Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA MILITARE
anno
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1980
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pagina
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414
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414 Gianfranco E. De Paoli
In un momento storico in cui la leggenda napoleonica era divenuta in Francia pretesto per una nuova dittatura, il Ferrari non cadde mai nella retorica, pur nel ricordo costante del grande Corso, non considerato mai come uno straniero, ma un liberatore.
Un esempio analogo fu fornito da un altro reduce: il capitano Bartolomeo Bertolini di Trento, decorato della Legion d'onore, curiosa figura che operò in un ambiente politico e culturale ben diverso. Scrisse parecchie opere, dall'importanza scientifica assai limitata, ma significative per la fedeltà al proprio passato, pur in un'altra latitudine. Pubblicò nel 1839 i due volumi del Veterano d'Oriente, un'autobiografia militare,58) nel 1846 un racconto della prigionia in Russia dal titolo / giorni d'orrore,59* nel 1859 La mia prigione ed altre opere minori. *)
Vivacissimo, fantasioso cronista dei fatti di cui fu protagonista, spadaccino di vaglia, cospiratore nel '21 e '31, poi integratosi nella Trieste asburgica, è stato paragonato da una recente intelligente biografia allo Stendhal,61) per il suo curriculum straordinario. Testimone della Rivoluzione, combattente giovanissimo contro i Vandeani, in Egitto, in Italia (fu a Marengo), nelle Antille, in Germania (fu a Friedland), in Spagna, in Russia, doveva morire vecchissimo nel 1870, onorato da alcuni come un eroe, da altri criticato come un millantatore. In realtà era un tipico personaggio napoleonico: coraggioso fino alla temerarietà, amante della gloria e delle belle donne, uomo d'azione, avventuriero cavalleresco. Compì azioni valorose, fu elogiato dal Berthier e dal Pino ed amò il suo Imperatore anche alla Beresina, quando lo vide, non trionfante alla testa degli eserciti, ma attraverso un bosco con un bastone in mano . **)
Soffermiamoci brevemente sulla più conosciuta forse tra le sue opere: La mia prigionia, che fu più volte ristampata e giunse nel 1863 alla IV edizione. 63> Vi sono riferimenti interessanti a coloro che distinsero durante la tragica ritirata di Russia: i gen. Lechi e Severoli, Cesare de Langier, Paolo Airoldi, Carlo Belusomi e Carlo Rivolta di Pavia, M> Ferdinando Rota, Antonio Costa e Luigi Macca gni di Parma, ecc. Malgrado alcune amplificazioni e vanterie, vi è una calda partecipazione.
Il valore letterario è assai modesto, ma è rimarchevole l'apologia che l'autore fa del contributo italiano alla campagna con queste parole: Gli Italiani, cotanto bistrattati e negletti dagli scrittori francesi, si conservano i più fedeli ed i più animosi alleati e non vi fu certo nessuno che prestasse più di essi alla Francia migliori e segnalati servigi... mentre l'Italia dal valore de' suoi figli nulla profittar poteva tranne la fama . 65) Egli afferma addirittura che le ultime
5 B. BERTOLINI, II veterano d'Oriente, ossia carriera militare aneddotica del cav. B. B. di Trento, scritta da lui medesimo, Trieste, "Weis tip. gov., 1839, 2 voli.
59> B. BERTOLINI, / giorni d'orrore, Verona, 1846; ID., La mia prigionia, Trieste, 1859.
6) Tra le opere minori si ricorda La caduta di S. Giovanni d'Acri, Trieste, 1843, 2 voi., ch'era una celebrazione della campagna austriaca nel Levante.
61> N. F. POLI AGHI, Un italiano con Napoleone e Stendhal, Trieste, Marino Bolafio, 1976.
6?) Ivi, p. 42.
) Edizione di Milano (IV), tip. Alberti, 1863, 2 voli.
6*) Ivi, voi, II, p. 192 sgg.; riferimenti al Bellisomi e Rivolta sono in G. E. DE PAOLI, Pavia cisalpina e napoleonica cit., voi. I, pp. 188, 190, 196, 197, 201, 202.
65) B. BERTOLITTI, La mia prigionia cit., voi. II, p. 231.