Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA ESTERA 1864; TUNISIA STORIA 1864
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1980
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Giulio Monteleone
celava la sua diffidenza per il progetto italiano di una spedizione in Tunisia, per nulla convinto dei dinieghi espressi dal Visconti Venosta e dal Minghetti nei colloqui avuti il 16 e 17 giugno.75* Eppure nel dispaccio confidenziale del Visconti Venosta ali1 Azeglio del 3 giugno, 76> quindi anteriore agl'incontri con Elliot, il ministro italiano aveva dato precise assicurazioni su le vérìtables intentions du Gouvernment : N'ayant aucun but egoiste et interesse, ne visant qu'à sauve-garder les droits et le commerce des nombreux italiens établis dans la Tunisie, le Gouvernement du Boi ne voit comment il pourrait se trouver en désaccord sur le su jet qui nous occupe avec le Gouvernement de S. M. B. . Attraverso l'Azeglio il Visconti Venosta espose la linea della politica italiana, semplice e coerente: mantenere lo stani quo d'accordo col governo britannico; garantire la sicurezza della colonia italiana; astenersi e opporsi a ogni azione isolata d'intervento. L'equilibrio delle influenze in Tunisia era considerato essentiel au développement pacifique et régulier dei rapporti commerciali e marittimi italiani nel Mediterraneo. Tali dichiarazioni rassicurarono completamente Lord Russell, provando che non esistevano dubbi sulle intenzioni del governo italiano né motivi di disaccordo con il governo britannico.
Se l'Italia respingeva ogni idea di conquistare Tunisi, nello stesso tempo non poteva fare a meno di deprecare l'eventualità che la Reggenza diventasse una provincia dell'Algeria né che vi si instaurasse una prevalente, esclusiva influenza francese. Non potendo l'Italia assumere un atteggiamento ostile verso la Francia, sia per la sproporzione delle forze militari, sia per i rapporti di amicizia e per l'intreccio di complessi problemi internazionali (dalla questione danese e dei principati danubiani a quella romana e veneta), il governo italiano ricercava con pazienza un accordo tra le tre potenze, in modo da impedire da una parte che la Francia agisse da sola e dall'altra indurre l'Inghilterra a riconoscere lo statu quo. Secondo Visconti Venosta, era interesse della Gran Bretagna vedere nel regno d'Italia un nuovo elemento di equilibrio nel Mediterraneo che controbilanciasse e contrastasse le intenzioni egemoniche ed espansionistiche della Francia; era interesse dell'Italia, non potendo agire da sola, preferire essere in tre, per conservare quella parte d'influenza che riteneva legittimo esercitare in Tunisia. TO
Nel frattempo, la presenza dell'inviato turco e l'eventualità di un intervento di truppe ottomane che il De Beauval riteneva conosciuto e approvato dall'Inghilterra non fecero che rinnovare i sospetti del console francese e spingerlo a richiedere ancora una volta il ritiro di al-Khaznadar, ma sembra senza l'appoggio del suo governo. Tra i due irriducibili rivali, "Wood e De Beauval,
?9 GANIAGE, Les origines <rit., p. 256. Elliot, scrivendo al Russell, il 17 giugno, lo informava che la decisione d'imbarcare truppe a Genova era stata presa da qualche giorno e poi abbandonata all'ultimo momento.
76> D DI, IV, n. 777: Visconti Venosta a Azeglio, Torino, 3 giugno 1864.
TO DDI, IV, n. 793: Azeglio a Visconti Venosta, Londra, 13 giugno 1864. Finalmente il dispaccio di V. E. relativo a Tunisi e parso aver completamente rassicurato Lord Russell sulle nostre intenzioni in quei paesi .
78> DDI, IV, n. 802: Visconti Venosta a Azeglio, Torino, 17 giugno 1864. a Noi siamo disposti a proteggere efficacemente gli Italiani, non abbiamo alcuna idea di conquistare Tunisi e di gettarci in un'impresa che impegnerebbe le nostre forze e sciuperebbe i nostri quattrini... Ma di tutte le eventualità quella che più offenderebbe i nostri interessi sarebbe che Tunisi diventasse una Provincia dell'Algeria o ohe, per lo meno, l'influenza francese vi fosse esclusiva .