Rassegna storica del Risorgimento

GIUNTINI ALDO; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
anno <1980>   pagina <355>
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Libri e periodici
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di stile Vittorio E. Giuntella nella sua presentazione, sembra <c che in questo momento di intenso travaglio ideologico di superamento di schemi interpretativi del divenire sociale che possono essere validi nella misura che non si mutino in dogmi, che solo un'oligarchia chiesastica è in grado di rivelare e attuare; sembra che nel pensiero di Mazzini ci siano motivi che in sede storiografica sia utile rimeditare . Pur guardandosi, aggiunge pertinen­temente Giuntella, dalla tentazione di antistoriche attualizzazioni, è lecito ritenere che sia possibile, ce da un approfondimento del pensiero mazziniano e della sua concreta azione (come del suo fallimento) ritrovare dei motivi, degli spunti, o dei moniti (per esempio sulla effettiva e concreta associazione dei lavoratori al processo produttivo) che ieri furono obliterati nell'urgenza della lotta di emancipazione e che oggi è necessario rimeditare . E c'è subito da aggiungere che motivi, punti e moniti del genere si ritrovano in abbondanza nei contributi qui presentati, fondati tutti, su una documentazione di prima mano di grande interesse.
Se il breve ma limpido saggio di Alfonso Scirocco, L'associazionismo mazziniano da Porta Pia alla fondazione del partito socialista, rappresenta una utile e sintetica introduzione al tema, già con quello successivo di Giuseppe Monsagrati, Momenti dell'in-transigentismo repubblicano: il gruppo romano del a Dovere , ci troviamo di fronte ad un esemplare lavoro di scavo archivistico che ha permesso all'autore di delineare con grande efficacia le vicende e il ruolo del gruppo di repubblicani intransigenti raccoltisi, a cavallo degli anni '70 e '80, intorno al quotidiano, poi settimanale, che Sara Nathan, in­sieme ai figli Giuseppe ed Ernesto, contribuì con tanto impegno a portare alla luce ed a sostenere. Di notevole interesse pure lo scritto di Augusto Comba, dedicato a La base repub­blicana dal 1849 al 1893 nell'a Emancipazione di Felice Albani, nel quale si possono leggere numerose e persuasive messe a punto circa la corrente tendenza ad una a descri­zione della presenza mazziniana e repubblicana nel movimento operaio italiano dell'800 come di una presenza transitoria, destinata ad essere completamente sostituita e assorbita, per la logica stessa della condizione operaia, dalle correnti socialiste . Sono puntualizza­zioni misurate, prive di eccessi polemici, e proprio per questo motivo tanto più efficaci. Come osserva lo stesso Comba: a Non è certo sostenibile, ovviamente, che non si sia veri­ficato progressivamente, dopo il 1871, un passaggio di quegli strati popolari che in prece­denza erano politicizzati dal mazzinianesimo a una politicizzazione di segno socialista. Bensì si tratta di sottolineare l'utilità di portare avanti il lavoro già impostato e svolto special­mente da Spadolini e da alcuni altri storici, nel senso di studiare nella storia del mazzinia­nesimo postmazziniano non solo le grandi personalità, il corso delle idee e il dibattito in seno alla dirigenza politica, ma anche la composizione, le motivazioni e i mutamenti della * base ', onde evitare lo schematismo nei giudizi di sintesi su tutta la materia . E l'autore dà qui un saggio di quanto si possa fare in questa direzione attraverso una docu­mentata flTmligj quantitativa e socio-politica del XVII congresso delle Società operaie ita­liane affratellate (ossia d'ispirazione mazziniana), svoltosi a Napoli nel giugno 1889.
Si ricollega direttamente all'indagine di Comba lo studio di Mario Casella su / repub­blicani a Roma alla fine del secolo (1889-1900), dove fra l'altro è ampiamente dimostrata l'importanza della componente repubblicana nella organizzazione e nelle lotte del movi­mento operaio romano durante l'ultimo decennio dell'Ottocento, a cominciare dalla stessa fondazione della Camera del lavoro nel 1892.
Un sondaggio assai originale, al quale è da sperare che altri se ne aggiungano presto, è quello effettuato da Romano Ugolini con la sua paziente ricerca: L'educazione popolare di orientamento mazziniano a Roma: la famiglia Nathan e la scuola ce Giuseppe Mazzini in Trastevere. Una scuola femminile che, vale la pena ricordarlo, con le sue varie trasformazioni da elementare ad elementare e professionale, e infine solo profes­sionale è stata l'unica a raggiungere i giorni nostri, fra le tante altre iniziative edu­cative del tempo rivolte alla classe operaia. La presente ricerca s'inserisce nell'ambito di tuia più ampia serie di indagini che l'autore va svolgendo in funzione di un lavoro sulla famiglia Nathan. E c'è da augurarsi che egli sia in grado di raggiungere presto questo importante traguardo.
ALBBBTO AQUAIIONE