Rassegna storica del Risorgimento

CONTADINI ITALIA MERIDIONALE SEC. XVIII; GALANTI GIUSEPPE MARIA
anno <1980>   pagina <394>
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Carlo Bordini
istituire, localmente, alcuna fabbrica di manifatture , che allontani dalia capi­tale la massa dei poveri oziosi, contribuendo al ripopolamento delle provincie svuotate dalla miseria.7*
Una posizione equilibrata, quindi, umanamente sollecita, e che, anche se non è originale sul piano europeo, è assai avanzata per l'Italia (non a caso il Galanti si rifa ad esempi già esistenti in Inghilterra e in Olanda); una posizione che si avvicina a quella del Neri e che propone il mantenimento delle case dei poveri ma che intende incanalarle progressivamente in un'ottica riformatrice.
Ordine pubblico, criminalità, carceri, Il problema principale, come ab­biamo visto, anche dal punto di vista morale e dell'armonia della società, è la diseguaglianza eccessiva delle fortune de' particolari >. Le questioni dell'ordine pubblico e della criminalità sono viste anch'esse in quest'ottica, e Calanti, per la sua formazione giuridica, è ad esse particolarmente sensibile. Non sarà possi­bile eliminare il proliferare dei furti e dei delitti se non eliminando l'eccessiva sperequazione delle ricchezze. I Greci e i Romani avevano la schiavitù egli commenta con amarezza i popoli moderni hanno la mendicità... L'orìgine de' maggiori disordini politici si deve attribuire a quelle immense fortune, che la costituzione sociale ha sopra poche teste accumulate. Gli eccessi dell'opulenza hanno prodotto gli eccessi dell'indigenza; ed in proporzione de' magnifici pa­lazzi che hanno fabbricati i particolari, il governo ha dovuto costruire vaste pri­gioni .... Non c'è repressione possibile, non ci sono misure di sicurezza che possano disinnescare l'immensa polveriera che è la metropoli; *) le prigioni stesse, in luogo di essere luoghi di redenzione e di rieducazione, sono focolai di delinquenza; esse sono, del resto, come nota il Galanti, riservate quasi esclu­sivamente alle classi diseredate, costrette ad infrangere la legge per sopravvi­vere; 10) e la stessa legge, del resto, usa due pesi e due misure per i poveri e per i ricchi, e non fa che perpetuare una situazione già di per sé grave.
a Tutte queste fondazioni afferma il Galanti riferendosi alle istituzioni di bene-ficienza a riguardarle politicamente, possono nel generale riempire di poveri, e di birboni la capitale. Più lodevole sarebbe stato il loro oggetto, se fossero state dirette ad istituire scuole di arti nelle provincie del Regno, o alcuna fabbrica di manifatture per allontanare così i poveri dalla capitale (Ivi, T. Ili, p. 191).
8) Ivi, T. Ili, p. 68.
) <c Ciò nonostante è opera sommamente difficile contenere tanti infelici rifiniti dalla fame, che veggono tanti felici nuotare nell'abbondanza ... Molte leggi si sono fatte per assicurare i possidenti contro i non possidenti ... ma i miserabili che veggono tanto oro e tanta abbondanza nelle case de' ricchi, sono violentemente tentati a portarvi la mano, per soddisfare un bisogno che gli uccide (Ivi, T. IH, pp. 68-69).
,0) a Le carceri e le galee sono dunque vere scuole d'iniquità. Le vittime che si sot­traggono alla spada della giustizia ed alla pena de' loro delitti, ne contraggono il gusto ... Le prigioni, questi luoghi di orrore e di miseria, potrebbero essere scuole di arti, dove il vizioso fosse obbligato ad apprendervi un mestiere. Così le prigioni sarebbero mezzi da migliorare i costumi. Non mancano monasteri inutili da potersi convertire a questi usi... (Ivi, T. Ili, p. 71). Si noti l'importanza della proposta di usare le carceri come luogo di rieducazione e di preparazione al lavoro.
Àncora: A A* carcerati poveri il Fisco dà due libbre di pane al giorno, e pochissimi son quelli che non sono a carico del Fisco. Ordinariamente avviene che di 300 carcerati, appena dieci non prendano questo pane, il che mostra ancora che i delinquenti sono gene ralmente della classe della plebaglia (Ivi, T. Ili, p. 68).
,!) Abbiamo scrive il Galanti due giustizie, una pél povero, l'altra pel ricco.