Rassegna storica del Risorgimento

MARCHETTI GIUSEPPE
anno <1980>   pagina <307>
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Giuseppe Marchetti, il garibaldino undicenne 307
che tanto gli ricorda la natia Chioggia! Ricoverato d'urgenza all'Ospedale Gesù e Maria , il giovane (non ha ancora 28 anni!) si spegne alle ore tre del 16 mag­gio 1877. Per infermità polmonare, scrivono i medici.
Antonietta Tessaro è ora terribilmente sola.
E non ha un soldo. Le pensioni dei garibaldini non erano reversibili . Dev'essere riuscita a tirare avanti (ma per poco!), solo perché il cuore di Napoli è grande. Le sue reiterate richieste di aiuto cadono nel nulla. Come la lettera indirizzata, il 20 agosto 1877, al Ministro dell'Interno, barone Giovanni Nicotera, che solo dieci anni prima aveva avuto Giuseppe nel suo reparto per l'impresa romana. Tra l'altro gli scrive:
...E mai possibile che la signora Antonietta Tessaro, vedova del dottor Luigi Mar­chetti, la quale ha tanto contribuito per questa benedetta Italia, inviando nella gloriosa falange dei Mille di Marsala il suo marito e l'unico suo figlio Giuseppe, debba vedersi nella più squallida miseria, senza trovarsi, se non una disposizione di legge per accordarle una pensione, almeno una disposizione di universale equità per darle un sussidio mensile capace di alimentarla?
Questa vedova e nel contempo madre di uno dei Mille tanto più è degna di consi­derazione, se si riflette che da una parte il marito non ha goduto per un sol giorno la pensione dei Mille perché defunto nel 1864, ed in seguito appunto di onorata ferita avuta militando per la patria, e dall'altra il figlio, unico sostegno di questa madre, si moriva benché giovanissimo orsono tre mesi nell'Ospedale Clinico di Gesù e Maria.
Si compiaccia l'È. Vostra, che pur si trovò di condurre coll'Eroc Garibaldi la gloriosa schiera dei Mille, accorrere in aiuto di questa derelitta vedova, orfana di qualsiasi parente, avendone dalla comune Patria il guiderdone d'un'opera tanto patriottica.
Nicotera, però, non la soccorre. Le fa recapitare la solita, fredda risposta: ... il Ministero non può, con rincrescimento... .
Nel 1878, la Tessaro riceve il sussidio di lire cinquanta, grazie all'interes­samento personale del prefetto che era Angelo Bargoni, già deputato di Chioggia.
C'è qualche anima buona che scrive per lei al solito Ministero. Tra gli altri, il Presidente dell'Associazione delle patrie battaglie delle Province Meridionali fa presente (in data 20 agosto 1879) che la Tessaro si trova in una squallida miseria e senza mezzi di sussistenza, avendo i di lei congiunti sacrificato sostanze e vita per la Causa Nazionale . IL Prefetto di Napoli prega di prendere in benevola considerazione lo stato misero di questa povera donna .
Ma da Roma, il 26 agosto 1879, si risponde che, pur commiserando le infelici condizioni economiche in cui versa, [...] questo Ministero è spiacente di non poter accordare alla medesima l'invocato sussidio per l'assoluta deficienza di fondi [...] .
Il fascicolo 600 dell'Archivio Centrale dello Stato si chiude, purtroppo, con questa comunicazione burocratica.
Null'altro si sa di Antonia Tessaro Marchetti viva* L'ultimo documento che parli di lei è, in realtà, l'atto di morte.
Se ne va da questa vita, in silenzio, il 25 novembre 1879, in una povera casa del napoletanissimo quartiere di S. Lorenzo.
A soli due anni di distanza dalla morte del figlio, ha raggiunto quel mondo ultraterreno, dove ognuno riceve veramente la giusta mercede.
ANTON MARIA SCARPA