Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1980>   pagina <491>
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Vita dell'Istituto
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giati alla meno peggio (quel meno è imo spreco) in attesa di un provvedimento. L'aria in quel rifugio è fredda ed umida: lavora lo sciupio, e le voci da dentro invocano spazio ed aria, la loro aria, quella del 1849 della quale godrebbero anche i giovani repubblicani o no di Ravenna.
Però nella vetusta Ravenna esiste un cittadino, Vice-presidente nel nostro Consiglio direttivo, il quale in casa sua possiede un Museo del Risorgimento, e con la collaborazione del figlio, lo rende sempre più prezioso (vedi Rassegna, a. 1980, n. 1, pp. 225-226). Però di questo passo l'invadente Museo sfratta la famiglia che è di parere contrario. E allora? Allora Ravenna deve offrire una decorosa sede che accolga la grande eredità, avvicinando in armonia le due raccolte.
Quanto alla nostra cara Faenza splendente di riflessi ceramici, e chiamata nei tempi non lontani della Scuola Classica Romagnola la piccola Atene di Romagna, quanto a Faenza, eccolo il Museo: cimeli, documenti et similia sono tuttora lassù, in due camere, sfollati di guerra, riposanti dentro scatole, scatoloni e generi affini (lo scatolame ima conquista del secolo), riposanti e sospiranti come soldati in caserma, puniti con giorni di consegna . Rompiamo dunque, dopo tanti anni, e non metaforicamente, le scatole, troviamo un locale degno ed ampio (ForE ha dato un palazzo), e non due camerette che sarebbero una presa in giro; poi con scienza e con amore daremo libertà di parola ai cimeli.
Non siamo fuori tema se ricordiamo che non sono tutti morti gli scolaretti che tanti anni fa avevano conosciuto ima patria leggendo, in classe, i racconti nelle pagine di Cuore, guidati da maestre e da maestri educatori e non obbligati alla soluzione del problema del sesso. Appartennero quei ragazzi (e non solo essi) alle schiere di Vittorio Veneto, e deposto il fucile e ritornati alle loro case, si riunirono in associazioni di ex-combattenti (lo scrivente fu eletto all'unanimità presidente) e di Mutilati, ed organizzarono una Mostra di cimeli della recente guerra, incorporandola poi nel Museo che ebbe posto adeguato, e la direzione del Direttore della Biblioteca medesima.
Gli scolaretti ed i reduci di Vittorio Veneto ed affini sono gente superata? E sia ... Ma già nelle scuole e fuori, numerosi più di quanto si pensi, sono i giovani ansiosi di verità, la verità che traluce anche se Paria è oscurata da montanti fantasimi , la verità scienti­ficamente documentata della nostra storia risorgimentale, viva nella purezza del suo lin­guaggio e senza politico ciarpame.
Piero Zama
ROMA. Nel biennio in oggetto l'attività del comitato si è esplicata nella pubblica­zione del volume L'Associazionismo mazziniano. Atti dell'incontro di studio (Ostia, 13-15 novembre 1976). L'opera si articola nei contributi seguenti: Alfonso Scirocco, L'Associa­zionismo mazziniano da Porta Pia alla fondazione del partito socialista', Giuseppe Monsa-grati, Momenti dell'intransigentismo repubblicano: il gruppo romano del Dovere ; Augusto Comba, La base repubblicana dal 1889 al 1893 nell'x Emancipazione di Felice Al­bani', Romano Ugolini, L'educazione popolare di orientamento mazziniano a Roma: la fa­miglia Nathan e la scuola Giuseppe Mazzini in Trastevere', Mario Casella, I repubbli­cani a Roma alla fine del secolo (1889-1900).
Gli Atti si sono potuti raccogliere e stampare grazie ad un contributo elargito, a suo tempo, dal Comune di Roma per le celebrazioni del centenario mazziniano. In considerazione del fatto che il Comitato non è ancora casa editrice e che quindi non avrebbe potuto distri­buire o porre in vendita il volume, si è creduto opportuno contribuire alla diffusione del pensiero mazziniano dando gli Atti in omaggio. Sono state quindi inviate copie alle più importanti biblioteche estere, agli istituti italiani di cultura, alle più qualificate riviste di storia italiane e straniere, alle biblioteche di tutte le città italiane.
Alberto M. Arpino (segretario)