Rassegna storica del Risorgimento
ALBANIA STORIA 1878-1886; ITALO-ALBANESI 1878-1886
anno
<
1980
>
pagina
<
344
>
344 Angelo Tamborra
che avrebbero fatto il gioco di Serbi, Montenegrini e Greci. Attraverso il loro maggiore esponente e risvegliatore nazionale e culturale, Girolamo De Rada, essi entrano così di colpo nella grande politica balcanica, giusto nell'autunno del 1885.
Il punto di vista albanese, espresso appunto dagli Italo-Albanesi d'Italia, è infatti, nettamente contrario a queste idee e propositi di una federazione balcanica, messi di nuovo in moto dalla crisi rumeliota. Girolamo De Rada, sul suo Fiàmuri Arbèril. La Bandiera dell'Albania, che si pubblica a Cosenza e costituisce la voce più alta della coscienza nazionale albanese, è estremamente chiaro ed esplicito: nell'articolo / federati de' Balcani del 20 ottobre 1885 (anno II, n. 6), di fronte alla eventualità che la Turchia sia per ritirarsi dall'Europa, e le genti che essa tenne soggette vogliano prendere il luogo di essa e più non altro , denunzia gli appetiti delT Eliade che vuole l'Epiro, la Tessaglia e parte della Macedonia; del Montenegro che aspira al littorale della Gjegjeria ; della Serbia che chiede la Vecchia Serbia, piena di Albanesi : gli Stati che dianzi si sciolsero dalla Porta Ottomana levansi armati, non per tender la mano all'Albania che rilevi sorella anch'essa, ma per fare a pezzi e partirsela, lei nazione misera che ultima soggiacque a' Turchi... Le parti essi le fecero innanzi nel segreto accordo della Federazione Balcanica .
Ancora, il 20 novembre, in L'Albania e i giornali italiani e dunque in aperta polemica con La Riforma di pochi giorni prima il De Rada continua a combattere l'idea di una federazione balcanica. Piuttosto di essa, preferisce addirittura la necessità di un rafforzamento della Turchia, grazie anche all'appoggio delle Potenze europee se scrive: In ogni caso l'Albania, riposata in sé medesima e raccolta nelle sue sparse frondi sarà uno scoglio a cui rompano le onde slave, le quali oggi turbano l'Austria e tengonla in cura di dighe... .
Pochi mesi prima, il 19 marzo 1885, lo storico Cesare Cantù, da parte sua aveva posto a Girolamo De Rada una precisa domanda, sempre in tema di fede* razione balcanica: una federazione balcanica non sarebbe opportuna? M'indichi com'ella vede l'avvenire dei suoi padri, sottratti s'intende a' Turchi . La risposta viene resa nota, pubblicamente, sul Fiàmuri Arberit del 20 febbraio 1886, dove si sostiene che una simile federazione sarebbe dopo poco sopraffatta dagli Slavi federali o da' lor padroni che lor stanno alle spalle. Ma questa unione di uguali non è voluta dagli Elleni che pretendono il ripristinamento dell'Impero bizantino che per loro suona impero greco. In quanto alla Shchepta-ria, han prefisso che sia essa il soggetto selvatico in cui mestino la loro lingua e 1 loro dominio, e quindi riescano prepotenti nella Lega... . Ricordato come il Mavromati, console greco a Malta, verso il 1883, sul giornale L'Acropoli di Atene, avesse rivendicato la media Albania, l'Epiro e la Macedonia, che non contengono insieme neppur settecentomila albanesi , un altro episodio è, per il De Rada, significativo: qualche anno prima, quando auspice il Buscalioni una mano di volontari italiani si offriva a sostenere a fianco degli Elleni la Federazione balcanica, come il colonnello Coelli ebbe espresse le volontà di Buscalioni e di Ganzio che l'Albania figurasse tra i federati, Comonduros si turbò e lasciò cadere le trattative. Intanto l'Albania non pensò né pensa a federazioni quali pur sieno. Invece eccitatissimi sono ora gli spiriti della slealtà arrogante dell'EUenia che opera pervicacemente a perderla .
Come si vede, tutti i progetti federalistici per i Balcani che nascono dopo il Congresso di Berlino e vogliono correggere le insufficienze delle sue soluzioni, vengono visti con estrema diffidenza dagli esponenti più autorevoli della nazione