Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA ESTERA 1864; TUNISIA STORIA 1864
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1980
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Giulio Monteleone
presa che tendesse a trasportare fuori d'Italia truppe che al giorno del bisogno sarebbe prezioso di avere in paese . 39>
Al Mordini faceva eco l'Avezzana, favorevole alla tutela degl'interessi nazionali, ma richiamandosi al rispetto dei sacri diritti degli altri popoli . si dichiarava contrario ad appoggiare la Francia in opere di ambizione e d'estensione di territori.40*
Questa volta il Visconti Venosta, posto dinanzi a precisi quesiti e alla ferma opposizione contro avventure africane, tralasciando formule vaghe e generiche, difese la politica governativa intesa a non modificare in Tunisia quelle condizioni che esistevano prima dell'insurrezione, condizioni per le quali la Tunisia non è nel diretto dominio di alcuna potenza : mantenimento dello statu quo, rinuncia a qualunque azione isolata, accordo per un'azione comune senza sollevare una lotta d'influenza . **)
In modo ancora più esplicito il Visconti Venosta nel dispaccio del 22 grugno illustrava al Gambarotta le dichiarazioni rese alla Camera:42* H governo del Re non potrebbe, senza avventatezza, impegnare le forze e le ricchezze del paese in imprese le quaui accanto a molti vantaggi offrono pure dei pericoli e delle difficoltà di qualche importanza. Per la tutela dei residenti italiani e per sostenere l'influenza morale dell'Italia, erano state inviate forze navali e approntato un piccolo nucleo di truppe, senza mirare a disegni di conquista, giacché il governo dovendo tener conto della situazione generale dell'Europa [...] tradirebbe i propri doveri, ove impegnasse la propria politica al di là di quanto è necessario per la protezione dei RR. sudditi .
Erano, quindi, prevalenti e determinati i motivi di politica internazionale e la considerazione della pericolosità di un'impresa a cui mancavano mezzi
39 Atti Parlamentari. Camera dei deputati. Tornata del 13 giugno 1864, pp. 5286-5288.
*) Ivi, p. 5291. L'Avezzana, approvando la linea di condotta del governo, nei limiti della protezione dei nazionali, dissuadeva il governo da un intervento, caso mai cadesse in simile tentazione, stimolato forse anche da influenze estranea , con allusione alla Francia. Inoltre ammoniva: t< Il governo non dimentichi che 11 paese ha bisogno di tutte le sue forze, poiché non siamo ancora costituiti [...] donde la necessità di non compromettersi in nulla che non abbia per iscopo diretto la consolidazione dell'indipendenza e dell'uni là della patria .
4J) Ivi, pp. 5289-5291. Risposta del Visconti Venosta. Il ministro affermava che la politica del non intervento non pub essere la politica dell'inazione e pertanto erano state date disposizioni perché la colonia, se minacciata, fosse protetta e fossero presi accordi con i rappresentanti dei governi delle altre potenze per tutte quelle misure riconosciute necessarie nell'interesse generale delle colonie europee. Non appare esatto quanto riporta il Ganiage sulla risposta del Visconti Venosta al Mordini : Visconti Venosta eut le front de declarer que les projets d'expcdilion n'exislaient que dans l'imagination de M. Mordini , secondo quanto riferiva Malaret a Drouyn il 14 giugno 1864. GANIA.CE, Les origines cit., p. 255. Le parole esatte pronuciate dal Visconti Venosta furono le seguenti: L'onorevole Mordini ha creato un fantasma di spedizione, di imprese avventurose nelle quali il Governo si proporrebbe d'impegnare le forze del paese . Evidente il tono ironico-polemico verso quello che il ministro riteneva un esagerato timore ohe il governo intendesse avventurarsi in imprese africane. Il Mordini accettò che a questa azione armata fosso limitata alla tutela efficace dei nostri connazionali , consentendo all'occupazione di qualche punto sulla costa a condizione che non si estenda mai l'occupazione all'interno della Tunisia. Su questo ponto dichiaro ch'io non posso transigere.
42) DDI, IV, n. 817: Visconti Venosta a Gambarotta, Torino, 22 giugno 1864.