Rassegna storica del Risorgimento
GABUSSI GIUSEPPE SCRITTI; STAMPA CLANDESTINA TOSCANA 1847
anno
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1980
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pagina
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419
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Un opuscolo di G. Gabussi 419
Così quando nel settembre del 1846 lo ritroviamo, dopo tanto tempo, tra gli scrittori anonimi della stampa clandestina coll'opuscolo Pio IX e Carlo Alberto *> la sua collocazione politica si rivela decisamente personale e interessante, ricca com'è di elementi ancorati alla tradizione rivoluzionaria e di componenti mutuate dal moderatismo che, però, rifiuta nei suoi assunti principali: pur apprezzando 1 cauti miglioramenti di carattere amministrativo promossi dal papa, non crede alla possibilità di un Pio IX veramente riformatore ed alla conciliabilità di papato e libere istituzioni; malgrado i timidi accenni di riforme in Piemonte, non dà credito ad un Carlo Alberto disposto a mettersi spontaneamente ed a breve scadenza alla testa di una rivoluzione popolare antiaustriaca, ma guarda con attenzione alle mire territoriali del re sabaudo ed alla sua nuova disposizione assunta nei confronti dell'Austria per volgerla in favore dell'indipendenza nazionale allorché la situazione politica europea ne avrebbe fornito l'occasione; sconsiglia decisamente le insurrezioni parziali ( inefficaci e dannose per il passato, rovi-nose per il futuro) e, in attesa dell'* insurrezione per la indipendenza generale d'Italia , suggerisce la tattica di accettare di buon grado ogni pur minima con-cessione dei sovrani per farne gradino ad altre maggiori. In questo modo si sarebbe raggiunto lo scopo di mobilitare mediante i principi di libertà, il coraggio civile e la stampa, l'opinione pubblica nazionale e di renderla capace di trascinare pur suo malgrado Carlo Alberto ad adoperarsi per l'indipendenza della penisola, ponendolo al bivio di allargare lo Stato colFaltrui, o di perdere
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Insomma, nel settembre del 1846 il pensiero politico di Gabussi, pur attenendosi al principio mazziniano di rivoluzione generale antiaustriaca promossa dal basso, non prevede l'iniziativa italiana e, benché respinga come inattuabile la confederazione proposta dal partito moderato, rimane in fase di attesa nei confronti di Carlo Alberto e guarda con interesse ad una soluzione monarchico-costituzionale del problema dell'indipendenza e della libertà nazionale:
La quale j utopia ' di supporre un Papa che * non governi ' (per valermi di una parola che ornai significa una maniera di vedere contraria alla propria) non sembrami minore di quella di Carlo Botta col suo ' Tribunato ': di quella di Ricciardi colle sue * repubbliche ' nelle attuali condizioni europee: di quella infine del chiarissimo Balbo coi suoi temperamenti pacifici per disfarsi dello straniero, e colla sua ' magnifica idea ' di federazione italiana tra un Papa, tre principi tedeschi e due spagnoli, utopie che forse nella pratica sono più veramente tali di quel che lo sia la speranza di ridurre l'Italia sotto una o tutto al più due dominazioni a circostanze opportune.8'
Se, per l'aspirazione verso l'unitarismo e per l'esigenza di un collegamento tra forze democratiche e monarchia sabauda, questa posizione, vista in prospettiva, è da annoverare tra le più lucide e lungimiranti espresse dai contemporanei, essa non era certo la più idonea per comprendere la logica interna del gruppo dirigente moderato in Toscana i cui esponenti più attivi erano impegnati a far muovere i primi passi a Leopoldo II sulla via delle riforme.
[G. GABUSSI], Pio IX e Carlo Alberto, Parigi, Pagnerre editore, 1846, firmato: K. 1. Gabussi ne rivendica la paternità in Memorie cit., voi. I, p. 46.
8) La disponibilità verso la monarchia e la costituzione non è nuova nell'atteggiamento politico di Gabussi: già nel 1815 egli aveva partecipato con entusiasmo al redìmerò tentativo di unificazione della penisola da parte del Murai e durante gli avvenimenti del 1831-'32 nelle Legazioni era stato tra i caldi agitatori dell'idea costituzionale.