Rassegna storica del Risorgimento

STORIOGRAFIA MILITARE
anno <1980>   pagina <412>
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412 Gianfranco E. De Paoli
bardo. *> Quest'ultimo aveva scrìtto memorie, tra l'altro comprendenti i ricordi delle sue esperienze carbonare assieme al col. Moretti, al col. Gasparinetti ed al gen. De Maester, che rimasero inedite ed uscirono postume nel 1933.4S)
Si legga infine il proclama che il Pepe indirizzò alle truppe napoletane da lui comandate, per cogliere tutto l'orgoglio del vecchio muraliano impegnato in un'impresa che andava ben oltre gli ordini di Ferdinando II: Soldati di ogni grado dei corpi napoletani dell'Alta Italia! La guerra che intraprendiamo è sacra, grande il suo scopo e senza pari glorioso. Non si agogna che l'Italia nostra ritorni donna di Provincie, ma che più non ripetasi serva Italia... Invano oltre trenta scrittori oltremontani celebrarono il nome dei concittadini di Masaniello. In Velletri invano vincemmo le schiere austriache. A pochi è noto che i nostri nella fortezza di Vigliena, andarono a pari di Leonida! Championnet e Massena invano nelle loro relazioni mostravansi attoniti dal valore indomito de' popolani di Napoli e delle Calabrie. Invano finalmente la storia narra che nel 1815 i Napolitani furono i primi a combattere soli un esercito straniero, quello d'Au­stria, superiore di numero ed il vinsero in tutti gli scontri, abbandonando poi il campo di Macerata per l'arrivo degli Anglo-Siculi nel regno. Che importa se nel 1820 conquistammo larga libertà che poscia distrusse Europa tutta contro di noi! Noi fummo giudicati dalle nostre disgrazie... . Guglielmo Pepe era uomo dalle scelte nette: in questo frangente egli ruppe definitivamente con la monar­chia borbonica, per sposare la causa unitaria, con la stessa energia con cui da giovane aveva sfidato la morte per la Repubblica.
Il fratello Florestano, di cui il Carrano ci lasciò una purgata biografia, non aveva forse energia e coraggio pari a lui, ma diede negli anni di Re Gioacchino e dei moti carbonari una buona prova come soldato.47)
È giunto ora il momento di occuparci delle vivacissime ed importanti, anche come testo letterario, Memorie postume del capitano della guardia reale Costante Ferrari di Reggio Emilia, pubblicate a Rocca S. Casciano nel 1855, cioè durante il famoso decennio di preparazione.48) Si tratta di un'opera simile a quella del Lissoni, del de Laugier e del Pepe, un'autobiografia, cioè, dell'autore; giovanis­simo, egli fu accolto nelle file dell'esercito repubblicano dall'allora col. Fonta-nelli, portando come gli altri sulla schiena 60 libbre di peso (tanto era il bagaglio prescritto allora), partecipò alle operazioni militari di Colberg, di Stralsund, di Napoli ed infine alla guerra di Spagna, dove guadagnò i gradi di ufficiale.49) Il suo stile è originale e si qualifica efficacissimo. Così, per esempio, viene de­scritto l'incontro con Napoleone nel 1805: L'imperatore nel passare a rassegna tutto l'esercito di ritorno da Calais, gittando questi acuti suoi occhi sui pruni
Sul Lcchi cfr. G. GALLIA, II gen. Teodoro Lechi, Brescia, 1867, il voi. IV (parte II) della Storia di Brescia, 1964; la Miscellanea di studi su Brescia nel Risorgimento, supple­mento ai Commentari dell*Ateneo di Brescia, J933, pp. 233-355 (memorie inedite del gene­rale, pubblicate a cura di F. LECHI).
45) Ivi, p. 300 sgg.: viene menzionato il tentativo indtpendentistico del 1814, con la partecipazione del prof. Rasori, del gen. Fontanelli, del gen. Zucchi ecc. Si segnala che il ricordato Moretti, anch'cgli veterano, fu uno dei martiri dello Spielberg.
46) G. PEPE, Delle rivoluzioni e delle guerre d'Italia cit., p. 75. 47> F. CARHANO, Il generale Florestano Pepe, Napoli, 1851.
48> Nuova ediz., con prefaz. e note di M. MENGHINI, Roma, Fnsani, 1945. È stata consultata solo questa ediz., essendo l'originale introvabile. > Ivi, p. X-XI.