Rassegna storica del Risorgimento
GIUNTINI ALDO; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
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1980
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Libri e periodici
antidemocratica sia inseparabile dall'affermarsi del capitalismo italiano ce in ciò che possiede di meno monco e provinciale e anche che esista un ce campo nazionalisteggiante, protezionista e imperialista, già nei primi decenni dopo l'Unità (pp. 10, 14, 87), ma BÌ deve pure precisare che questo convisse con opposte tendenze della classe dirigente e che non influenzò in maniera sensibile la politica generale del paese, la quale si mantenne nei vecchi binari fino al 1887, allorché la crisi agricola e la politica protezionista di altri Stati resero necessaria la revisione dei nostri trattati commerciali.
Che una cultura nazionalisteggiante circolasse in ampi strati della società italiana assai prima del fascismo è senz'altro vero e risaputo, ma non si può dire che essa riuscisse, prima della guerra mondiale, ad imprimere alla vita politica del paese un atteggiamento sostanzialmente diverso dal clima generale della politica mondiale dell'epoca, nel quale si mescolavano militarismo e pacifismo, velleità reazionarie e democrazia e socialismo, crisi dei valori della ragione e fede nel progresso scientifico e civile in generale. Noi crediamo pertanto, a differenza di Lanaro (p. 87), che un'Italia liberale, con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni, sia esistita.
Crediamo pure che la marcia di quella cultura nazionalisteggiante, a irresistibile , secondo il Lanaro, ce verso l'approdo di concezioni totalizzanti della società e dello Stato (p. 87), sia stata invece fino alla guerra solo una delle opzioni teoriche possibili e che sia divenuta unica e calata nella prassi solo dopo il trauma bellico.
H fascismo non va perciò, secondo noi, ricondotto agli attributi salienti della ce formazione sociale capitalistica in Italia , non è lo sbocco ultimo di un paese che si industrializza nell'epoca del tramonto del liberalismo ottocentesco, la cornice ultima di un flusso di modernizzazione , l'epilogo necessario dell'Italia cri spina e giolittiana, al contrario di quanto pensa il Lanaro (pp. 9, 19, 87).
Esso invece è, a nostro avviso, la risposta di un paese democraticamente immaturo nella coscienza civile e nelle istituzioni, giovani e gracili, ai gravi problemi del dopoguerra, tra i quali, in primo luogo, le aspirazioni e le rivendicazioni delle classi popolari organizzate, infiammate e galvanizzate dall'esempio della rivoluzione bolscevica. Un paese già in parte industrializzato ma politicamente immaturo, per l'esistenza di una dinastia non del tutto convinta della bontà degli istituti liberaldemocratici e di doverne essere perciò la garante, di un apparato statale (esercito, burocrazia, magistratura, scuola) educato più al culto della nazione e dello Stato nazionale dinastico che delle istanze liberali e democratiche da essi realizzate; per l'esistenza di partiti di massa in opposizione pregiudiziale allo Stato od obbedienti a fini e poteri ad esso estranei; per la forma mentis politica dei vecchi gruppi dirigenti, sempre forti anche se ridimensionati dagli ultimi avvenimenti politici ed elettorali, che li rendeva incapaci di comprendere la nuova situazione storica; per l'esistenza di una società civile con contrasti sociali caratterizzati da una radicale volontà eversiva, da un Iato, e, dall'altro, da un miope e pauroso atteggiamento di conservazione ad ogni costo della situazione esistente.
Forse quest'interpretazione potrà essere ritenuta riduttiva o magari molto tradizionale, ma è ancora la sola, almeno per noi, che riesca a soddisfare la nostra coscienza civile e di studiosi.
RAFFAELE MOLINELLI
Catania contemporanea. Cento anni di vita economica, a cura di ANTONIO PF.TINO; Catania, Istituto di Storia economica dell'Università, 1976, in 8 gr., pp. XXIV-1013 con ili. L. 50.000.
Nel 1960 il ce Centro Studi e Ricerche sul Mezzogiorno e la Sicilia , in una convenzione col Comune di Catania decise di effettuare un'ampia e approfondita esplorazione degli aspetti politici, economici, socioculturali della vita della metropoli etnea nell'età moderna, vedendo cosi le origini e la formazione di questa ce Milano del Sud . Ma il progetto, forse troppo vasto, ha subito un ridimensionamento, col limitare la ricerca agli Tiltjrrni cento anni. In realtà quasi tutti ì quindici saggi che compongono il volume oltrepassano il limite del centenario. Ne risente la coerenza col titolo, ma ne guadagna ovviamente la comprensione delle principali fasi di sviluppo della città e della sua provincia.