Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA ESTERA 1864; TUNISIA STORIA 1864
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1980
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La crisi tunisina del 1864
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Reggenza un atteggiamento arrogante e autoritario richiedendo la destituzione del primo ministro al-Khaznadar con la pretesa che il bey non decìdesse nulla senza il consenso della Francia e che nessuno aveva diritto di attraversare la politica della Francia limitrofa alla Tunisia , con evidente allusione alla con* venzione anglo-tunisina giudicata piede messo dall'Inghilterra vicino all'Algeria .9)
Invero la politica inglese verso la Francia non si era di fatto allontanata dalla linea indicata dal Palmerston in una lettera al Russell dell'8 febbraio 1861: Tutta la nostra politica è volta a impedire alla Francia di realizzare i suoi progetti di espansione in molti paesi : 10 appunto in Tunisia il governo inglese cercava di ostacolare il rafforzamento dell'influenza francese e impedire che questa si trosformasse in occupazione.
Il console italiano a Tunisi. Carlo Francesco Gambarotta,11' riteneva interesse dell'Italia mantenere nella Reggenza lo stato attuale, cioè un governo piccolo e debolissimo ,12) incapace quindi di opporsi all'influenza delle potenze europee e ovviamente dell'Italia. Con la dovuta riservatezza e con maggior tatto, anche Gambarotta, accostandosi alla posizione del De Beauval, giudicava necessario il cambiamento di una politica che aveva condotto il paese nelle presenti disastrose condizioni, senza, però, chiedere il ritiro di al-Khaznadar e interferire pesantemente negli affari interni della Reggenza. Il comportamento più misurato e controllato del Gambarotta può spiegarsi anche con la scarsa autorità del
logica e persino col buon senso . D DI, IV, n. 698: Gambarotta a Visconti Venosta, Tunisi, 21 aprile 1864. Al contrario, il Wood aveva alle spalle una lunga carriera diplomatica ed era uno dei più attivi e abili rappresentanti dell'Inghilterra che, secondo Ganiage, in pochi anni dal 1856 restaurò il prestigio britannico in Tunisia: GANIAGE, Les origines cit., pp. 24-25 e nota 34. Sul temperamento impulsivo del De Beauval si esprime negativamente il Ganiage: était peu ponderò, " nerveux, orgueilleux, de langage brutal " ; nella sua ostilità contro al-Khaznadar il perdait toute mesure, méme dans sa correspondance avec le quai d'Orsay ; a dispetto dei consigli di moderazione del ministro degli Esteri Drouyn de Lhuys, la sua gestione del consolato sembrava non essere altro che un duello con al-Khaznadar. GANIAGE, Les origines cit., pp. 222; 230-231. La convenzione anglo-tunisina del 10 ottobre 1863 riconosceva ai sudditi inglesi il diritto di proprietà immobiliare nella Reggenza. Cfr. Trattati, convenzioni e accordi relativi all'Africa, voi. Ili, Roma, 1943, pp. 338-344.
9) DD1, IV, n. 698 cit. DE LEONE, La colonizzazione cit., pp. 250-253. Secondo GANIAGE, Les Origines cit., p. 241, i due consoli si prendevano qualche libertà rispetto alle istruzioni ricevute dai rispettivi governi, inviando per di più rapporti tendenziosi, si che a Parigi e a Londra si mostrava più circospezione che a Tunisi. L'ambasciatore francese à Londra, La Tour d'Auvergne, lamentava che Inghilterra e Francia non fossero rappresentate a Tunisi par des agents plus calmes dans leurs jugements et surtout plus circospeets dans leurs démarches .
,0> Citato da TAYLOR, L'Europa delle grandi potenze cit., p. 195.
M> R. MOSCATI, // ministero degli affari esteri 1861-1870, Milano, 1961, p. 253, indica come console generale a Tunisi Carlo Francesco Gambarotta con lettera credenziale del 18 giugno 1863. Dalla proclamazione del Regno d'Italia, si erano succeduti all'ex rappresentante del Regno di Sardegna Francesco Mathieu, gli agenti generali e consoli Eugenio Fasciotti, Enrico Bensa e il Gambarotta. GANIAGE, Les origines cit., pp. 41-42. Questi continui mutamenti non giovarono al rafforzamento dell'influenza politica italiana in Tunisia anzi costituirono un motivo di debolezza: DE LEONE, La colonizzazione cit., p. 260.
12) D DI, IV, n. 698. Il Gambarotta suggeriva inoltre che 1' in minisi razione tunisina fosse migliorata e che fossero riparati i danni gravissimi subiti dalle colonie ouropee.