Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <472>
immagine non disponibile

472
Libri e periodici
MARIA LUISA CICALESE, Note per un profilo di Pasquale VUlarì (Studi di storia moderna e contemporanea, 7); Roma, Istituto storico italiano per Petà moderna e contempo­ranea, 1979, in 8, pp. 248. L. 10.000.
In un recente saggio di Sandro RogariJ) il pensiero di Pasquale ViUari era esami­nato nella sua evoluzione dallo hegelismo al positivismo e nella particolare forma che le due grandi correnti filosofiche avevano assunto nell'interpretazione che ne aveva dato lo studioso napoletano, impegnato a costruire la sua caduca filosofia della storia: pur destando qualche perplessità nel momento in cui attribuiva a Croce il fraintendimento di un testo villariano, Rogari ci offriva una corretta analisi del tragitto ideale seguito da ViUari nella sua lunga ricerca delle leggi della storia. Maria Luisa Cicalese si misura con lo stesso personaggio, ma anziché soffermarsi su un momento circoscritto estende la propria atten­zione a tutta quanta l'attività di ViUari in modo da offrircene quello che, pur con qualche limite, è pur sempre il primo lavoro complessivo sull'uomo che, con Jacini e con il gruppo della Rassegna nazionale, rappresentò la coscienza critica del liberalismo postunitario.
Di biografia vera e propria non si può parlare e infatti la Cicalese si serve del termine profilo dal momento che ci troviamo in presenza di una diligente rilettura della vasta produzione filosofica, storiografica e infine pubblicistica dello studioso napo­letano: il risultato è una buona messa a fuoco peraltro non sempre sostenuta da una sicura capacità espositiva della sua ricca personalità intellettuale: partendo dai primi studi vichiani e dalla mai troppo convinta adesione allo hegelismo (su questo punto in particolare si registra una certa divergenza dalle conclusioni di Rogari), la Cicalese si sof­ferma quindi sul tormentoso rapporto tra storiografia e morale, per sfociare infine nel­l'analisi del positivismo villariano, un positivismo ben delimitato nel tentativo dell'appli­cazione del metodo sperimentale alle scienze morali, impregnato di storicismo e solo alla lontana imparentato con quello di un Cattaneo: perché, se è vero che il manifesto del posi­tivismo italiano, il celebre saggio sulla Filosofia positiva e il metodo storico, apparve sul Politecnico nel 1866, è anche vero che la rivista milanese non era più nelle mani di Cat­taneo che l'aveva abbandonata quattro anni prima per gli aspri dissapori con un editore, il Daelli, che era sembrato troppo disposto a tollerare la pubblicazione di lavori non omogenei alla rigida linea culturale del periodico che, per volontà del suo direttore, aveva fatto di Bacone la propria bandiera: e se Villari era ben distante dalle posizioni di un Bertrando. Spaventa, pure un fondo di hegelismo, di quello hegelismo degli anni della prima forma­zione nell'ambiente napoletano, era rimasto inevitabilmente attaccato al suo pensiero.
La seconda parte del volume della Cicalese è dedicata all'esame del più che trenten­nale contributo offerto da Villari alle discussioni sulla questione sociale attraverso i ben noti interventi sulla stampa dell'epoca: era una diagnosi dei mali nazionali che per molti versi ha tuttora una sua validità ed una sua forza di persuasione, per Io meno in presenza di certi problemi ancora insoluti, ma era la diagnosi di un professore che, pur avendolo studiato a fondo, non aveva mai capito Machiavelli ed anzi si era chiaramente schierato dalla parte di Savonarola; e così poteva nutrire un grande rimpianto per la Destra storica e contemporaneamente auspicare che i liberal-conservatori facessero proprio il programma socialista.
Particolarmente approfondita si rivela, in questa seconda parte, l'indagine sulla col­laborazione di Villari al Corriere della Sera e sui rapporti con Luigi Albertini, la corrispon­denza del quale è riprodotta in Appendice senza che però sia data un'indicazione precisa sulla provenienza di questa fonte: solo nelle prime pagine, nel riprodurre alcuni brani degli inediti Frammenti di diario e rimembranze detta propria vita, la Cicalese accenna al fondo Villari della Biblioteca Apostolica Vaticana, dove sono conservate le lettere alla moglie e, presumibilmente, quelle di Albertini. Senza voler poi minimamente sottovalutare lo sforzo di comprensione e di ricostruzione dei temi trattati dal professore napoletano e della sua posizione politica, bisogna poi segnalare una serie di piccole sviste, imputabili certo alla
1) S. ROGASI, Note sul positivismo storico di Pasquale Villari, in Rassegna storica toscana, a. XXV (1979), pp. 179-201.