Rassegna storica del Risorgimento
GIUNTINI ALDO; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
anno
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1980
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pagina
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365
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Libri e periodici
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L'aggiunta di altri precisi riferimenti bibliografici , ed un utilissimo quadro cronologico comparato che ha per termini di comparazione la cronologìa, Io Stato italiano, la Chiesa cattolica. Stati e Chiesa in Europa e Avvenimenti internazionali, conferisce un ulteriore valore al libro.
FIERO ZAMA
ALDO ALESSANDRO MOLA, Giovanni Gioititi. Grandezza e decadenza dello Stato liberale; Cuneo, L'Arciere, 1978, in 8, pp. 325. L. 6.500.
L'interesse per la figura di Giovanni Giolitti non ha mai subito eclissi nella storiografia, anzi, l'analisi del suo pensiero e lo studio della sua azione di governo e di tutta la sua attività politica, grazie alla molteplicità di spunti e di indicazioni che se ne possono trarre, è stata negli ultimi decenni oggetto delle interpretazioni più diverse da parte, non solo di storici, ma anche di politici. L'occasione offerta dal cinquantesimo anniversario della morte dello statista poteva quindi servire a quel ripensamento che appare necessario data la mole raggiunta dalla bibliografia giolittiana. Ma sono tanti i quesiti ancora irrisolti e gli interrogativi insoddisfatti e sono ancora vive le polemiche che accompagnarono Giolitti dallo scandalo della Banca Romana all'avvento del fascismo.
Consapevole di quanto ci sia ancora da lavorare sul mezzo secolo in cui Giolitti fu un protagonista della vita politica italiana, Aldo Alessandro Mola ha pubblicato, quale contributo per il cinquantenario, un volume nel quale propone alcuni <K quadri per la valutazione dello statista piemontese attraverso lo studio, condotto anche su documenti inediti, del metodo politico da lui applicato sin dall'esordio parlamentare, del suo rapporto con l'apparato prefettizio e con i senatori, del progetto di riforma dello Statuto e dell'ideazione di una grande pedagogia politica di ispirazione laica. I singoli saggi sono accompagnati da appendici di documenti.
Innegabile merito di Giolitti fu, a giudizio di Mola, l'essere riuscito a realizzare livelli più avanzati di coesione tra la società e la sua rappresentazione statuale (p. 11); la mancata revisione dello Statuto impedì però che la consuetudine divenisse norma e l'incapacità o l'impossibilità di riorganizzare il quadro istituzionale, conformandolo ai nuovi equilibri, portò al fallimento del progetto di liberalismo democratico giolittiano.
D'altra parte, a giudizio di Mola, a Giolitti mancò una chiara e organica linea di condotta sul tema della riorganizzazione dello Stato. Egli era convinto della necessità di affermare la sovranità del parlamento, di precisare i termini costituzionali della responsabilità dei ministri di fronte a quello stesso parlamento, di definire i limiti dell'iniziativa regia nella formazione del governo e nella determinazione dei suoi atti. Questa spinta al rinnovamento delle istituzioni, presente non solo in Giolitti, ma in tanta parte della borghesia avrebbe però subito, secondo Mola, col regicidio di Monza un colpo da cui non si riprese più. a II fulcro del suo [di Giolitti] pensiero politico il rafforzamento delle libertà attraverso la chiarificazione dei rapporti tra i poteri statutari fondamentali dovette essere accantonato ... (p. 153).
Il volume, che nella seconda parte ripropone due saggi già pubblicati, si conclude con una bibliografia che, pur definita dall'autore sommaria ed essenziale, occupa tuttavia dieci pagine. Confessiamo di non aver compreso i criteri che hanno presieduto alla suddivisione in argomenti della bibliografia stessa, all'interno della quale, per fare un solo esempio, nel paragrafo dedicato a a Paese e province è segnalata la Storia d'Italia dal-VUnità ad oggi di Carocci che trovava, forse, la sua collocazione naturale tra le opere
generali.
Queste nostre osservazioni nulla levano comunque alla validità delle ricerche compiute dall'autore* e se il volume pubblicato è solo una tessera che Mola si propone di inserire in futuro in un più ampio e organico lavoro, non ci resta che attendere con vivo interesse quell'opera complessiva su Giolitti che pure è grave carenza della nostra storiografia.
ANNA MARIA ISASTIA