Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA POLITICA ESTERA 1864; TUNISIA STORIA 1864
anno <1980>   pagina <315>
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La crisi tunisina del 1864
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situazioine di crisi con metodi di pressione esercitata dalla minaccia armata ri­masero nel campo delle ipotesi e delle velleità: il Gambarotta non potè valersi della presenza di forze navali italiane nel senso indicato dal ministro, suscitando le proteste e recriminazioni dei nazionali.19) Del resto nelle navi italiane era imbarcata una esigua forza militare, insufficiente ad esercitare una pressione effi­cace sul Bardo,20* mentre esisteva il rischio di provocare le reazioni francesi e inglesi. Infatti nelle disposizioni impartite dal Visconti Venosta al vice-ammi­raglio Albini il 27 aprile si ribadiva che il governo italiano, rinunciando a speciali vantaggi, intendeva limitarsi ad essere partecipe della legittima in­fluenza che in un paese sì vicino e dove sono sì grandi i nostri interessi, deve competere alla nazione italiana, senza tuttavia ledere i diritti degli alleati e senza intraprendere un'azione unilaterale.21) In senso analogo il Gamba rotta dava assicurazione al bey che il governo italiano non si proponeva d'interferire nella politica interna del paese, ma soltanto difendere gl'interessi delle colonia ita­liana.
Tuttavia il timore forse eccessivo di gravi torbidi e di violenze contro gli europei, principio di una lotta che non potrà non avere le più funeste con­seguenze , indusse il Gambarotta a sollecitare il governo a prepararsi ad agire , ma non certo con un intervento isolato o d'intesa con la sola Francia. Il console italiano, infatti, confermava al Visconti Venosta che in caso di necessità le forze italiane sbarcheranno contemporaneamente alle francesi ed inglesi per azione concorde in difesa della città e degli europei ; l'occupazione della Reg­genza sarebbe avvenuta da parte di forze combinate della Francia, dell'Italia e dell'Inghilterra ; era opportuno stabilire accordi di una occupazione eventuale della Tunisia fra Torino, Parigi, Londra .24)
Dunque, non iniziativa italiana isolata o concordata con la sola Francia, ma un'azione comune delle tre potenze. Che l'Italia potesse agire da sola non pare verosimile, tanto più che il Nigra faceva sapere al Visconti Venosta che nesssun ordine era stato impartito al comandante francese di effettuare una sbarco25) e, a parte l'assenza di ogni accordo preventivo, le forze italiane erano del tutto ina­deguate per tale impresa.
19) II Gambarotta ce sévèrement blàmé par son gouvernement fu spinto a presen­tare le dimissioni, che tuttavia non furono accolte dal Visconti Venosta. GANIAGE, Les ori-gines cit., p. 274; DE LEONE, La colonizzazione cit., p. 268, nota 101.
2) Sulle navi italiane erano imbarcati 800 fanti di marina e quaolche pezzo di arti­glierìa di campagna: GANIAGE, Les origines cit., p. 252.
21) D D I, IV, n. 709: Visconti Venosta al viceammiraglio Albini, Torino, 27 aprile 1864.
22) D D I, IV, n. 723: Gambarotta al Visconti Venosta, Tunisi, 4 maggio 1864. Chia­mato dal Bey, il Gambarotta gli disse che non è intenzione del Governo del Re di immischiarsi nella politica interna del paese, ma che non può vedere con occhio indiffe­rente i gravi avvenimenti successi in questi ultimi giorni i quali minacciano la tranquil­lità, gl'in le ressi e la sicurezza degli Italiani stabiliti nella Reggenza .
23) DE LEONE, La colonizzazione cit., p. 263: A spingere il Ministero Minghetti a una azione decisa in Tunisia, evidentemente d'intesa con Parigi, insisteva non soltanto il Gambarotta ma anche Costantino Nigra .
2*) D DI, IV, n. 728: Gambarotta a Visconti Venosta, 4 maggio: ... possono succe­dere torbidi talmente gravi da mettere in più prossimo e più serio perìcolo la vita degli Europei e quella delio stesso Bey, e da necessitare una occupazione della Reggenza dalle forze combinate della Francia, dell'Italia e dell'Inghilterra .
25) D D I, IV, n. 715: Nigra a Visconti Venosta, Parigi, 28 aprile 1864.