Rassegna storica del Risorgimento

PERUGIA STORIA 1860-1861; TORINO STORIA 1860-1861
anno <1980>   pagina <309>
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Proposta per la Capitale a Perugia 309
convocata, senza novità di sede, la Camera.55 Non è pensabile, perciò, che i cittadini delle Provincie libere abbiano potuto concepire un'istanza così impegnativa dopo la riaffermazione solenne e categorica della volontà dell'inse­diamento del Parlamento nazionale ancora a Torino.
D'altra parte gli organi burocratici ed amministrativi centrali, per non parlare dei politici, non avevano neppure lontanamente pensato all'ipotesi di un trasferimento della capitale nel capoluogo umbro. Tanto per citare un esem­pio, sin dal 12 novembre 1860, cioè ad appena una settimana dallo svolgimento del plebiscito, l'assemblea generale degli azionisti della Banca Nazionale propose, con ratifica del Consiglio superiore dello stesso istituto del 18 dicembre, l'aper­tura di una succursale ad Ancona e di una a Perugia.
Gli umbri senza dubbio, come ha avuto modo di scrivere la Bartoccini dovevano ... scoprire i termini stessi delle discussioni, le forme e i contenuti del nuovo linguaggio 6) ma essi, almeno attraverso questo documento, non sem­brano intestardirsi, supinamente, sui problemi di interesse regionale e mostrano una spontanea preoccupazione per uno dei temi di maggior peso per lo Stato, al quale offrono una soluzione, seppur polemica, articolata con intelligenza e senso pratico.
Nel loro amore e nella loro ammirazione per Roma (la capitale in Perugia avrebbe dovuto avere sede solo provvisoria), gli estensori del documento si pone­vano agli antipodi di quanti avevano combattuto o combatteranno il mito di Roma, giungendo a sognare una Washington italiana, proprio nell'Umbria cen­trale, in un'area prossima ad Assisi.7)
Concludendo, è possibile, con i dati elettorali del 27 gennaio 1861, provare che non fu fatta o comunque non sortì effetti negativi e protestatari la propa­ganda dell'istanza avanzata e rimasta senza eco e considerazione. Nelle prime consultazioni generali, rispetto ad una media generale alta grazie all'apporto del Meridione (pari al 57,2 ), ma assai più contenuta nell'Italia centrale (43,8 ), la percentuale degli aventi diritto umbri fu di poco inferiore a quella interregionale (42,3 ) mentre fu nettamente superiore quella dei perugini (51,55 ).
VINCENZO G. PACIFICI
5) Decreto a. 4570 del 3 gennaio 1861.
6) F. BARTOCCINI, art, cii. p. 213.
7) p. CHABOD, Storia della politica estera italiana dal 1870 al 1896, voi. I, Bari, ed. 1971, pp. 314-320, 371-373.
8) V. G. PACIFICI, Le elezioni nell'Italia unita. Assenteismo e astensionismo Roma, 1979, p. 179 e p. 273.