Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <449>
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Libri e periodici 449
1 etrucci, Piazzi ecc.) hanno contribuito a disegnare un profilo storico, ambientale, produt­tivo ecc. di un notevole interesse (e non solo turistico) per la conoscenza di questo territorio. Se alcune illustrazioni e qualche pagina riguardano la realtà attuale e le proposte per la futura sistemazione dell'Oasi, molte altre pagine (sugli attrezzi da lavoro, le piante delle saline, le convenzioni papali ecc.) offrono una documentazione di carattere storico di effet­tivo interesse che supera il carattere meramente locale della pubblicazione, toccando un problema di lavoro, di organizzazione, di produzione ecc. Assai belle, e scelte con cura le illustrazioni.
RENATO GIUSTI
BIANCA MONTALE, Genova nel Risorgimento. Dalle riforme all'unità. Presentazione di Emilia Morelli (Istituto per la storia del Risorgimento Italiano. Comitato di Genova); Savona, Sabatelli editore, 1979, in 8, pp. IV-255. L. 6.000.
Premessa ad una più vasta e completa storia di Genova nel Risorgimento, necessaria per colmare una evidente lacuna degli studi in questa direzione (p. 10), la presente rac­colta di articoli e saggi già editi in riviste o miscellanee si raccomanda per due ordini di motivi, da un lato perché non presume di esaurire tutti gli aspetti della storia genovese e ligure nell'età del Risorgimento, pur offrendone i lineamenti più rilevanti in alcuni saggi di felice sintesi, e dall'altro perché taluni problemi ed aspetti della vita culturale e politica (a livello pubblicistico, elettorale, ecclesiastico ecc.) sono studiati con particolare attenzione, su base documentaria inedita o rara, e risultano maggiormente chiari per la conoscenza delle forze sociali ed economiche, per la dialettica delle rispettive posizioni dei partiti, nei diversi periodi, per il oc confronto tra l'antico municipalismo e le nuove linee (politico-sociali ed economiche) emergenti nel decennio 1848-59. In tal senso è da condividere il giudizio di Emilia Morelli, secondo la quale in questi saggi della Montale o: appare più vivo di quel che non si credesse finora il sentimento autonomista di tanta parte della Liguria e, soprattutto, il suo perdurare nel tempo, ben oltre la ribellione del 1849. Genova, in sostanza, condivide i sentimenti dei tanti cittadini di altri Stati prima la Sicilia che sono disposti a rinunciare al loro passato solo in nome dell'Unità, non per un ingrandimento di quel Piemonte che non gode molte simpatie (p. II). Il che nel presente volume è studiato attraverso puntuali ricostruzioni biografiche di personaggi, maggiori o minori, attraverso il formarsi e differenziarsi della pubblica opinione o l'evolu­zione dei risultati elettorali, piuttosto che tramite l'analisi di classi e strutture sociali, di forze economiche e finanziarie, di enti ed organismi pubblici o privati (dalla Camera di commercio alle banche); è da sottolineare dunque questo gusto per la ricostruzione bio­grafica, di cui la Montale aveva dato buona prova nei suoi lavori su Antonio Mosto e il Vili amarma (cfr. la nostra recensione nella Rassegna , 1974, pp. 117-119). Vincenzo Ricci, ad es., alla cui attività è dedicato circa un terzo del presente volume, è visto come esponente della classe dirigente genovese dal 1840 in avanti, sullo sfondo della vita ammi­nistrativa e politica locale, e come ministro degli Interni (marzo-luglio 1848) nel primo Gabinetto costituzionale piemontese: Il consuntivo dei * cento giorni ' al Ministero degl'In­terni non è nel complesso, decisamente positivo [...]. Se, come conclude il conte Cavour, Ricci è mediocre, occorre rilevare come i suoi colleghi non si levino molto al di sopra di lui per energia e personalità. Tutto sommato, e malgrado tutto, egli rimane ancora una tra le figure di maggiore rilievo nel primo gabinetto costituzionale (p. 88). Ma cer­tamente la propensione alla analisi storica della Montale è indirizzata verso il movimento democratico-mazziniano, verso alcuni personaggi di particolare interesse in tale ambiente come Francesco Bartolomeo Savi verso la pubblicistica durante il decennio, senza per altro che siano trascurati altri problemi ed aspetti della vita ligure, dal moderatismo al clero, dalla Guardia civica ai circoli politici ecc. Giacomo Balbi Pioverà ed il Savi rispetti­vamente comandante della Civica ed esponente di grande importanza tra i repubblicani genovesi, rappresentano idee, orientamenti assai diversi tra loro ai fini della concezione dello Stato o della * struttura ' della società a liberale del tempo; cosi, analogamente, mons. Ferrari e mons. Charvaz costituiscono un preciso punto di riferimento per la comprensione del clero genovese nel '48 o nel decennio seguente.