Rassegna storica del Risorgimento

ALBANIA STORIA 1878-1886; ITALO-ALBANESI 1878-1886
anno <1980>   pagina <341>
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Gli italo-albanesi nei Balcani
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1) o formare degli staterelli intermedi fra Stati maggiori e ad essi colle­gati da vincoli federali pareggiando in tutto nelle scuole e nelle assemblee deliberanti i vari elementi etnografici, commettendovi l'insegnamento e TUBO di tutte le lingue ivi parlate;
2) ovvero, se si dividono fra Stati limitrofi quei paesi di nazioni miste, stabilire delle condizioni che garantiscano i diritti delle minoranze, Marco Antonio Canini è portato a constatare che il trattato di Berlino ha considerato i popoli né più né meno come un gregge di pecore e non ha per nulla tenuto conto, come di altri, neppure di questi logici e sani principi . Viceversa, scrive, è tanto più importante per l'Italia di studiare cosifatti problemi e di appog­giare colla sua azione diplomatica una soluzione a que' principi conforme, che bisognerà pur ricorrere ad essi per isciogliere presto o tardi la questione dei confini orientali del Regno . Così, nel ricordare implicitamente i lontani pro­getti di Pacifico Valussi del 1848 4) quando questi affacciò l'idea di far Trieste una citta libera anseatica e dell'Istria un paese italo-slavo, uno staterello auto­nomo in conformità al primo dei suindicati principi , altre soluzioni si im­pongono se invece i confini dell'Italia saranno un giorno stesi sino al Monte Maggiore : allora, converrà accordare agli Slavi che saranno ad essa uniti, degli speciali diritti, tutelare quella minoranza, la quale avrebbe ragione di pretendere di non essere interamente confusa colla maggioranza degli italiani . Perché, dunque, questi indirizzi vengano adottati in sede di soluzione del pro­blema del confine orientale italiano, Canini ritiene che l'Italia debba adoperarsi per farli trionfare anche in ordine ad altri problemi di relazione in piedi nella Penisola balcanica. Fra questi vi è il problema dell'Epiro, regione ove esi­stono due razze principali, la Greca e l'Albanese con in più la cutzo-valacca. Favorevole all'indipendenza albanese, il Canini ritiene che separare per sempre l'Epiro dalla Grecia sarebbe rompere una catena di tradizioni che risale ad una remota antichità. Meglio dunque che vada alla Grecia, con garanzia di libertà di culto, di uso della lingua e di scuole proprie per gli Albanesi .
Quanto agli Albanesi dell'Albania, essi non dovrebbero accontentarsi di una semplice autonomia nell'ambito dell'Impero ottomano, ma raggiunta coll'armi la loro indipendenza, allearsi coi Greci, formare con essi una lega, primo nucleo della confederazione orientale... La costituzione di una Lega greco-albanese debb'essere, conclude il Canini, uno dei cardini della politica italiana. Sarebbe un baluardo contro l'Austria. Altro pericolo comune all'Albania, alla Grecia, all'Europa presenta pure il panslavismo . 5>
Sulla linea di queste idee di costante influsso mazziniano, il Canini, insieme con Carlo Michele Buscalioni, si adopera molto negli anni successivi per dare vita ad una Unione Elleno-Latina , in vista del progresso e dell'afferma­zione dei diritti delle nazioni e per validamente sostenere in Europa l'ele­mento elleno-latino, se per avventura altri elementi trasmodassro a danno di esso , cioè con riferimento particolare al pangermanesimo ed al panslavismo. Quali obbiettivi immediati, oltre a collocare la Rumània sotto la garanzia collettiva delle altre nazioni dell'Unione , l'Unione stessa doveva promuovere una conciliazione e un accordo fra i Greci e gli Albanesi, per la creazione di una Lega albanese-greca che potrà formare il nucleo di una confederazione
*) Cfir. A. TAMBOKRA, Cavour e i Balcani, Torino, 1958, pp. 53-54. 5) Museo Centrate del Risorgimento, Roma, Carte P. S. Mancini, busta 636, n. 14 (3); M. A. CAMINI, Gli Albanesi e l'Epiro, Roma, 1879.