Rassegna storica del Risorgimento
STORIOGRAFIA MILITARE
anno
<
1980
>
pagina
<
415
>
Storiografia militare napoleonica
fasi della guerra in Russia, in Polonia ed in Germania sono pia italiane che francesi e glorifica le azioni compiate dai battaglioni italiani (comprendendo tra essi i napoletani, i corsi, gli elbani, i liguri ed i piemontesi), comandati dal generale Zucchi, a Lutzen, Dresden, Goldberg. L'apoteosi dello stesso Zucchi, fu rappresentata dall'allocuzione di Napoleone sulle alture di Weissig: Mio caro Zucchi, non posso esprimervi quanto io sia contento di voi e della vostra bravissima brigata; chiedete per essa quello che volete, che nulla io posso ricusarvi. Estranei dal combattere da tanto tempo, sono veramente prodigiosi i rapidi progressi che fecero gli Italiani: essi hanno fatto conoscere la schiatta gloriosa da cui hanno origine. Costanza, unione e disciplina: il resto è conseguenza. Caro Zucchi vi nomino generale di divisione... . w>
Difficile per il veterano Bettolini, e forse anche per noi, sottrarsi al fascino delle parole dell'Imperatore, udite accanto alle Piramidi, a Marengo ed in cento luoghi dove l'entusiasmo giovanile l'aveva chiamato. E bastavano per tutte la vita, anche a rasserenare i giorni della vecchiaia, attutire la tristezza di dover vivacchiare all'ombra dell'aquila bicipite...
Passiamo infine, all'autobiografìa del generale Carlo Zucchi, concludendo così questa breve rassegna. Furono pubblicate nel 1861, a cura di Nicomede Bianchi, per i tipi dell'editore Guigoni di Milano, le succinte Memorie del celebre generale che, come il Pepe ed il Lechi, era stato un vero protagonista delle guerre napoleoniche, così come di quelle del Risorgimento. Nato a Reggio, fu attratto dalle idee repubblicane e combatté con il gen. Lahoz, la cui vita doveva spegnersi in circostanze oscure,67' poi sotto il gen. Fontanelli ed il gen. Lechi. Combatté in Dalmazia, in Austria, in Germania, in Russia, sempre con onore; scrìsse a questo proposito : Neanche io aveva mai tralasciato di far sentire il decoro di conservare l'uso della nostra materna lingua e mantenere vivo il sacro fuoco della nostra indipendenza nazionale fra i battaglioni italiani . W
Il suo comportamento durante le giornate dell'aprile 1814 era stato esemplare: non solo il Viceré lo stimava,69) ma anche i nemici di quest'ultimo, che in un secondo momento osarono muovergli ingiusti accuse. Egli reputò inutile resistere, quando troppi, con in testa il gen. Mazzucchelli ed il gen. Pino, tra i militari, si illudevano dei buoni propositi dell'Austria, forse anche per conservare i loro gradi. Passò al servizio dell'Austria egli stesso, ma per pochissmo tempo; una volta compreso che il clima di sospetto nei suoi riguardi era troppo pesante, si ritirò dalla carriera. Fu arrestato nel 1823 dai gendarmi del Duca di Modena, accusato d'esser carbonaro e di aver avuto corrispondenza con Carlo Alberto di Savoia e venne poi processato dagli Austriaci. Nel 1831 fu comandante dell'esercito delle Provincie unite italiane e non ebbe il successo militare che avrebbe meritato, perché gli uomini erano pochi e male armati; subì invece le carceri asburgiche. Nel *48 fu il difensore di Palmanova e divenne poi il generale di fiducia di Pio IX.
) Ivi, p. 249.
67) C. ZAGIII, La rivoluzione francese e l'Italia, Napoli, Cymba, 1966, p. 413. Per ciò che concerne la nascita del sentimento trai tarlo, attraverso l'influenza francese, vedere J. GODECUOT, La grande nazione, Bari, Laterza, 1962. Sul Lahoz, controversa figura di patriota efr, alle pp. 697-699 e 757.
68) Memorie del generale Carlo Zucchi, a cura di N. BIANCHI, Milano, Guigoni, 1861, p. 21.
w> /, p. 70 sgg.
415