Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <447>
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Libri e periodici 447
nella storia d'Italia, Firenze, Le Mounier, 19749, p. XI), quante suggestioni, quanti temi di lavoro partono da quel libretto , che ha spinto tanti suoi lettori a fermarsi su un'immagine, su una frase. Da li, da quelle intuizioni anticipatrici mossero tesi di laurea, monografìe, saggi di varia mole e rilievo, mosse, comunque, tanta parte di quella storiografia del Risorgimento triestino che doveva rappresentare ima delle caratteristiche più singolari, anche per il già ricordato influsso della lezione di Nino Valeri, del rinnovamento storio­grafico locale del secondo dopoguerra. Gli studi e le ricerche di Cervoni, Agnelli, Apih, Negrelli, Salvi, divenuti testi fondamentali in materia, debbono moltissimo al magistero schinreriano e a questo suo giovanile frutto, e ci pare che anche questo sia un merito non. da poco per lo storico giuliano immaturamente scomparso nel 1970, ma la cui opera scien­tifica e civile continua a fecondare la migliore cultura triestina.
FULVIO SÀLIMBENI
PAUL H. STAHAL - MASSIMO GUIDETTI, Le radici dell'Europa. Il dibattito ottocentesco su comunità di villaggio e familiari; Milano, Jaca Book, 1979, in 8, pp. 398. L. 18.000.
In un volume di natura antologica (terzo della suite riguardante Comunità di vil­laggio e comunità familiari nell'Europa dell'Ottocento), uno studioso rumeno P. H. StahL, ed uno italiano, M. Guidetti, presentano una serie di testi (accompagnati da molte note, una ricca scelta bibliografica e varie illustrazioni) sul dibattito ottocentesco intorno a tale problema, sotto il profilo del metodo, delle interpretazioni e degli studi comparativi, e com­piono un'azione di recupero assai interessante in questo periodo di fervore e di attenzione verso studi di etnografia, antropologia sociale, storia delle strutture economico-sociali ecc. Se i precedenti volumi erano di carattere descrittivo e storico e tralasciavano discussioni di carattere teorico, il presente lavoro raggruppando testi dedicati alle teorie e ai metodi vuol fare una verifica circa la circolazione di idee ed opere nel XIX secolo, e non si limita a risultanze relative ad un solo paese, ad un solo caso per quanto singolare. Sotto il profilo del metodo, ad es., dagli scritti di Jacob Grimm, che tentava di conoscere tutto il mondo germanico del passato (dalla stratificazione sociale alla giustizia, dalla proprietà all'autorità, al matrimonio ecc.) vennero in particolare desunte e portate innanzi due idee, da parte degli storici successivi: raccogliere le tradizioni popolari, studiare le consuetudini giuridiche; lo storico croato Bogisic il rumeno Hasdeu. il Demelie danno avvio alle loro inchieste sulle tradizioni e consuetudini nei Balcani o in altri paesi, usando questionari che coprono vari aspetti della vita contadina, le forme di proprietà, l'organizzazione comunitaria ecc., ed effettuano un tipo di analisi e di indagine che più tardi verrà utilizzato in questio­nari etnografici, atlanti linguistici ed etnografici ecc. (Un esempio di analisi statistica e sociale insieme, ci permettiamo di ricordare: De Vétat des travailleurs dans la Commune de Vira-Magadino, Canton du Tessin, Suisse. Précède d'un apercu general du Canton. Par J. ARRIVASENE, Bruxelles, 1840).
Nell'ambito delle interpretazioni e degli studi comparativi, gli autori presi in consi­derazione (da von Maurer a Engels, da Nasse e Meitzen a Smnmer-Maine ecc.) non cadono nella tentazione di generalizzare le constatazioni particolari, mentre compiono una serie di confronti e comparazioni tra i caratteri della società greca, romana e germanica ed altri popoli di regioni ed epoche diverse (Celti, Slavi del sud, Russi ecc.); l'organizzazione di gruppo, l'evoluzione della famiglia, l'elemento religioso, la giurisprudenza, il passaggio storico dalla proprietà collettiva verso la proprietà privata ed altri argomenti ancora forni­scono materia di ricerca entro il quadro europeo (o fuori, come nel caso degli studi del Levaleye). Se si confrontano gli scritti del XIX secodo con quelli del XX sul problema delle comunità, si fa una rilevazione sorprendente. Anziché vedere studi di dettaglio che si accumulano e permettono sintesi progressivamente più vaste, si vede accadere il contrario; lavori basati su informazioni evidentemente insufficienti, ma che tentano di costruire sintesi di storia dell'umanità. Via via che il tempo passa, gli studi sulla proprietà e sulle comunità in generale divengono più precisi, producono monografie che hanno ambizioni limitate. Più si conoscono cose nuove, meno ci si azzarda a fare sintesi universali. Ci si rende conto che il campo è immenso, che la storia dell'umanità è poco conosciuta, che non tutti i popoli