Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA MILITARE
anno
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1980
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pagina
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413
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Storiografia militare napoleonica 413
capi fino all'ultimo soldateHo, si arrestò dinanzi a me non ancora quadrilustre con dirmi: **Siete molto giovane per essere sergente", al che con subita franchezza risposi: "Se non mi uccidono sul campo di battaglia, diventerò vecchio". "Quante campagne avete fatto?" domandò l'Imperatore: e saputele mi squadrò da capo a piedi, sorrise e dicendo " C'est bon ", s'allontanò .
A causa delle sue imprese in Spagna, assai valorose, il Berthier lo nominò sul campo sottotenente e toccò allo Zanoli fornirgli i quattrini per la nuova divisa. 51) Anch'egli fu testimonio, perciò, della valorosa resistenza degli Spagnoli e delle ottime azioni belliche degli Italiani, particolarmente dei già nominati Mazzucchelli, Palombini, Pino, Lechi, ecc. H Nostro riuscì a superare queste tragiche prove con un piglio alla d'Artagnan, o meglio, come fu detto, con lo spirito di un Benvenuto Celimi. Si batté con allegria e ne scrisse con soldatesca spavalderia.
Dopo la guerriglia spagnola, egli rientrò in Italia e nel 1814 si trovò agli ordini del gen. Zucchi; inquadrato poi nelle truppe del gen. Grenier combatte contro gli Austriaci del Bellegarde e, per intermediazione del gen. Teodoro Lechi, passò alla Guardia reale. Dopo aver compiuto colpi di mano romanzeschi, effettuato duelli, sempre con la fierezza di essere italiano, appena seppe dell'armistizio che consegnava l'esercito agli Austriaci fu colto dallo sgomento: Sventurati Italiani! Ahi, male spesi nostri stenti, mal versato nostro sangue! .
Al rientro del Duca di Modena, insieme con altri commilitoni, decise di raggiungere le truppe di Re Gioacchino, con le quali difatti si batté a Castel di Sangro.54) Appena seppe della fuga di Napoleone dall'Elba, s'imbarcò su di una nave e raggiunse la Provenza, ma non fece a tempo a combattere accanto al suo Imperatore a Waterloo.55* La ruota della storia girava rapida: il Ferrari dovette fuggire dalla Francia e s'imbarcò per la Turchia, per continuare in quel lontano paese la sua brillante carriera militare, sempre fedele alle proprie idee. Di lì si recò, con un altro veterano italiano, Agostino Codazzi, in Sud-America, mettendosi al servizio della Repubblica del Venezuela,56) distinguendosi in molti, fatti d'arme e conseguendo il brevetto di colonnello. Nel 1822 tornò in Italia e comprò una tenuta a Lugo, giusto in tempo per entusiasmarsi per l'indipendenza della Grecia e l'esempio di Byron; divenne nel 1831, capo della guardia nazionale di Imola tentando di raggiungere il gen. Sercognani nella sua celebre e sfortunata impreas.
Le Memorie terminano al 1836, ma il Ferrari fece a tempo a vivere attivamente le vicende gloriose e dolorose del '48-'49, con tutta l'umanità di cui era capace. Di lui sono notevoli da un lato l'appassionata apologia dei ventimila Italiani d'ogni regione morti in Spagna, contro i disconoscimenti francesi, dall'altro l'ammirazione per la coraggiosa quanto sfortunata insurrezione degli Spagnoli, che si battevano per le proprie tradizioni nazionali.
50) Jt, p. 24. SS) Ivi, pp. 60-61.
52) Ittt, p. 331 Sgg.
53) Ivi, p. 346.
) Ivi, p. 379 sgg.
55) Jvi, p. 392 sgg.
56) Jt, pp. 460-461. Lettera dell'ara. Vilaret del 17-9-1817.
5?) Ivi, p. XV. Sul Sercognani, altro uff. napoleonico: P. ZAMA, La marcia su Roma del 1831. Il gen. Sercognani, Faenza, Lega, 1976.