Rassegna storica del Risorgimento

GIUNTINI ALDO; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
anno <1980>   pagina <351>
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Libri e periodici
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pesanti ripercussioni internazionali, nei piani successivi alla prima piccola manovra, avrebbe dovuto essere guidata dall'ispettore in capo della Finanza Luigi Pianciani, futuro primo Sindaco di Roma italiana.
I comitati rivoluzionari dell'Italia centrale, poi, utilizzarono largamente componenti del Corpo per organizzare i moti giustificativi dell'occupazione piemontese. Anche il tentativo garibaldino del 1867 fu dall'interno sostenuto da numerosi finanzieri, disposti anche in posizioni strategiche.
Con la conquista italiana il Corpo, in servizio fino al 12 ottobre, venne natural­mente sciolto e sostituito con il ruolo organico delle Ispezioni delle gabelle e della guardia doganale per la provincia di Roma. La Guardia di Finanza, sostiene l'Oliva in sede di bilancio consuntivo, pur tra ristrutturazioni, epurazioni e conflitti, aveva conservato una sua sostanziale unità ed aveva anche avuto periodi di fulgore *>>
Accanto ad uomini deboli di fronte alla corruzione, tantissimi altri <c seppero dare esempio di correttezza estrema e di grande dignità ed onore .
Con trasparente ma non infondato sarcasmo il generale Furbini conclude la prefa­zione, esprimendo l'avviso che l'opera rappresenti una lettura, utile e piacevole non solo per i partecipi del Corpo, ma per tutti e specialmente per i buongustai di quelle piccole e non piccole ghiottonerie di che- la storia minore fa ricca la sorella maggiore anche quando questa la relega a pie' di pagina o l'ignora del tutto lasciandola, appunto, agli specialisti della reviviscenza .
H volume indubbiamente offre spunti ed indicazioni non trascurabili sull'organizza­zione dello Stato Pontificio e sugli sforzi fatti per un adeguamento delle sue strutture alle crescenti esigenze istituzionali e, per soddisfazione del generale Furbini, a mio avviso, i cultori della storia maggiore , se vorranno rispettare un impegno di piena informazione, non potranno trascurare il lavoro di Giuliano Oliva.
In chiusura sia consentito un rilievo di ordine bibliografico: non sono stati citati né l'eccellente saggio di 6. Rossi Ragazzi (Le entrate detto Stato Pontificio dal 1827 al 1867, in Archivio economico dell'unificazione italiana, serie I, voi. I, fase. IV, Roma, 1956) né il dettagliato volume curato dal Ministero del Tesoro, Ragioneria generale dello Stato (Istitu­zioni finanziarie contabili e di controllo dello Stato pontificio dalle origini al 1870, Roma, 1961). Grazie ad essi il discorso avrebbe acquisito anche dei sicuri fondamenti tecnici e una maggiore densità.
VINCENZO PACIFICI
PIERO ZAMA, IM rivolta in Romagna fra il 1831 e il 1845. I giudizi dell'Azeglio, Mazzini, Farini, Capponi, Montanelli ed altri, con presentazione di Emilia Morelli; Faenza, Lega, 1978, in 8, pp. X-326. L. 8.000.
Piero Zama, da sempre appassionato alla storia della sua Romagna, ha preparato questa fatica con l'intenzione di sintetizzare un agitato quindicennio. Che si faceva in Romagna fra il 1831 e il 1845? Si cospirava, ci si armava, ci si rivoltava; questo secondo il luogo comune. Ora, se è vero che fra le province dello Stato Pontificio le legazioni davano più pensieri (e bajocchi...) al Governo di Roma, è altrettanto vero che non si può parlare di uno stato endemico di guerriglia. Uno dei meriti di questo volume è di analiz­zare minutamente le varie insurrezioni, da quella del '31 fino ai primi e gli ultimi casi di Romagna, riducendo questi ultimi due alle loro reali dimensioni di scaramuccie di set­tati esaltati contro stupiti gendarmi. In tale periodo lo Zama vede oc la formazione di due correnti: quella degli impazienti che ritengono possibile un'azione violenta contro il governo dei preti, la sola idonea ad abbatterlo , e l'altra meno irritata e più consapevole della situazione, che aspira a riforme come prima conquista , attraverso un lavoro di propaganda ed organizzazione che eviti possibilmente la violenza fino al sangue (p. 11). Già dei moti del *31 lo Zama aveva trattato nel suo precedente La marcia su Roma del 1881 (Roma, 1976); qui in poche pagine ne riassume le fasi, mettendo in luce come non fosse così facile vanificare il Congresso di Vienna, lezione che però i Romagnoli non impararono appieno. Mazzini trovò fertile terreno fra gli esiliati, fra i quali un giovane studente in medicina di Russi, Luigi Carlo Farmi. Cosi dopo un decennio fu proparato un moto, che