Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA ESTERA 1864; TUNISIA STORIA 1864
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La crisi tunisina del 1864
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miglioramenti nell'amministrazione; evitare soprattutto che qualche elemento straniero venga a complicare una questione che prenderebbe carattere europeo . 69> Preoccupato che la crisi interna tunisina si trasformasse in crisi internazionale, Visconti Venosta respingeva il cambiamento dello stato quo e ribadiva il concetto che le potenze dovevano rinunciare a ogni azione isolata e concertarsi per prevenire eventualità disastrose per l'avvenire delle colonie europee >. Appare sufficientemente chiaro che Visconti Venosta mirava a impedire che la crisi tunisina divenisse un focolaio di contrati tra le potenze europee, premessa a un conflitto nel quale il recente Stato italiano avrebbe corso i rischi maggiori, non escluso quello di veder compromessa la sua fragile unità da poco conseguita.
Proprio quando il 17 giugno come afferma il Ganiage 70) Gambarotta et Fornirai Albini venaient offrir officiellement au Rhaznadar peu enthousiaste l'appui d'un corps de troupes italien pour mater la révolte , alla stessa data il Visconti Venosta scriveva al Nigra per conoscere quali fossero le intenzioni della Francia nel caso in cui dall'intervento per la protezione si volesse passare all'intervento per le questioni interne .71* Il Gambarotta stesso il 15 giugno faceva notare che nell'ipotesi di un'occupazione isolata italiana le RR truppe da sbarco presenti in rada [erano] insufficienti . Pertanto, mentre il ministro chiedeva lumi a Parigi su un questione delicata e controversa, Gambarotta e Albini avrebbero fatto proposte ufficiali (ma di queste non c'è traccia nei documenti diplomatici italiani) di mettere a disposizione del bey forze italiane (insufficienti) per domare la rivolta, senza aver avuto l'autorizzazione del governo, anzi contravvenendo alle precedenti disposizioni e agendo con iniziativa unilaterale, sempre esclusa dal Visconti Venosta nel caso d'interferenza negli affari interni tunisini, posizione già confermata al Nigra il 3 giugno in modo molto chiaro: Nous sommes d'avis que les Puissances [...] devraient renoncer à tonte action isolée [...] Le seni cas où. le débarquement de forces militaires sane concert prélable nous paraitrait légitimé par l'urgence des circostances serait celui où la vie et les propriétés des sujets italiens seraient en danger >.73 Il Visconti Venosta faceva una netta distinzione tra tutela della vita e dei beni dei residenti e intervento armato per sostenere il bey contro i ribelli.
L'allineamento sulle posizioni del governo francese e il concentramento di truppe, sebbene esigue, a Genova avevano creato preoccupazione presso il ministro inglese a Torino, Henry George Elliot, che lamentando una pressione in qualche modo inopportuna esercitata sul bey dal console Gambarotta74) non
) D D I. IV, n. 778: Visconti Venosta a Nigra, Torino, 3 giugno 1864. Nous dési-rons du reste vivement que le Bey soit en état de maintenir son pouvoir avec ses seules forces et rju'aucun élément étranger ne vienne compliquer une questura qui prendrait dèa lor naLurclIement un caractère européen .
70) GANIAGE, Lea origine* cit,, p. 256. Nei documenti diplomatici non appare alcun cenno, sia pure fugace, all'iniziativa presa, secondo il Ganiage, dal Gambarotta e dall'Albini.
71) D D I, IV, n. 803: Visconti Venosta a Nigra, Torino, 17 giugno 1864.
730 DDI, IV, n. 797: Gambarotta a Visconti Venosta, Tunisi, 15 giugno 1864. È però mio dovere di non lasciare ignorare a V. E. che dovendo realizzarsi l'ipotesi suindicata le RR. truppe da sbarco presenti in rada sono insufficienti per condurre a buon termine l'importante impresa che assumerebbe il Governo del Re,
73) DDI, IV, n. 778: Visconti Venosta a Nigra, Torino, 3 giugno 1864.
74) DOL IV, n. 793; Azeglio a Visconti Venosta, Londra, 13 giugno 1864.