Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <465>
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Libri e periodici 465
fondatamente, che Giolitti non risolse alcuno dei problemi alla base del travaglio della società italiana?
Al riparo da forzature, sia di segno positivo quanto di segno negativo, anche dopo la lettura del volume degli Atti su Istituzioni e metodi, non è davvero assurdo affermare che Giovanni Giolitti operò ed agì, meritando e demeritando, nel periodo più consono alla sua educazione e alla suo formazione.
VINCENZO PACIFICI
HARTMUT ULLRICH, La classe politica nella crisi di partecipazione dell'Italia giolittiana. Liberali e radicali alla Camera dei Deputati, 1909-1913, 3 voli.; Roma, Camera dei Deputati, Segretariato generale, Archivio storico, 1979, in 8, pp. XL-594; 686; 736. S.p.
Giustamente l'età giolittiana è stata definita ce un'età cerniera per la storia dell'Italia unita fra l'era risorgimentale, che viene superata, e quella contemporanea, che si apre tra mille problemi spaventosamente ardui. Allo studio di questo periodo Hartmut Ullrich offre con i tre fittissimi tomi (due di testo e uno di documenti), presi in esame, un contributo lodcvolissimo, capillare ed estremamente analitico.
Una recensione dettagliata dell'opera e onestamente lavoro improbo e lungo come notevolmente impegnativi ma di grande utilità sono la lettura delle oltre 1400 pagine di testo e l'esame dei numerosissimi documenti. Ullrich non ha la pretesa né l'intenzione di affrontare e di esaurire il periodo giolittiano; senza dimenticare a la brevità del tempo che l'Italia ebbe per assimilare il metodo della democrazia parlamentare e di creare i suoi presupposti di civic culture , arriva a delle conclusioni storicamente valide e criticamente definite.
L'A., con una singolare espressione, a non disconosce né il posto avuto dall'Italia con il Risorgimento ce fra le nazioni avanzate in materia di moderna e liberale organizza­zione della vita pubblica né quello <c decoroso tenuto nel periodo dello statista di Dre­nerò. Più specificatamente la ricerca ha voluto rilevare il modo ed il grado in cui <c il sistema parlamentare e partitico, prettamente ottocentesco, rispondesse ai problemi nuovi di moder­nizzazione e di integrazione e quali soluzioni proponessero le singole forze politiche, com­prese nell'arco dai ' costituzionali ' più conservatori ai radicali .
Pur muovendosi, diciamo cosi ufficialmente , all'interno dell'agone parlamentare, Ullrich fonda la sua documentazione su una base bibliografica e pubblicistica enormi ed è capace di giudizi d'assieme, se non tutti sottoscrivibili, tutti, comunque, ponderati ed incisivi.
Un esempio, colto tra le pagine iniziali del primo volume, è relativo al peso, al prestigio, all'apprezzamento internazionali raggiunti da Sonnino, statista da molti studiosi ancora oggi sottovalutato, se non sprezzantemente vilipeso. Poco più avanti VA. ce riesa­mina in un panorama non facile la questione della maggioranza, fondamento del potere dell'a uomo di Dronero , formulando delle ipotesi accettabili, di fronte alle quali rimane sempre in piedi il rimprovero mosso da Giovanni Sartori ai ce naturali sostenitori di una civiltà liheral-democratica , i quali contribuirono in maniera da non sottovalutare il più delle volte senza volere a erodere le fondamenta ideali e le matrici culturali della nostra sia pur embrionale vita democratica . )
Le travagliate vicende vissute dai partiti, attraverso crisi di sviluppo e traumi fun­zionali, sono ripercorse con un taglio, talora sovrabbondante, ma comunque tale da dare alla fatica di Ullrich una dimensione diversa da quella di altri lavori, spesso soltanto denigra­tori. H terreno, studiato da Ullrich, occorre ribadirlo ancora una volta, era confuso e ric-
1) G. SABTOBI, Democrazia e definizioni, Bologna, 1969, pp. 33-35.