Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1980
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471
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Libri e periodici
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portati a dubitare che la revisione delle bozze sia slata mai effettivamente compiuta. È inoltre da deplorare che manchi l'indice dei nomi: sempre necessario, oltre che doveroso nei confronti dei letlori; ma particolarmente indispensabile in un'opera di questo genere.
ALBERTO AQUABONE
L'Esercito italiano nella grande guerra (1915-1918), voi. VI, tomo 2, Le istruzioni tattiche del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito (1917-1918); Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico, 1980, in 8, pp. 531. L. 11.000.
Con questo volume l'Ufficio Storico completa la pubblicazione delle istruzioni tattiche del Capo di Stato Maggiore durante la prima guerra mondiale. Negli anni 1917-1918 l'esigenza di dettare nuove istruzioni fu meno sentita, risultando sufficiente, in molti casi, l'aggiornamento di quelle emanate negli anni 1914-1916 (tomo 1, Roma, 1932). Interessante sottolineare come alle circolari dettate dall'evoluzione dei mezzi tecnici e dalle nuove esigenze imposte dalla guerra (cfr. quelle su L'impiego delle tanks e la difesa contro di esse, marzo 1918, e quelle sull'istituzione, formazione e addestramento dei reparti d'assalto) si affianchino quelle relative all'atteggiamento morale degli ufficiali e allo spirito dei combattenti. Alcune circolari del novembre 1917 (pp. 293-299) ribadiscono la volontà del Comando Supremo a voler fare piena luce sui recenti avvenimenti di Caporetto essendo intuitivo che lo sgretolamento della campagine dei reparti avvenne o per mancata difesa, o per abbandono di posto, o per negligenza, imperizia dei capi, o per pusillanimità dei combattenti (p. 294). Nella stessa circolare (6 novembre 1917) si ordinava ai comandanti d'Armata di appurare le responsabilità affidando le inchieste a generali di fiducia, coadiuvati da avvocati militari. Il 18 novembre il nuovo capo di Stato Maggiore, Armando Diaz, deplorava il manifestarsi di sentimenti di cedimento, debolezza e sfiducia anche tra gli ufficiali. Il 20, un'altra circolare avente per oggetto lo Spirito e contegno dei combattenti, sottolineava come fosse in avanzata fase la riorganizzazione delle truppe e, soprattutto, la ripresa del morale nelle stesse.
Ma questo non è che uno dei tanti aspetti della guerra contenuto nelle pagine di questa raccolta di documenti. Questi, infatti, danno una precisa idea della vastità e complessità dell'organizzazione militare in guerra: uso dell'Artiglieria, della Fanteria, della Cavalleria e dell'Aviazione; sistemi difensivi e offensivi, metodi tattici propri e del nemico; direttive di operazione e uso delle armi.
Una circolare di rilevante interesse è quella firmata da Carlo Porro, sottocapo di Stato Maggiore, il 4 febbraio 1917 sulla propaganda anti-austriaca fra le truppe. H racconto delle sofferenze e delle privazioni subite dai prigionieri italiani in Austria costituiva, a suo giudizio, uno dei mezzi più efficaci.
Con la pubblicazione di queste circolari la Relazione ufficiale sulla prima guerra mondiale si arricchisce di un nuovo elemento e si avvia così alla conclusione essendo in avanzata fase di elaborazione il voi. V (Le operazioni del 1918) e il tomo 3 (Albania -Macedonia - M. Oriente) del voi. VII (Le operazioni fuori del territorio nazionale). Dei sette volumi, articolati in 37 tomi, previsti dal piano editoriale ne sono stati pubblicati cinque per un totale di 28 tomi. La monumentalità dell'opera non giustifica comunque certi inspiegabili ritardi nella redazione e pubblicazione di questa pur importante opera per la storiografia sulla prima guerra mondiale. È tuttavia giusto ricordare come in questi ultimi anni l'Ufficio Storico abbia cercato di recuperare i ritardi e come la sua produzione si sia diversificata e ampliata. Alle già numerose pubblicazioni relative a particolari operazioni, ai dati ordinativi sulle Grandi Unità, alla traduzione di relazioni ufficiali e di opere straniere sulla prima guerra mondiale ha affiancato un corpo di monografie che costituiscono, in pratica, la Relazione ufficiale sulla seconda guerra mondiale. Numerosi anche gli studi promossi sull'apporto dell'esercito alla guerra di Liberazione e sul sostegno assicurato dallo Stato Maggiore Generale alle attività dei partigiani nelle zone occupate dai tedeschi.
ANTONELLO BUCINI