: possono i giovani illudersi, i vecchi disperare: il mondo gira sempre intorno al sole col medesimo moto. *62)
E ne parlava con quella altezzosità professorale 163> lontana dai veri bisogni delle masse quanto il cielo dalla terra, e che certo, se fossimo anche noi in vena di attualità o in cerca di precursori, ci porterebbe a concludere che con lui il superuomo era già nato e si trattava solo di perfezionarlo.I64)
Lo sfoggio d'erudizione compiuto da Ferrari nella Teoria dei periodi politici doveva dare un saggio della solidità delle basi dell'opera; quanto all'idea generale, il meccanismo dell'alternarsi delle generazioni è tale da convincere la Lovett a ritenere Ferrari uno scopritore di nuovi mondi, un pioniere in those comparative and quantitative studies tliat are so much a part of contemporary Bcholarship .165J In verità, la mia impressione non è altrettanto positiva, e credo di averne chiarito i motivi. L'intenzione di Ferrari era stata quella di sancire una volta per tutte la possibilità di accedere a verità inconfutabili anche nel campo della storia: il suo errore era stato di credere che, per segnare la linea di demarcazione da quelle verità della religione che aveva così visceralmente combattuto, bastasse fare in modo che ogni affermazione dello storico poggiasse su un inoppugnabile riscontro numerico. Preso dalla vertigine dei numeri, aveva spalancato le porte alle credenze fideistiche ed alla tentazione di far rientrare tutto in uno schema artificioso, cosa che, discutibile per qualunque tipo di scienza, tanto più lo era nel caso della storia, per definizione il regno di un libero arbitrio che nessuno avrebbe potuto ridurre entro semplici tavole numeriche. Per questa ragione quella che sarebbe dovuta essere la Bibbia degli storici restò solo un documento bizzarro del grado di accecamento cui poteva giungere un pensiero ossessionato dal timore di non essere bastantemente ancorato a criteri scienti" tifici e perciò sospinto a cercare un'illusoria certezza all'interno di un modello rigido e chiuso.
Mi sembra così di aver provato la necessità di impostare una nuova e più solida riflessione sul contributo realmente dato da Ferrari alla battaglia delle
rari a Pierre-Joseph Proudhon cit., p. 286. L'annotazione di AsPRONI, del 26 aprile 1863, in Diario politico 1855-1876 cit., voi. Ili, p. 413.
162} Ferrari a F. D. Guerrazzi, gennaio 1862, in FERRARI, Carteggio, p. 167.
H3) A. LEVI, ti pensiero politico... cit., p. 248.
164> L'accostamento tra Ferrari e Nietzsche è stato fatto, pur se su presupposti leggermente diversi, da D. CANTTMORI, Storici e storia cit., pp. 434-435. A questo proposito può essere interessante rilevare che una ristampa del ferrariano Corso sugli scrittori politici italiani curata da Angelo 0. Olivetti fu pubblicata nel 1929 dall'editore Menarmi di Milano, lo stesso che, secondo quanto osserva GRAMSCI, Quaderni del carcere cit., voi. m, p. 1879, aveva pubblicato le opere complete di Nietzsche: oc e si conoscono conclude Gramsci le origini culturali-ideologiche del Monanni e della sua più affezionata clientela .
165) LoVETT, Giuseppe Ferrari and the Italian Revolution cit., p. 219.