Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA MILITARE
anno
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1980
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pagina
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409
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Storiografia militare napoleonica 409
Più significative a dire il vero sono le vite di Teulié Fontanella Arese, scritte e ripubblicate a Milano nel 1845 presso lo stesso editore, dal maggiore Jacopetti, con appendici di documenti, in mi volumetto a sé stante.
Meno felice per ciò che concerne i contenuti è il lavoro: Memorie storico-militari dal 1734 al 1815 di Mariano d'Ayala, edito a Napoli nel 1835 presso il Fer-nandes. Quest'autore compì il tentativo, rinnovato durante l'epoca fascista, di assimilare lazzaroni e contro-rivoluzionari del 1799, del 1806, del 1815, ai patrioti napoletani che combatterono per Napoleone e per Gioacchino. Forse per compia cere ai Borboni? Non pare. Il d'Ayala fu un patriota ed ebbe a scrivere in un suo breve scritto: Quando... non sorgono novelle genti ammaestrate e destre nell'arte militare, la causa della libertà e dell'indipendenza d'Italia non potrà essere durab il mente vinta e conquistata .
Conviene ora parlare di un'opera famosa: la Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 di Pietro Colletta, la cui prima edizione è di Capolago nel 1834 e consta di quattro volumi. Il Croce la menzionò 3I> come più letteraria che storica, ma nel secolo scorso fu considerata come fondamentale e il suo autore fu chiamato nuovo Giannone. Ciò che conta per noi è che fu letta e meditata da molti e servì da sprone per nuove imprese. Generale, Consigliere di Stato di Re Gioacchino, il Colletta non volle scrivere volumi di memorie, ma una vera e propria narrazione storica dei fatti che interessarono il Regno di Napoli dall'epoca di Carlo ITI a quella di Ferdinando I, ivi includendo l'epopea della Napoletana, il Regno muratiano ed i tentativi costituzionali del '20-21, quasi istituendo tra questi tre eventi un nesso logico ed ideologico.
Quasi mai dalle pagine appassionate di quest'opera trapela la personalità dell'autore, ma i suoi convincimenti sono fin troppo trasparenti. Ad esempio all'inizio delTVIII libro egli scrisse: Cadde Murat nel 1815; ma non seco leggi, usi, opinioni, speranze impresse nel popolo per dieci anni. Delle età delle nazioni non è misura solamente il tempo: talvolta non bastano i secoli a figurarle, tal altra volta bastano i giorni.32) Il rimpianto per un Re generoso e sinceramente partecipe delle miserie napoletane, i suoi tentativi di riformare il Regno secondo i principi napoleonici, senza cadere tuttavia nella sudditanza completa all'Imperatore onnipossente, erano i motivi di fondo di questa fatica dell'autore e temperavano, insieme ai ricordi della perduta libertà nel 1821, le amarezze dell'esilio.33)
Sul Regno muratiano egli doveva poi tornare con la sua meno conosciuta, ma forse non meno significativa operetta: Storia della campagna d'Italia del 1815, pubblicata postuma nel 1847, con ampi riferimenti personali e docu-
29) Anche questo fascicolo (di pp. 107) era adorno di ritratti in rame.
30) y[r D'AYALA, Dell'arte militare in Italia dopo il Risorgimento (prolusione), Firenze,
Le Monnier, 1851, p. 73.
3D B. CaoCB, Storia del Reame di Napoli, Bari, Laterza, 1966, p. 224 sgg.; Io., Storia della storiografia eli,, voi. I, p. 84 sgg.
32) Edizione di Milano (presso il Reina) del maggio 1848, in 2 voli.: voi. II, p. 165.
33) rj. CALDORA, Calabria napoleonica (1806-1815), Napoli, 1960; A. VALENTE, G. Murat e l'Italia meridionale, Torino, Einaudi, 1965.
34) X Torino presso Gianini e Fiore (pp. 115), per cura di Carlo Promis, bibliotecario di Re Carlo Alberto. Con tale scritto si confutava tra l'altro l'operetta di F. BABATBLLI (uscita anonima) dal titolo Memorie sulla condotta politica e militare tenuta da Re Gioacchino Murat Italia, 1815. Cfr. di P. COLLETTA, Il giornale delle operazioni, sulla Antologia militare di Napoli del 1835 e le Opere inedite e rare, Napoli, 1861. Nino Cortese pubblicò