Rassegna storica del Risorgimento
CONTADINI ITALIA MERIDIONALE SEC. XVIII; GALANTI GIUSEPPE MARIA
anno
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1980
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pagina
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392
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CONTADINI,
PAUPERISMO E SPEREQUAZIONE DELLE RICCHEZZE
NEL PENSIERO DI GIUSEPPE MARIA GALANTI
Tutta l'opera del Galanti, di questo puntuale descrittore della realtà e dei mali del nostro Mezzogiorno, è accompagnata, come da un coro, dallo spettacolo dolente dei poveri, che costituiscono, si potrebbe dire, lo sfondo costante del quadro. Sono le masse urbane abbrutite dalla miseria e dalT ozio s> ; sono i contadini che ancora non hanno scelto la fuga nella metropoli, e che sono sottoposti allo sfruttamento e alle angherie degli ultimi residui della feudalità. Non esiste, in Galanti, una concezione dicotomica netta; nel senso che egli non individua, come fa Filangieri, i due poli opposti delle tensioni sociali, i prò-prietarj j> e i non proprietarj ; egli individua, piuttosto (e in questo senso il suo sguardo è volto alFindietro, nell'irraggiungibile mito dell'* eguaglianza delle antiche popolazioni preromane) il fenomeno feudale, e quello romano ancor prima, come qualcosa che si è sovrapposto ad uno status idilliaco e felice. Esiste una cuspide parassitaria della società, individuata prima nel suo atteggiamento parassitario che nella sua funzione economica, che opprime ed angaria le masse contadine e condanna alla miseria le plebi urbane. Il contadino è una bestia da soma, a cui si lascia quanto basta per sostenere il suo fardello. Si è veduto che viene spogliato di quanto raccoglie, da' baroni, dal clero, da' frati mendicanti, da' governatori, da' pubblicani, da' subalterni de' tribunali, dal causidico e dal medico .]) I plebei di Napoli Vivono sulle strade o sulla riva del mare, ed in gran numero al Mercato e ne' suoi contorni, e sono occupati ne' mestieri i più vili. Tutto il loro avere si riduce ad una camicia e ad un calzone di tela, e quando non hanno casa né letto si coricano sotto le panche, dette anche banche, per cui diconsi pure banchieri... .2)
Galanti, tuttavia, è abbastanza cosciente per essere ossessionato all'idea dello scontro tra le classi; ossessione, del resto, niente affatto rara tra i riformatori e i filosofi italiani ed europei dell'epoca. Egli ha ancora sotto gli occhi l'atroce spettacolo del terremoto di Reggio Calabria, che rappresentò una tragica occasione di rivincita per i contadini contro i ceti benestanti della città;3) e i
1) GIUSEPPE MARIA GALANTI, Nuova descrizione storica e geografica delle Sicilie;, Napoli, 1788-1790, T. Ili, p. 284. Un panno grossolano così continua il brano quando non sia lacero, una camicia di canovaccio forma tutto il suo vestire. Un pezzo di pane di frumentone, una minestra di cavoli condita di puro sale, vino cattivo, di cui fa un uso indiscreto, ecco tutto il suo pranzo. Un tugurio meschino e sordido, esposto a tutti gli elementi, forma la sua abitazione. Vive in perpetue angustie ed oppressioni, e molti sono che abbandonano un ingrato travaglio, per darsi a' furti e a* crassazioni . (/bidenti.
2) GIUSEPPE MARIA GALANTI, Breve descrizione della città di Napoli e del suo contorno, Napoli, 1792, p. 267.
2) a La gente bassa ch'era occupata a* lavori della campagna, quando accadde la fatale catastrofe del tremoto de' 5 febbraio 1783, accorse subito a' luoghi abitati, non per recare qualche soccorso a' ricchi, che sepolti sotto le rovine, chiamavano l'ajuto de' loro simili, ma per saccheggiare gli avanzi delle loro fortune. Essi non curarono le loro grida, né i loro singhiozzi, e bravando tutti gli orrori del pericolo, non mostrarono per loro che