Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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470 Libri e periodici
Giuseppe Cipriani Marinelli, deputato di Bitonto in due legislature, nacque nel 1863 e morì nel 1947. Giovanni Raineri, ministro dell'Agricoltura con Luzzatti e Boselli e delle Terre liberate con Nitti e Gioliiti, e Vincenzo Bianchi, sottosegretario per l'Assistenza militare con Gioiitti tra il giugno 1920 e il luglio 1921, vissero rispettivamente dal 1858 al 1944 e dal 1878 al 1940. Infine il democratico liberale calabrese Salvatore Renda, dal 1929 senatore, morì nel 1942, a 75 anni, mentre tra i due socialisti riformisti Vito Reale e Francesco Cerabona, nati entrambi nel 1883, il primo ebbe vita più breve (scomparse nel 1953) e l'altro visse fino al 1963.
VINCENZO PACIFICI
CARLO ZAGHI, Mal d'Africa. Studi e Ricerche; Napoli, Libreria Tullio Pironti, 1980, in 8, pp. X-505. L. 15.000.
In questo denso volume uno dei nostri maggiori specialisti di storia africana e colo* niale ha raccolto una serie di saggi, in parte già editi (e qui riveduti o meno), in parte rimasti finora inediti. Contrariamente al caso degli scritti riuniti nel precedente volume dell'autore, L'Africa nella coscienza europea e l'imperialismo italiano (Napoli, Guida, 1973, pp. 576), gli studi ora pubblicati sono tutti centrati in maniera specifica sulla presenza e sulla politica italiane in Africa orientale, con hi simpatica eccezione, peraltro solo parziale, del saggio su Rimbaud in Africa e le sue relazioni coi viaggiatori italiani. Il panorama è perciò più limitato, non solo geograficamente, ma anche per quanto riguarda la periodiz-zazione, qui circoscritta in pratica agli ultimi due decenni del secolo XIX: non è per questo meno vario e ricco d'interesse.
Si va dalla vera e propria monografia su L'Inghilterra e lo sbarco italiano a Massaua (che viene ad integrare utilmente, sulla base di una copiosa documentazione archivistica, il volumetto dello stesso Zaghi apparso nel 1955 presso l'editore Casini: P. S. Mancini, l'Africa e il problema del Mediterraneo, 1884-1885), alle due ricerche, strettamente complementari, dedicate l'una a II massacro della spedizione Porro e la mancata occupazione italiana del Harar, l'altra a Le potenze europee sulle coste del Mar Rosso dal 1880 al 1890 e il problema del Harar dall'ampio saggio II conte Anto netti, Menelich e l'ambiente scioano nel diario di Luigi Cicognani, a quello, di non men vasto respiro, su // conte Salimbeni e la rottura del trattato di XJccialli; dalle affascinanti pagine su Romolo Gessi e la campagna contro i negrieri del Bahr el-Ghazal, alle note su L'Italia e l'Etiopia nel 1891 in alcuni dispacci inediti dello Scarfoglio al ministro degli Esteri di Rudinì; Enrico Baudi di Vesme, Giuseppe Candeo e l'esplorazione della Somalia, e Giovanni Miani alla ricerca delle sorgenti del Nilo alla luce del suo giornale inedito. Né sono da trascurare i più brevi scritti aventi ad oggetto Gli italiani nel Sudan e Edmondo De Amicis e Carlo Piaggia.
Esplorazione geografica e commerciale e politica di espansione coloniale, iniziative private e attività di governo, si intrecciano cosi lungo tutto il volume, con una varietà di angolature e di spunti tematici, che lo rendono di avvincente lettura anche a prescindere dall'interesse specialistico sul piano propriamente storiografico.
Il giudizio sulla conduzione della politica coloniale italiana, quale fu impersonata in particolare da Mancini prima, e da Crispi poi, è sempre fortemente e argomentatamente negativo, per quanto riguarda sia gli obiettivi di fondo, sia i metodi adottati. Velleitarismo e continui tentennamenti; scarsa conoscenza dei problemi locali e straripante ingenuità nei rapporti diplomatici con le grandi potenze interessate, a cominciare dall'Inghilterra; incapacità di commisurare i mezzi ai fini e superficialità di preparazione degli interventi militari, erano caratteristiche pressoché costanti di un'azione coloniale, che vedeva cosi insidiate alla radice le sue speranze di successo, quali che ne potessero essere le ragioni di legittimità e di opportunità.
Bisogna purtroppo segnalare che la veste tipografica del volume è di una scorrettezza al di là dei limiti della più paziente sopportazione. Vi sono pagine per le quali si sarebbe