Rassegna storica del Risorgimento

CONTADINI ITALIA MERIDIONALE SEC. XVIII; GALANTI GIUSEPPE MARIA
anno <1980>   pagina <400>
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Carlo Bordini
di proprietà e reliminazione della disuguaglianza così funesta di grado e di fortuna .
Il rousseauismo di Galanti, D modello ideale cui il Galanti si rifa è il mito dell'ordinamento politico e sociale delle antiche popolazioni prero­mane; motivo che punteggia tutta la sua produzione, ma che è particolarmente calato nel suo Saggio sopra Vantica storia dei primi abitatori dell'Italia. Si tratta di un testo che ci permette, da un lato, di cogliere l'intima essenza del suo pen­siero politico e sociale; e, dall'altro, di metterne in luce gli invalicabili limiti* I Romani sono visti dal Galanti come coloro che accentrarono oppressivamente una serie di repubbliche libere, in cui tutti erano nello stesso modo cittadini e godevano del diritto di proprietà; e che inaugurarono la triste realtà della sproporzione delle ricchezze rendendo schiavo un popolo altrimenti libero. I romani si erano appropriati i laghi, i fiumi, le saline, le cave de' marmi, i pascoli ed i terreni migliori. Questi non si videro coltivati che da schiavi. Schiavi erano fino coloro che ne dirigevano l'economia, cosicché un uomo libero non aveva più di che occuparsi . 45>
H mito delle antiche popolazioni preromane non è disgiunto dal mito del* l'uguaglianza, ma vi è anzi intimamente connesso. Nell'antica Italia, ogni città con alcuni casali formava uno Stato libero e indipendente. La natura di tali governi divisi in piccioli domini, non soffriva gran proprietari di terre, per cui le repubbliche antiche erano fondate sulle leggi agrarie. I fondatori delle antiche repubbliche avevano egualmente distribuite le terre... Si distribuiva il territorio in una certa proporzione fra i cittadini che componevano lo Stato, e le leggi politiche erano dirette ad impedire, che l'ineguaglianza prendesse grande accre­scimento. Questa uguaglianza doveva necessariamente formare costumi laudevoli e cittadini migliori... .46) Non solo dunque un ordinamento sociale diverso, ma una diversa morale, determinata dal fatto che tutti gl'individui dovevano essere... ugualmente protetti dalle leggi, e ugualmente arbitri de' loro diritti e delle loro proprietà... .47> Il decentramento, tanto caro al Galanti, dimostra qui di non essere mero suggerimento tecnico, ma parte di una concezione che assi­mila piccolo Stato a parità di fortune, grande Stato a Moloch che determina la disparità di fortune; concezione di cui sono ben evidenti le suggestioni rous-seauiane.
L'uguaglianza preconizzata dal Galanti, e da Ini tratteggiata nell'insieme di piccole repubbliche basate sulla comune dignità dei cittadini e sulla divisione delle terre, d'altra parte, non ha nulla di egualitario ; nulla di assimilabile alle concezioni degli egualitaristi più o meno utopici del XVIII secolo. Si tratta di un'attenuazione, ma non di una eliminazione, delle disparità sociali; i riferi­menti in questo senso sono precisi.48* I limiti e le cautele della concezione poli-
45) GIUSEPPE MARIA GALANTI, Saggio sopra l'antica storia dei primi abitatori d'Italia, Napoli. 1783, p. 213.
46) hi pp. 219-220.
47) lviy p. 220.
48) Lo Stato egli afferma nelle Osservazioni sullo stato di Europa, scritto inse­rito nelle Memorie storiche del mio tempo, e che si riferisce ai drammatici avvenimenti della rivoluzione francese e della rivoluzione napoletana deve essere composto di diversi ordini e di diversi gradi di facoltà, ma senza ingiuria ed oppressura (GIUSEPPE MARIA GALANTI, Memorie storiche del mio tempo, a cura di DOMENICO DEMARCO, Napoli, 1970, p. 98). L'ineguaglianza delle fortune egli aggiunge è assurda in ogni Stato. Licurgo