Rassegna storica del Risorgimento

GIUNTINI ALDO; ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITALIANO
anno <1980>   pagina <370>
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Libri e periodici
vero specialista della materia, che padroneggia con rara perìzia e finezza, mentre pare più opportuno sottolineare il fatto che egli non si limita ad accumulare documentazione ed indicazioni sull'argomento, per quanto utile tutto ciò possa essere, ma organizza l'insieme degli elementi in modo da lumeggiare con molta efficacia il progetto politico ed economico che sottintendeva l'azione Iloydiana nel Levante, che non si limitava al trasporto di merci o all'impegno di estendere la propria influenza commerciale in sempre nuove aree, ma era anche, e in particolare, un peculiare aspetto dell'ormai secolare sforzo austriaco di conquistare sempre più terreno nella corsa verso est, a spese del declinante impero otto­mano. Una volta conclusa la stagione del ricorso all'uso della forza attraverso la competi-zione militare nei Balcani, che aveva caratterizzato la politica imperiale nei Sei e Sette­cento, con il XIX secolo, scomparso ormai il pericolo mussulmano, si affermò il principio della lotta commerciale, che il governo viennese condusse con una certa abilità, cercando ai conquistare i mercati del Levante alla propria economia, e in questo senso il Lloyd riuscì un efficace ed efficiente strumento di penetrazione e di controllo nell'impero turco, favorendo l'azione diplomatica austriaca e preparandone il terreno. In questo modo, perciò, lo studio di Del Bianco, oltre a far conoscere un'importante pagina della storia economica triestina, di cui Fattività Iloydiana costituisce un fondamentale aspetto, che sino ad oggi era stato troppo trascurato, a parte i meritori ma ormai remoti lavori dello Stefani ma il discorso sulla storia economica triestina è molto complesso e quasi tutto ancora da impo­stare e svolgere, dato che finora assoluta è stata la prevalenza della storiografia politica nelle ricostruzioni delle vicende locali nell'età moderna e contemporanea, il che è piena­mente comprensibile avendo presente il tipo dì lotta politica che ha caratterizzato la vita cittadina negli ultimi cent'anni circa , si presenta come un proficuo contributo alla conoscenza di un aspetto finora poco noto ed indagato della politica economica e commer­ciale austriaca nell'Ottocento e nel primo Novecento, riuscendo a dare un coerente senso politico a un tema in apparenza così tecnico ed arido come è quello della marineria postale, a riprova che qualsiasi argomento, anche quello che può parere più secondario e minore, se opportunamente sollecitato ed analizzato con un'adeguata metodologia e secondo una precisa prospettiva storiografica, può offrire adeguati lumi allo studio storico dell'agire umano e alla comprensione delle interazioni tra economia e politica in particolari contesti e situazioni, come nel caso esaminato in questo volume, dal quale, poi, emerge un altro elemento importante, di notevole attualità. Se, infatti, si ha presente che il Lloyd Austriaco aveva sede a Trieste, dove facevano capo quasi tutte le linee da esso gestite, comprese, quindi, quelle per il Levante, e che tale complesso di attività mercantili, commerciali e postali, era di notevole ampiezza e mole, si avrà una conferma anche storica di quella che è la natura le funzione e l'idoneo ruolo della città adriatica, cioè quello di punto d'incontro e di mediazione delle correnti di traffico tra bacino danubiano e area mediterranea, specie orientale, e di valido trampolino di lancio per un'economia orientata a conquistarsi sbocchi nel Levante e nei territori a suo tempo facenti parte dell'impero turco, ruolo e funzione che, purtroppo, sono stati troppo facilmente dimenticati o trascurati dagli attuali responsa­bili delle scelte economiche connesse al futuro di Trieste, per ignoranza della storia così come per scarsa sensibilità economica, il che certo non è stato per la classe dirigente triestina e austriaca dell'impero absburgico, come ha lucidamente documentato Umberto Del Bianco con questo studio esemplare per rigore scientifico, chiarezza analitica ed impe­gno civile, che è una conferma, infine, della nota asserzione crociana che ogni storia è contemporanea, quando sia condotta con severa passione etico-politica, perché è sempre sollecitata da stimoli e problemi intrinseci alla società in cui è attivo lo storico che se ne occupa. Si deve, infine, riconoscere che la collana che ospita questo studio, condotta egre­giamente da Giulio Cervani e Salvatore F. Romano, aprendosi anche a ricerche economiche come questa, viene allargando sempre più il ventaglio dei propri interessi e ampliando le prospettive di lavoro secondo cui affrontare la complessità della storia triestina e giuliana, dove tematiche ideologiche, politiche, sociali ed economiche s'intrecciano in un groviglio quasi inestricabile, e di tutto ciò bisogna essere grati ai due valenti curatori
FULVIO SALIMBENI