Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <451>
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Libri e periodici
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Quùico Filopanti. Studi e ricerche di ALBERTO PRETI, FIORENZA TAROZZI, MIRNÀ BONCWA, FEDORA SERVETTI DONATI, CARLO MARIA BADINI. Introduzione di ALDO BERSELLI; Budrio, a cura del Comune, 1980, in 8, pp. 171. S.p.
C e una tradizione che si è consolidata intorno alla figura di Giuseppe Bari Ili, scrit­tore, scienziato e uomo politico meglio noto col nome di Quirico Filopanti; ed è la tradi­zione che tende a presentarcelo come una delle personalità più bislacche di tutto l'Otto-cento italiano. Operante quando lui era ancora in vita, questo archetipo trasse ampio mate­riale di supporto dalle enormità che Filopanti stesso non ebbe timore, né pudore, di met­tere in giro sul proprio conto: gli altri, quelli che lo conobbero, dovettero aggiungere ben poco, ma non si fecero pregare per farne argomento di conversazione, certi che rinvilo a non parlar male di Garibaldi non potesse essere esteso anche al suo esperto di idraulica. Filopanti era più che sicuro di essere stato investito di una missione divina, anzi di van­tare una discendenza spirituale direttamente da Dio; e a chi ardiva mostrarsi perplesso raccontava la storiella della vendemmia senza precedenti che c'era stata in Francia nel 1812, anno della sua nascita, una vendemmia con la quale spiegava ad un esterrefatto contemporaneo aveva voluto copertamente annunciare che stava per nascere " Barile divino " ossia lui Filopanti! x>. Dal suo cervello perennemente in ebollizione (e che tra l'altro gli aveva fruttato, ad onta dei poverissimi natali, una laurea in matematica ed una cattedra universitaria) uscivano, in un miscuglio senza senso di astronomia aritmetica e storia, leggi e costruzioni mentali in cui ogni evento del passato era incapsulato al suo posto a comporre qualcosa di armonioso; e il numero, espresso attraverso le date o ritrovato sotto forma di coincidenze, era il signore incontrastato di queste visioni cui conferiva il tocco finale dell'inoppugnabilità assoluta. Per farsi capire usava la parola coincidenza, ma il termine canonico era isemeria, e una delle isemerie a cui teneva di più era quella che aveva scoperto con chissà quale fatica quando si era accorto che in tutto il secolo XIX c'era un solo anno che diviso per 6 dava come resto 5, per 5 dava 4, per 4 dava 3, per 3 dava 2 e per 2 dava l'unità, e quest'anno era il 1859: un calcolo astruso ma che, con quel succedersi di operazioni, aveva voluto simboleggiare le annessioni con l'approdo finale all'Unità.
Questa era una delle sue interpretazioni della scienza, sostenuta con un fervore così appassionato da consentirgli di rispondere per le rime a Cattaneo, reo di essersi rifiutato di pubblicare sul Politecnico un suo scrìtto: chiaramente sulla rivista che aveva levato più OH un inno a Bacone le fantasticherie di Filopanti i vostri sogni , come gli aveva detto Cattaneo non potevano trovare spazio anche se preventivamente purgate del loro teismo; ma, invece di far tesoro del duro richiamo alla realtà venutogli da Lugano, Filo­panti aveva messo su il tono del genio incompreso per ribattere: Come la maggior parte dei più distinti scienziati del nostro tempo, voi avete sortito da natura facoltà superiori a quelle del comune degli uomini in certi rispetti, ed inferiori in certi altri. Origina nella parte imperfetta del vostro sistema intellettuale il vostro ateismo, e la vostra incapacità a vedere nel complesso delle meravigliose relazioni di cui tratta la mia memoria il risultato di qualche grave legge della natura .2) Immaginarsi la faccia di Cattaneo!
L'aneddotica potrebbe anche andare avanti per parecchio, ricca com'è di episodi altret­tanto gustosi in cui la fertile mente del Budriese si scontrò con l'incredulità non sempre ingiustificata degli uomini del suo tempo. Anche negli Stati Uniti, dove Filopanti visse per qualche tempo all'indomani del '49 romano che gli aveva dato la celebrità, le sue invenzioni non furono accolte negli ambienti accademici con l'interesse che riteneva meri­tassero, e per consolarlo un giornale degli Italiani emigrati arrivò a scrivere che dopotutto anche Cristoforo Colombo e Fulton avevano dovuto vedersela coi pregiudizi dei loro
i) CARLO DOSSI, Note azzurre, a cura di DANTE ISELLA, 2 voli., Milano, Adelphi,
1964, voi. II, p. 754.
3) CARLO CATTANEO, Epistolario, raccolto e annotato da RINALDO CAODEO, voi. IV: 1862-1869, Firenze, G. Barbera, 1956, p. 612; la lettera di Cattaneo a cui questa, del 13 aprile 1863, risponde, ivi, pp. 135-137.