Rassegna storica del Risorgimento
CONTADINI ITALIA MERIDIONALE SEC. XVIII; GALANTI GIUSEPPE MARIA
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1980
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pagina
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397
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Sul pensiero sociale di G. M. Galanti 397
stomi . 2> L'abitudine al furto diventa un corollario della miseria: I forti egli scrive sono per l'ordinario i delitti de' poveri. Quelli de' ricchi hanno altri nomi, e sono così difficili a provare che a definire .2,) Il fatto che la bene-ficienza venga preferita alle riforme economiche genera situazioni paradossali, Abbiamo egli nota tuttavia chiostri pieni di mendici privilegiati, che abbondano di tutto, ed abbiamo le case de' facoltosi piene di persone in livrea; ma poi abbiamo scarso il numero delle persone addette alla coltura de* terreni . *> Il popolo si è ormai ridotto a plebaglia; ma non vi è plebaglia in Ginevra; poca ve n'è in Olanda; meno in Inghilterra che in Francia; più ne* paesi cattolici che ne' protestanti. Tutto questo dipende dalle leggi politiche, ecclesiastiche, fiscali, feudali di uno stato ... .
H vero fulcro della società, quello ancora sano (anche se solo potenziai-mente), sono gli agricoltori. Tutta l'opera del filosofo molisano è punteggiata dalla descrizione delle angherie che subiscono i lavoratori della terra; analisi in cui Galanti, per la precisione e la lucida oggettività delle descrizioni e delle ricerche, merita senz'altro di essere messo al primo posto nell'Illuminismo napoletano.24) Il contadino, egli annota, dee dar da vivere a molti esseri che non lavorano, al barone, al prete, al medico, al governatore, all'assessore, all'agente del feudo, al dottore. Il suo destino è di essere sempre oppresso ed ingannato. Sono frequenti i casi, che straziano il cuore dell'uomo sensibile... . Le case del contadino in quasi tutte le terre baronali non sono che miserabili tugurj, per lo più coperte di legno e di paglia, ed esposte a tutte l'intemperie delle stagioni. L'interno non offre a' vostri sguardi, che oscurità, puzzo, sozzura, miseria e squallore ... I contadini sono d'altra parte (e vedremo più avanti come in questa concezione abbia parte fondamentale il mito delle popolazioni preromane d'Italia) gli unici depositari non solo della prosperità d'una nazione, ma del suo stesso senso sociale, delle virtù sociali .2?) D'altronde ciò che resta del governo feudale , con una diseguaglianza di grado e di fortune ha esso corrotto l'anima degli abitanti ;28) e i contadini, pur rimanendo la parte più sana della nazione, non sono neanch'essi esenti da questa corruzione. Il paternalismo moralistico del Galanti si occupa dettagliatamente della loro vita, sia quando con-
20 Ivi, T. I, p. 387.
21) Ivi, T. I, p. 388.
22) Ivi, T. Ili, p. 199.
23) Ivi, T. Ili, p. 68.
24) Vi ha de* feudi, dove l'agricoltore paga d'ogni sette tomoli di ricolta, uno al barone, e oltre a ciò per ogni tomolo di prato un tomolo di grano, e per ogni paio di buoi altri due tomoli... Egli dunque paga sopra il prodotto, e sopra gli strumenti da produrre. Cosi i proprietarj abusano della miseria, che mette i poveri nella necessità di travagliare per vivere ... (Ivi, T. I, pp. 275-276).
25) IOT, T. I, p. 278.
26) /w, T. I, p. 279. D brano continua cosi: a Un misero letto insieme col porco e coll'asino, formano per lo più tutta la di lui fortuna. I più agiati sono quelli che hanno il tugurio diviso dal porco e dall'asino, per mezzo di un graticcio, impastricciato di fango
(Ibidem).
27) I veri beni degli uomini sono i prodotti della terra, che forniscono l'abbondanza che conservano la semplicità de' costumi e dispongono gli animi a tutte le virtù sociali (Ivi, T. I, p. 385).
28) Ivi, T. Ili, p. 3.