Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1980
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pagina
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473
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Libri e periodici
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fretta e che un po' di attenzione avrebbe permesso alla Cicalese di evitare: sono imprecisioni come il Colaianni di p. 156 e 170, il Montrefedini di p. 61, il Nicolò Machiavelli di p. 127, il comune di Isola Liri spostato dal Lazio in Sicilia (p. 176), il Tarelongo con cui, a p. 203, viene letto, in una lettera di Vili ari, il nome del protagonista di uno scandalo bancario. Tutte minuzie alle quali non si intende dare più rilievo di quello che meritino ma che, lapalissianamente, sarebbe stato meglio non dover rilevare.
GIUSEPPE MONSAGRATI
Atti del convegno di studi su Cesare Battisti, Trento 25-26-27 marzo 1977 nel quadro delle manifestazioni del centenario della nascita di Cesare Battisti; Trento, La Nuova Italia-Temi, 1979, in 8, pp. 310. L. 12.500.
Con la ben alta onestà che lo contraddistingue, Leo Valiani ha scritto: ce sarei un pessimo storico se pensassi che gli ideali del mio partito sono necessariamente i soli criteri di interpretazione validi della storiografia . A questa basilare norma scientifica sembrano essersi ispirati alcuni, purtroppo non tutti, fra i relatori al convegno, organizzato a Trento nel quadro delle celebrazioni per il centenario della nascita di Cesare Battisti.
Anche se i primi due capoversi della prefazione agli Atti di Alessandro Pietracci, presidente del comitato delle celebrazioni, riconoscono apertamente l'impossibilità di limitale e restringere, per non dire soffocare, la figura del politico e del patriota entro schemi meramente partitici, non è mancato, nel corso dei lavori, chi ha tentato di interpretare in chiave odierna la linea di Battisti o di richiamare la sua condotta ad opzioni ideologiche al momento attuali ma assurde in quegli anni.
È quasi superfluo, comunque, precisare che questo limite non hanno certo, ad esempio, le relazioni di Ernesto Sestan, Angelo Ara, Leo Valiani ed Enrico Decleva. Sestan, nel primo intervento (Cesare Battisti tra socialismo e irredentismo), ha sostenuto, ripercorrendo gli intensi anni giovanili, che quella irredentistica fu oc la prima, in ordine di tempo e invero, mai sconfessata passione politica , conciliata perfettamente più tardi con l'impegno socialista, impegno che, non dimentichiamolo, in Battisti come in tutti gli altri trentini possedette una impronta or nazionale principalmente per reazione al clima imperante di pangermanesimo. Secondo Sestan, poi, Battisti, anche nei momenti più vivi della lotta partitica, a non sconfessò mai l'irredentismo , che si augurava, al vertice di ogni aspirazione, divenisse patrimonio anche del proletariato .
Ugualmente notevole e lodevole è la relazione di Angelo Ara (Governo e Parlamento in Austria nel periodo del mandato parlamentare di Cesare Battisti, 1911-1914), per il suo taglio sobrio ed equilibrato e per la solidità del tessuto informativo.
Tutt'altro che strumentale è, nonostante il titolo (H Movimento Socialista e le questioni nazionali in Austria-Ungheria), lo studio di Leo Valiani: attraverso la sintetica analisi di un fenomeno non certo lineare, giunge a cogliere, concorde con Sestan, il nucleo del pensiero di Battisti, desideroso di fondere l'idea socialista con le necessità della difesa nazionale.
Esaminando il problema vasto ed impegnativo dell'atteggiamento dei partiti popolari italiani di fronte alla Triplice Alleanza, Enrico Decleva non è caduto nella tentazione di una descrizione apologetica facile e banale, anzi non ha nascosto i difetti e i ritardi delle impostazioni dei diversi gruppi. La conclusione è, poi, davvero prova del tenore della relazione: Decleva si domanda scetticamente se al momento del conflitto sarà proprio l'antitriplicismo elaborato nell'ambito della Estrema a determinare il cammino .
Agli specialisti di studi battistiani, non certo numerosi, e a quelli in studi sul movimento socialista, forti per quantità e non altrettanto per qualità, consigliamo la lettura dell'intervento di Franco Valsecchi nel corso della tavola rotonda conclusiva.
i> A. CARACCIOLO, R. PACI, B. VIGBZZI, P. MELOGRANI, G. DE ROSA, G. ARPE, L. VALIANI R. DE FELICE, Il trauma dell'intervento: 1914-1919, Firenze, 1968, p. 266.