Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <475>
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Libri e periodici 475
L'occupazione della Dalmazia, delle isole adriatiche e di Fiume, l'intervento in Corinzia e nella penisola Balcanica, l'occupazione dell'Albania e del Montenegro, gli sbarchi in Ana­tolia e il progettato intervento nel Caucaso *> vengono attentamente studiati dall'A. ohe non manca di sottolineare la crescente e indiscutibile divaricazione fra compiti e ampiezza dello strumento militare.
La mobilitazione, nei suoi aspetti tecnici e nelle ripercussioni di carattere sociale, occupa un posto di rilievo: di fronte al piano predisposto dal Comando Supremo per un rapido ritorno dei richiamati alle loro case , l'atteggiamento governativo fu di contrarietà ad una rapida riduzione dell'Esercito o, quanto meno, non desiderava prendere precisi impegni a questo proposito (p. 45).
L'accelerata smobilitazione dell'estate 1919, gli scioglimenti e le fusioni delle unità di ogni livello, i continui spostamenti dei reparti impegnati nelle operazioni di ordine pub­blico contribuirono, a giudizio delTA., a creare quelle condizioni favorevoli al manife­starsi della secessione fiumana. Le gravi ripercussioni psicologiche e morali nell'organismo militare e la conclusione della vicenda vengono qui ricostruite con numerose relazioni inedite tra cui quelle di Badoglio, Caviglia e del generale Pecori-Giraldi. *)
L'esigenza di ridurre nel 1920 il bilancio determino, nei vari ministri della Guerra (Caviglia, Albricci, Bonomi, Rodino) e nei vertici militari, la ricerca di un nuovo e più moderato equilibrio che contemperasse le due esigenze di efficienza e di economicità. L'ana­lisi dei contemporanei progetti di riordinamento dell'Esercito e dei due ordinamenti Albricci (regio decreto 21 novembre 1919, n. 2143) e Bonomi (regio decreto 20 aprile 1920, n. 431), pubblicati in Appendice consente all'A. di dimostrare come, in conclusione, abbia finito allora per prevalere l'immagine e l'intelaiatura dell'esercito pre-bellico.
H volume, oltre all'Appendice citata, e arricchito da quattro carte topografiche riguar­danti lo Schieramento dell'Esercito italiano dopo l'armistizio (novembre 1918), la Disio-cazione del corpo di spedizione nel Mediterraneo orientale (Anatolia, settembre 1919), l'Ipotesi di confine orientale (1918-1920) e la Zona di Volona.
ANTONELLO BIAGINI
BIANCA VALOTA, Questione agraria e vita politica in. Romania (1907-1922) tra democrazia contadina e liberalismo autoritario; Milano, Istituto Editoriale Cisalpino-La Goliardica, 1979, in 8, pp. 273. L. 8.000.
Con la conquista dell'indipendenza nazionale la vita politica romena si svolse, per tutta la seconda metà del secolo XIX, sulle linee del regime parlamentare di tipo liberale occidentale. La Costituzione del 1866, attuata sulla falsariga di quella belga del 1831, rimase in vigore sino alla prima guerra mondiale mentre i due partiti, il conservatore e il liberale, si alternavano al potere secondo la formula del più rigido bipartitismo. I conser­vatori rappresentavano gli interessi agrari dei grandi proprietari terrieri mentre i liberali erano l'espressione della nascente borghesia in ascesa e dei suoi interessi industriali e finan­ziari; esclusi di fatto i contadini che pure costituivano i quattro quinti della popolazione
romena.
La ricerca della Valota, condotta negli Archivi romeni e arricchita dall'analisi delle fonti a stampa esistenti, si propone, riuscendovi, di ricostruire la genesi del Partito conta­dino quale espressione politica organizzata di una mentalità, di istanze sociali e di senti­menti comuni, in fondo, a tutta l'area dell'Europa orientale. Qui sorsero e si svilupparono
V Su questo particolare argomento cEr. l'utile lavoro di MARTA PETRICCIOLI, L'occu­pazione italiana del Caucaso: un ingrato servizio da rendere a Londra; Milano, Isti­tuto di Scienze Politiche dell'Università di Pavia, 1972, pp. 93.
2} Su Pecori-Giraldi cfr. il recente profilo biografico di UMBERTO CORSINI, Guglielmo Pecori-Giraldi governatore militare del Trentino, Ampezzano e Alto Adige , in Memorie Storiche Militari 1979, Roma, Ufficio Storico SME, 1980, pp. 229-263.