Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA ESTERA 1864; TUNISIA STORIA 1864
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1980
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La crisi tunisina del 1864
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nunciarsi sempre a favore dello stata quo n,) e nello stesso senso scriveva al Nigra112) chiedendo nel contempo di chiarire la posizione francese, se cioè l'opposizione si riferiva ad alcuni articoli del progetto o se il fatto stesso di stipulare un accordo con la Porta era considerato come una rottura dello stata quo. Tuttavia il La Marmora riteneva che il progetto potesse essere sottoposto a maturo esame per parte delle tre Potenze.
A parte questa incertezza, motivata dalle dichiarazioni dei governi francese e inglese apparentemente concordi, l'interesse dell'Italia coincideva con quello della Francia: a entrambe conveniva tener la Tunisia fuori del ginepraio della questione d'oriente con tutte le complicazioni collegate con le garanzie internazionali. Era preferibile una Tunisia autonoma e debole, esposta alle interferenze delle due potenze mediterranee, aspiranti a estendere e rafforzare la propria influenza senza che un eventuale intervento locale determinasse una crisi internazionale quale si sarebbe verificata se la Tunisia fosse venuta a far parte dell'Impero Ottomano o, comunque, ne avesse garantite l'indipendenza e l'integrità territoriale.
La Gran Bretagna, per bloccare l'espansione francese nel nord-Africa, tentò abilmente di usare l'espediente della definizione dei rapporti tra la Reggenza e la Porta. Lord Russell come informava l'Azeglio da Londra il 31 dicembre ! avendo ricevuto da Parigi solo risposte dilatorie e preoccupato delle allures della Francia a Tonisi e a Torino, aveva deciso, senza darne comunicazione al governo italiano, di far pervenire a Costantinopoli l'adesione della Gran Bretagna alle proposte di Tunisi, considerate come consacrazione e definizione dello stata quo. 113>
Per ammissione dello stesso Russell, l'Italia non era stata consultata e l'Azeglio non dissimulò le mecontentement que causerait à Turin ce brusque revirement et la manière de l'accomplir .1I4) Russell spiegò che era stata sua intenzione di dare ulteriore comunicazione all'Azeglio e all'ambasciatore francese dopo aver esaminato le carte ufficiali. Ma dopo questo esame scriveva l'Azeglio egli era stato di parere d'intendersela prima con Parigi, sia perché una delle parti più interessate sia precisamente per i diverbi accaduti fra i rispettivi consoli a Tunisi .1JS* Poiché Lord Russell riconosceva al governo italiano il giusto diritto di lamentarsi per non essere stato consultato, all'Azeglio non rimaneva che prendere atto di questo <s modo d'agire tortuoso e poco franco del ministro inglese.
H risentimento per quella che l'Azeglio chiamava mancanza alle convenienze da parte del governo britannico e il timore di vedere l'Italia esclusa da consultazioni tra Inghilterra e Francia o scavalcata dall'iniziativa unilaterale della Gran Bretagna indussero il La Marmora a sottolineare in un dispaccio all'Azeglio del 6 gennaio 1865 che l'Italia aveva in Tunisia interessi almeno uguali a quelli di qualsiasi altra potenza ,,6) e che pertanto non le si poteva assegnare una parte secondaria nei negoziati e ribadiva il diritto del governo
ni) Ipl n. 493, eli. Analogo dispaccio venne inviato il 30 dicembre a Greppi a Costantinopoli.
U2) DDI, V, n. 499: La Marmora a Nigra, Torino, 30 dicembre 1864. 113) D D y. v, n. 502: Azeglio a La Mormora, Londra, 31 dicembre 1864. 0 DDI, V, n. 502, cit.
115) D D I, V, n. 504: Azeglio a La Marmora, Londra, 31 dicembre 1864. M6) DDL V, n. 516: La Marmora a Azeglio, Torino, 6 gennaio 1865.