Rassegna storica del Risorgimento
VICENZA STORIA 1848
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1980
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Maria Teresa Dlrani - Andrea Kozlovic
tazione specifica, anche l'insistere delle cronache dei contemporanei2' che, tenendo a mettere in evidenza solo gli aspetti meno lusinghieri se non addirittura i più brutali della giustizia austriaca, facevano supporre che oltre alle condanne capitali eseguite a Vicenza nel 18493) e nel 1860,4) condanne durissime per
2) F. FORMENTON, Memorie storiche della città di Vicenza dalla sua origine fino all'anno 1867, Vicenza, 1867, voli. 2. In questa sua opera l'ingegnere vicentino, con puntigliosa caparbietà, tende a mettere in risalto gli aspetti negativi delPLR. amministrazione. Un piccolo esempio: il fatto che la Delegazione e la Congregazione decidessero di effettuare ugualmente le luminarie, nonostante la mancata visita di Francesco Giuseppe alla città nel 1852, è ritenuto sicuro indizio di folle politica economica, dimenticando che con poche centinaia di lire austriache si concesse una serata diversa a tutta una città in un'età in cui di certo i divertimenti non erano alla portata di molti. Ritornando agli avvenimenti del 1848, che la linea politica generale austriaca dopo il 10 giugno tendesse alla tolleranza possiamo dedurlo dal manifesto 20 settembre 1848 con cui Ferdinando I accorda ai cittadini del Regno il pieno perdono per la parte che potessero avere presa negli avvenimenti politici del corrente anno .
3> La prima sentenza avvenne il 22 gennaio 1849. Il condannato, Bortolo Trentin di Vicenza, venne passato per le armi da un plotone del 4 Reggimento Dragoni Barone Boine-burg, per aver detenuto ce 3 armi da fuoco cariche e molta polvere e munizione , in onta al divieto espresso nel proclama Radetzky emesso a Milano in data 29 settembre 1848. La seconda sentenza fu eseguita, in base al proclama di S.E. Feld Maresciallo Conte Radetzky emesso a Verona in data 10 marzo 1849, punto 7, il 14 giugno 1849 sulla persona di Simionato Antonio da Fara ce per aver detenuto 4 pistolle ed uno schioppo carichi . Ambedue i condannati erano stati inquisiti per motivi criminali comuni. Le due sentenze, emesse da un giudizio statario militare, vennero ratificate dal comandante della città colonnello, poi maggiore generale Mullner.
4' Il 21 dicembre 1860 in Campo Marzio a Vicenza venne fucilato certo Turcato di Castelfranco. Riporto l'inedito racconto dell'avvenimento tratto da D. BORTOLAN, Guida di Vicenza, voi. I, Campo Marzio, ce. nn. 187-188 (Manoscritto della Biblioteca Berto-liana di Vicenza): Venerdì 21 dicembre 1860; una giornata fredda ed uggiosa; la neve caduta il giorno innanzi copriva ancora le strade della città. Poco dopo le 10 e mezzo del mattino un manipolo di soldati austriaci si presentò alla porta delle Forti, (le carceri criminali della città di Vicenza, n.d.a.). Ne uscì poco dopo un uomo di statura media, viso abbronzato, barba e capelli neri, era avvolto in un ampio mantello e scortato dai gendarmi. Egli vien posto tra le bajonette dei soldati e il triste corteo si muove. Attraversa la Piazza, infila il Corso e dirige verso Porta Castello. Una moltitudine di curiosi attende il suo passaggio e si mette in coda al corteo. Questo si ferma alla vecchia dogana, e l'uomo che sta avvolto nel suo mantello tra i soldati viene fatto ritirare e salire. Sono circa le 11. La folla dei cittadini intanto si riversa nel Campo Marzio. Presso le case che ora fanno angolo col viale del Tram erano posti otto cannoni con gli stoppacci accesi, guardanti minacciosi la folla che si ammassava verso il Caffé Turco.
Un cordone di soldati chiudeva l'imbocco del viottolo conducente alla Casara, altro cordone si staccava da questo e si diffondeva verso l'attuale mura del Viale del Tram; un terzo cordone di soldati era schierato a chiudere il quadrato dal Teatro alle Basse. Si capisce che si sta preparando una esecuzione capitale. L'atteso annunzio di grazia non arriva. Si àvvicina il mezzogiorno; la folla è inquieta. Un movimento di soldati indica alla folla che il giustiziando è fatto scendere e quegli infatti si avanza verso il funereo recinto che dovrà raccogliere il suo corpo esanime. All'angolo del viottolo della Casara il Turcato si ferma un istante. Intanto si spazza la neve nel luogo ove avverrà l'esecuzione. Quindi proseguendo viene condotto nel piazzaletto aprentesi dietro il Teatro. Un frate francescano lo assiste e lo conforta, ed egli gli ai affida commosso. Assieme anche il Sindaco di Castelfranco che assieme all'Arciprete e al Vescovo di Treviso ed a quello di Vicenza avevano perorato la causa. L'ufficiale intanto ordina ad otto soldati di avanzarsi e di schierarsi lungo la parete del Teatro con i fucili carichi. Dalla campana di Torre giungono