Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1980
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Libri e periodici
chissimo di sfumature: allo schema ' ministeriali ' versus ' opposizione costituzionale ' si sovrapponeva un intricatissimo complesso di divisioni e spaccature le cui linee si intersecavano . Lo studioso tedesco accenna poi ad un'altra disfuzione della struttura parlamen-tare, che anche se meramente sociologica, contiene dei risvolti negativi potenziali, finora sfuggiti all'analisi degli storici. ADa Camera era davvero oc scoraggiante la presenza del-l'imprenditoriato industriale, pari nella XXI* legislatura al 7 dei componenti dell'Assemblea e alla metà dei proprietari terrieri.
Nel secondo tomo viene accentuata, non certo infondatamente, la sottolineatura dell'egemonia, alle volte diretta, alle volte occulta, di Giolitti sulla scena politica nazionale. Questo monopolio è considerato da Ullrich, che riprende un giudizio di Carlo Morandi, senza fornirne francamente le basi, il periodo in cui il liberalismo italiano... dopo la fioritura cavouriana (e fatte le debite proporzioni) aveva ritrovato la sua seconda primavera . Con tale asserzione, pur senza dimenticare l'obiettiva limitazione espressa, viene disconosciuta tutta la battaglia, condotta dalle posizioni del liberalismo temperato ed in campo economico proprio della tradizione cavouriana, dal ce Corriere della Sera di Luigi Albertini e Luigi Einaudi.
La ricostruzione delle vicende precedenti, contemporanee e successive all'impresa libica è fatta con la consueta dovizia di dati e citazioni e contiene lucide e decise notazioni sull'atteggiamento dei politici. Da non trascurare è poi la constatazione sulla decisione di Giolitti nel momento cruciale della guerra di tenere chiusa per oltre sette mesi la Camera, decisione a causa (o in virtù?) della quale né la politica estera né quella militare subirono ce il generale processo di parlamentarizzazione del sistema costituzionale italiano .
La crisi del sistema e dell'uomo, rileva Ullrich, si mostra proprio nel momento, la fine del 1912, in cui l'astro sembrava più alto e potente. In realtà, spiega l'A., la parabola negativa inizia con il palesarsi crescente delle ce molteplici e contraddittorie conseguenze di Tripoli e si aggraverà con la lenta erosione interna del programma di a sana democrazia e, a questo punto ripensiamo ancora alla tesi di Sartori, per esplodere con le elezioni del 1913, le prime effettuate con la legge del ed. ce quasi suffragio universale . Forse il migliore e più efficace epitaffio del sistema giolittiano, valido anche per noi, l'ha dettato un suo prestigioso avversario, Arturo Labriola, nel momento in cui ha affermato: oc Esiste un'Italia cattolica, esiste un'Italia socialista, esiste un'Italia imperialista: non esiste un'Italia giolittiana .
VINCENZO PACIFICI
GIUSEPPE CABLO MARINO, Movimento contadino e blocco agrario nella Sicilia giolittiana; Palermo, Flaccovio, 1979, in 8, pp. 166. L. 6.000.
A noi, lettori solitamente attenti dei saggi di Giuseppe Carlo Marino, è sembrato che questo ultimo volume rappresenti un cospicuo passo avanti nel campo metodologico e in quello dell'equilibrio nel giudizio politico-sociale. Soprattutto il primo capitolo, dedicato ai ce parametri storiografici ohe l'autore si propone di osservare e rispettare, offre la misura rispetto a precedenti lavori di una più cauta andatura , mentre lo sforzo informativo, nell'intero sviluppo del saggio, sembra più ricco, più dosato, con un ricorso divenuto ormai familiare a scelte decisamente obiettive e imparziali. Ne è venuto fuori un frutto per molti versi maturo, mentre la piattaforma politica su cui è costruito non denunzia oc sforzature o smagliature e neppure correzioni di rilievo dei precedenti orientamenti.
Libro marxista, ispirato a un avanguardismo sociale che rimane limpido e coerente nel tempo stesso in cui assume una credibilità maggiore e più conforme alle posizioni storiografiche e ideologiche liberamente scelte, questo studio, mirabile per puntualità ed equilibrio, rappresenta uno strumento esemplare di cultura storica, non senza il merito