Rassegna storica del Risorgimento

GIUNTINI ALDO; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
anno <1980>   pagina <356>
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Libri e periodici
MARIO BBLARDINELLI, Movimento cattolico e questione comunale dopo Vunità (Nuova universale Studium, 33); Roma, Studium, 1979, in 16, pp. 193. L. 4.000.
a L'impegno del (movimento cattolico nelle amministrazioni comunali [...] rappre­senta 1 elemento più originale e ricco di sviluppi nell'attività dei cattolici impegnati nella vita pubblica (p. 9). Questa è la ragione dell'interessamento di Mario Belardinelli ad un aspetto del movimento cattolico che finora aveva raccolto solo episodica attenzione e al quale egli ha già dedicati vari contributi, ora inquadrati in una sintesi più ampia.
Belardinelli indica nel 1872 il primo fiorire di una serie di iniziative pratiche da parte dei cattolici per oc far sentire la presenza benefica della Chiesa nella società (p. 25). I risultati, però, non furono tali da incoraggiare illusioni di una rapida affermazione in campo amministrativo, tanto che ne consegui un atteggiamento di fuga dalla realtà, che si traduceva in un * catastrofismo ' verbalmente aggressivo e accidioso, disposto a consolarsi con l'altissima percentuale di astensioni che seguitava a caratterizzare le elezioni ammini­strative come le politiche (p. 34). Tale atteggiamento astensionista e passivo rappresen­tava, secondo Belardinelli, oc un sostanziale avallo [...] da parte di molti cattolici censiti, dalla gestione moderata degli interessi locali, riconosciuta tutto sommato accettabile (p. 35).
Negli anni successivi (1874-75) si andò manifestando un'istanza opposta, cioè ce l'esi­genza di testimoniare e tutelare anche sul piano civile certi valori religiosi, ritenendoli essenziali alla vita della comunità (p. 35), e ciò in particolare nel Veneto. L'esigenza di una presenza cattolica nei consigli comunali era sorta, secondo Belardinelli, in seguito a oc mozioni sempre più frequenti che escludevano l'insegnamento religioso dalle scuole ele­mentari (dipendenti dai municipi) (p. 41), ma anche a interessamento per la sorte degli istituti di beneficenza, per l'amministrazione di ospedali, orfanotrofi ecc. e alla questione dell'abolizione del riposo festivo.
Dopo il 1876 l'azione dei cattolici in campo amministrativo si fece costante, accen­tuandosi dopo l'approvazione della legge Coppino, che non prevedeva più l'insegnamento obbligatorio della religione nelle scuole elementari. Belardinelli evidenzia come nell'impegno amministrativo dei cattolici cr vada prevalendo l'orientamento conservatore e si manifesti e la propensione per alleanze amministrative con i liberali monarchici (non solo di destra), in funzione di contenimento antiradicale (p. 66), nonostante qualche isolato intervento contrario di chi vede spesso l'elettorato, cattolico coinvolto in operazioni di rincalzo ai gruppi liberali (p. 74).
Il tentativo di organizzare su base nazionale tutti i gruppi elettorali cattolici alla fine del secolo fallì; ci si arriverà, mutati i tempi e sciolta l'Opera dei congressi, solo nel 1906 quando fu fondata VUnione elettorale. Alla fine del secolo si manifestarono anche in campo amministrativo i dissidi tra i giovani democratici cristiani eia vecchi conserva­tori e moderati che porteranno allo scioglimento dell'Opera dei congressi nel 1904. Il pro­gramma di Torino del 1895 segnò un punto di riferimento costante per i democratici cristiani nel loro tentativo di rinnovamento politico-amministrativo, mentre i cattolici conservatori cercavano l'alleanza dei liberali, facendo marcia indietro sui programmi ammi­nistrativi e cedendo sulle primitive rivendicazioni autonomistiche municipali.
Belardinelli non a torto registra nell'età giolitliana un ineluttabile orientamento a destra dell'elettorato cattolico (p. 146), tanto che nelle elezioni amministrative del 1914, le prime a suffragio universale maschile, i cattolici si presentarono ancora nei blocchi d'ordine in funzione antisocialista e ani i progressista, ad eccezione di Sturzo che in Sicilia propugnava la costituzione di liste cattoliche autonome.
Un lavoro quello di Belardinelli che reca un notevole contributo alla storia del movi­mento cattolico e a quella della questione comunale aprendo la via ad ulteriori ricerche sulla partecipazione cattolica alle elezioni amministrative (che vadano ad aggiungersi ai pochi studi finora condotti quali quelli del Malgeri e del Mazzoni* per Roma, di Lanaro per il Veneto, di Tintori per Lucca, per citarne solamente alcuni).
Belardinelli in alcuni passi del suo lavoro critica l'impostazione del discorso sul clerico-moderatismo da parte di storici mandati come Candeloro, Ragionieri, Lanaro e M. G. Rossi, che vi hanno voluto vedere a suo avviso solo una a sostanziale adesione al mondo borghese da parte dei cattolici. Secondo Belardinelli a il ricorso agli ' accordi '