Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <458>
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Libri e periodici
di metterci al corrente e di ricordarci i testi migliori scritti fino ad oggi sul Cavour. Ma la parte più interessante sono le Fonti in cui FA., attraverso articoli, discorsi parlamentari e saggi dello stesso Cavour, propone molti argomenti di rilievo: dal significato della rivolu­zione francese alle teorie economico-politiche, dalla difesa delle leggi Siccardi al sostegno della politica del connubio , dagli accordi di Plombières ai difficili rapporti con Garibaldi fino ad arrivare al grave problema di politica estera affrontato e non risolto, quello di Roma capitale. Evidentemente sono brevi saggi illustrativi che tendono più a porre le premesse per approfondire l'argomento che a dare una visione globale di esso, rispettando in questo modo lo scopo della collana Strumenti . Nell'ultima parte del suo testo Roveri si preoc­cupa di commentare ogni documento, precedentemente riportato, tramite brevi saggi, ine­renti ai singoli argomenti, di critici e storici: A. Gramsci, F. Sirugo, A. C. Jemolo, G. Gentile, A. Omodeo, G. Candeloro e D. Mack Smith.
In conclusione risulta un'opera composita e alle volte frammentaria, ciò non di meno utile per costituire una premessa globale allo studio più approfondito dell'argo* mento.
MARINA PACI GABRIOTTI
PIER GIORGIO C AMAI ANI, La rivoluzione moderata. Rivoluzione e conservazione nell'unità d'Italia; Torino, Società Editrice Internazionale, 1978, in 8, pp. 286. L. 5.000.
Partendo dall'intento di porre in evidenza lo strettissimo nesso esistente tra rivolu­zione e conservazione nello svolgersi delle vicende che hanno condotto all'indipendenza e all'unità d'Italia (p. 5), il Camaiani, nella redazione di questa agile ed accurata antologia, ha suffragato tale lettura interpretativa del processo unificativo italiano con un'attenta scelta di documenti. Ricostruiti i caratteri peculiari del moderatismo, con particolare riguardo agli aspetti economici e sociali, l'A. dedica ampio spazio a chi della a rivoluzione moderata è, a suo parere, il principale artefice: Cavour.
La difficile operazione ideologica e politica che lo statista piemontese svolse nella sua azione di uomo di governo, è seguita nei suoi momenti più significativi, dai quali emerge la capacità di aver saputo far proprie le istanze rivoluzionarie e democratiche, convoglian­dole nell'alveo della pura tradizione liberale. La presenza di documenti anche dell'altra parte, quella di Mazzini per intenderci, fa risaltare questo contrasto dialettico fra le due forze in campo e, se giustamente l'A. ha sottolineato il significato del connubio con Rat-tazzi, una maggior puntualizzazione di quel oc secondo connubio che Cavour realizzò, at­traverso La Farina, con la Società Nazionale, avrebbe ancor meglio specificato il significato della ce rivoluzione moderata .
Alcuni degli interventi più interessanti del dibattito storiografico sviluppatosi su uno dei temi fondamentali del Risorgimento italiano concludono questo valido lavoro.
GABRIELLA CIAMPI
GIORGIO ASPRONI, Diario politico 1855-1876. Voi. III: 1861-1863, a cura di CARLINO SOLE (Collectanea Caralitana, n. 41); Milano, Giuffrè, 1980, in 8, pp. XVIII-508. L. 16.000.
Ormai conosciamo bene l'Italia preunitaria vista da Giorgio Asproni; soprattutto, di questo repubblicano orgoglioso e orgogliosamente sardo, conosciamo bene il metro di giu­dizio, le fisime, i timori, le ingenuità, gli scatti d'ira e i moti di fierezza, i codici morali, severi con gli altri molto più che con se stesso (Asproni è uno che si piace ); sappiamo dei suoi facili entusiasmi ma anche della fermezza e della sincerità dei suoi ideali demo­cratici, una fermezza ed una sincerità che fanno di lui, più che un politico avveduto, un osservatore partecipe ma esterno, un uomo che vede svolgersi sotto gli occhi i grandi eventi della sua epoca ma che raramente ha la possibilità di incidere in concreto sulla realtà che lo circonda: la registrazione della cronaca politica quotidiana nelle pagine di un diario finisce dunque per avere un po' la funzione di compensare la marginalità in cui Asproni si trova relegato da un temperamento decisamente individualistico.