Rassegna storica del Risorgimento
GIUNTINI ALDO; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
anno
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1980
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350
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Libri e periodici
più accanto a una normale). Non solo: ma il metodo doveva godere di un notevole prestigio se, come riporta Grimi, nelle scuole lancasteriane era possibile riscontrare la frequenza di nobili ed alti borghesi insieme a figli di popolani, fenomeno attesto di indubbio interesse.
Sono dunque più d'uno i motivi per i quali vale la pena di conoscere meglio il pensiero e la politica educativa in Sicilia al tempo dei Borboni, e siamo grati all'A. per la sua appassionata ricostruzione, che ce ne dà un puntuale ed esauriente rendiconto, fondato tanto su pubblicazioni contemporanee, molte delle quali poco note, quanto su documenti di archivio. La passione per la sua terra non offusca peraltro Grimi, che non è tardo nell'addi-tare, quando è il caso, lentezze, arretratezze ed errori, giungendo cosi a fornire un quadro complessivo equilibrato.
DONATELLA PALOMBA
GIULIANO OLIVA, La Guardia di Finanza Pontificia', Roma, Museo storico della Guardia di Finanza, 1979, in 8, pp. 440 con ili. e taw. S.p.
Floriano Boccini, nell'iniziare l'esauriente recensione ai due volumi gemelli, pubblicati nel 1977 dal Comando generale della Guardia di Finanza, La Guardia di Finanza dalle origini e ha Guardia di Finanza nelle operazioni militari, ha avuto cura di notare i pregi tipografici delle opere. D La stessa lusinghiera constatazione deve essere fatta subito per il lavoro sulla Guardia di Finanza nello Stato Pontificio, curato dal gen. Giuliano Oliva: ottima è la stampa, brillante il corredo illustrativo e per la massima parte inedita la documentazione archivistica. Ma, al di là degli innegabili meriti formali, questo volume, come avverte giustamente il gen. Domenico Furbini, presidente del Museo storico del Corpo, nella prefazione, ha voluto, ottenendo lo scopo, illustrare l'organizzazione poco e male conosciuta dai più e tuttavia, nel quadro generale, rilevante per singolarità d'istituti e per concretezza operativa . Il Corpo, uno dei più antichi degli Stati italiani, venne costituito, nel 1786, nel quadro di un tentativo per giungere ad un risanamento delle finanze e disciplinato da una normativa organica, alcuni anni più tardi, nel 1795. Dopo la fase napoleonica, che vide la truppa di Finanza assorbita nei reparti francesi, una circolare del 14 maggio 1814 provvide ad un primo rilancio, perfezionato nei 1816 dalla promulgazione di un nuovo ce regolamento generale della truppa delle Dogane Pontificie . Esso elencava le tre più significative attribuzioni: repressione del contrabbando, tutela dei diritti doganali, sorveglianza di tutte le operazioni del Ministero delle Dogane .
L'Oliva, molto obiettivamente, rileva che il provvedimento, troppo impegnativo e doro, avrebbe mostrato la sua più grave insufficienza nell'eccessivo carico di controlli riconosciuti ad un personale impreparato. Comunque, con un'altra circolare del 6 aprile 1817. venne ribadito che i compiti principali consistevano nella repressione del contrabbando e nella lotta contro le frodi di ogni tipo, condotte a danno delle amministrazioni pubbliche. Dopo i moti del 1821 la Guardia di Finanza assunse una veste nazionale con un servizio esteso lungo l'intero confine dello Stato. Al 24 ottobre 1827 risalgono le disposizioni in base alle quali il Corpo ricevette la definitiva veste, organizzativa e operativa, in terra ed in mare.
A questo proposito vale ricordare il capitolo, dedicato alla Marina di Finanza, ricco di notizie interessanti e sicuramente sconosciute per moltissimi.
Diffuso è senza dubbio Tesarne delle vicende risorgimentali, durante le quali i finanzieri assunsero atteggiamenti apertamente rivoluzionari o di prezioso appoggio alle iniziative dei patrioti. Dopo la Repubblica Romana, prima nobile pagina, un terzo dell'organico fa epurato per l'aperto impegno mostrato a sostegno degli insorti. Nel 1860, in occasione della ce diversione di Callimaco Zambianchi, nella quasi totalità le Guardie di Finanza oc erano guadagnate alla eausa nazionale e non trascuravano occasioni per favorire l'emigrazione, l'entrata delle armi e delle bande armate . La oc diversione autentica, che prevedeva l'impiego di circa 9.000 uomini e che non fu effettuata per il timore di troppo
i> Rassegna storica del Risorgimento, a. LXVI (1979), pp. 211-212.